Dall’Italia
armi e addestramento per i golpisti thailandesi
di Antonio
Mazzeo
Al
potere con un golpe dal 22 maggio scorso, i militari della Thailandia violano
“sistematicamente” i diritti umani, ma per l’Italia sono alleati strategici da
coccolare con velivoli da guerra e corsi d’addestramento presso le maggiori
basi nazionali. Presso gli stabilimenti Piaggio di Villanova d’Albenga, alla
presenza dei generali Carlo Magrassi (national security advisor della
Presidenza del Consiglio) ed Enzo Vecciarelli (a capo della Direzione nazionale
armamenti della Difesa), il vice-capo di Stato maggiore della Royal Thai Air
Force – RTAF, Sutthiphan Kritsanakhup e l’Ad di Piaggio Aero Industries hanno
firmato un contratto per la fornitura di un velivolo da trasporto executive
“P180 Avanti II” per la sorveglianza multifunzionale del territorio. Non sono
stati resi noti il valore della commessa né la data prevista per la consegna.
L’accordo
è stato formalizzato il 29 settembre scorso nel corso di un incontro tra i
vertici dell’Aeronautica da guerra thailandese e il Capo di Stato Maggiore
dell’Ami, generale Pasquale Preziosa. Al vertice era pure presente il direttore
vendite governative della Piaggio Aereo, Francescomaria Tuccillo. La
delegazione della RTAF aveva poi visitato il 14° Stormo e il Centro
Addestramento Equipaggi Multicrew (CAEMC) di Pratica di Mare (Roma), dove –
come riferito dall’Aeronautica militare italiana – “ha acquisito informazioni
circa le caratteristiche e l’impiego del velivolo e le capacità di addestramento
che la stessa forza armata può fornire”.
Il
P-180 Avanti II è un aereo ad ala media dotato di due motori turboelica Pratt
& Whitney PT6A-66, tre superfici portanti, per missioni speciali e
possibilità di configurazione per foto da ricognizione; ha una velocità di
crociera di 644 Km/h, un’autonomia di 1.450 miglia nautiche e può raggiungere
la quota di 41.000 piedi. Prodotto anche in versione aeroambulanza, radio
misure e pattugliamento, l’Avanti II può decollare da una pista di 3.300 piedi
con un carico massimo di 12.100 libbre. Può trasportare sino a 6 passeggeri.
La
vendita del velivolo alle forze armate thailandesi da parte del gruppo Piaggio
(il 98,05% del pacchetto azionario è nelle mani della Mubadala Development
Company, la società di investimenti strategici del Governo degli Emirati Arabi
Uniti, mentre il restante 1,95% è posseduto dall’ex presidente Piero Ferrari),
avviene proprio quando s’intensificano a livello internazionale le denunce sul
modus operandi della giunta militare insediatasi dopo le dimissioni della
presidente Yingluck Shinawatra, condannata per abuso di potere dalla Corte
costituzionale thailandese. L’11 settembre scorso, Amnesty International ha
presentato il rapporto “Thailandia, cento giorni sotto la legge marziale” in cui
si descrive minuziosamente il clima pesantissimo che si respira nel paese
asiatico. Dopo il golpe di maggio, i militari hanno eseguito centinaia di
arresti e detenzioni arbitrarie e le libertà d’espressione e manifestazione
pacifica sono state “profondamente” limitate. Numerosi i casi di tortura, i
pestaggi e le finte esecuzioni di persone detenute accertati, mentre aumentano
i processi irregolari contro oppositori politici, intellettuali, sindacalisti.
“Centinaia di siti Internet sono stati chiusi o bloccati, i mezzi
d’informazione sono stati rigorosamente monitorati dai comitati per la censura
e sono stati minacciati gli arresti per chiunque intendesse postare opinioni
critiche”, scrive Amnesty. “Ai gruppi per i diritti umani è stato vietato di
organizzare eventi pacifici e attivisti e giornalisti hanno continuato, come
prima del colpo di stato, a essere incriminati per diffamazione. Il diritto a
un processo equo è stato accantonato: una sessantina di imputati attende di
essere processata dalle corti marziali, senza diritto d’appello contro la
sentenza, per aver violato ordini militari che a loro volta violavano i diritti
umani”. A settembre anche l’Alto Commissariato per i diritti umani delle
Nazioni Unite ha espresso “profonda preoccupazione” per le “crescenti
restrizioni” imposte in Thailandia agli attivisti per i diritti umani e per le
“intimidazioni da parte delle forze dell’ordine contro gli esponenti
dell’opposizione”.
La
collaborazione tra le forze armate italiane e quelle thailandesi è stata
formalizzata con l’accordo siglato a Roma l’11 settembre 2013 tra l’allora
ministro della difesa Mario Mauro e il viceministro degli esteri Surapong
Tovichakchaikul (poi deposto dalla giunta militare). “L’obiettivo del
protocollo d’intesa è quello di rafforzare la cooperazione tra le rispettive
Forze Armate, nell’intento di consolidare le capacità difensive e migliorare la
comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza, della formazione dei
militari, dell’assistenza umanitaria, della ricerca e sviluppo”, si legge nella
nota emessa a conclusione del vertice intergovernativo Italia – Thailandia,
presenti pure il Presidente Enrico Letta ed il Primo ministro Yingluck
Shinawatra.
Lo
scorso marzo, due mesi prima del golpe, il Capo di Stato Maggiore della Royal
Thai Air Force, Prajin Jungtong, e una folta delegazione di ufficiali
thailandesi, erano venuti in Italia per incontrare il comandante in capo
dell’Aeronautica militare Pasquale Preziosa e visitare la scuola volo per
piloti presso il 61° Stormo di Galatina (Lecce). Il 30 luglio, quando a Bangkok
vigeva la legge marziale da quasi 70 giorni, una seconda delegazione di
ufficiali thailandesi veniva ospitata nella base pugliese di Galatina. “La
visita al 61° Stormo ha evidenziato il forte interesse del Paese estero ai
programmi di formazione e istruzione a livello internazionale del Reparto”,
riferiva il portavoce dell’Aeronautica italiana. “Sono state presentate le
principali attività e le specificità del Reparto con particolare riferimento
alle significative evoluzioni e innovazioni degli iter addestrativi e dei
sistemi impiegati dall’Aeronautica Militare per assicurare l’eccellenza nella
formazione al volo”. I militari della Royal Thai Air Force avevano il modo di
ammirare le strutture predisposte a Galatina per lo svolgimento delle attività
di formazione alla guida dei cacciabombardieri: i simulatori dell’Aermacchi
MB339; la sala R.E.S. (Representation and Elaboration System) che consente, in
maniera automatizzata e computerizzata, di ricostruire la complessa dinamica
delle missioni di volo; il Ground Basic Training System, il nuovo sistema
addestrativo predisposto per gestire il caccia addestratore di ultimissima
generazione “T-346 ITS”, prodotto da Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica). Il
T-346, operativo presso il 61° Stormo da qualche settimana, trasformerà
l’intero sistema addestrativo dell’Aeronautica militare italiana e dei maggiori
alleati. “Le potenzialità e la tecnologia del T-346A renderanno possibile la
migrazione presso la scuola di volo salentina di tutta una serie di attività
che attualmente vengono svolte nell’ambito degli OCU Operational Conversion
Unit (OCU) su macchine dal più alto costo operativo”, spiega il Ministero della
difesa. “Grazie alle potenzialità tecnologiche che lo connotano, il nuovo
velivolo permetterà ai neo piloti militari aerotattici di addestrarsi in
scenari complessi, aria-aria, aria-suolo e di guerra elettronica”. Secondo
quanto ammesso da Giovanni Timossi, vicepresidente di Alenia Aermacchi, le
autorità thailandesi sarebbero interessate ad acquistare una decina dei nuovi
caccia addestratori. Ovviamente, la formazione e l’addestramento dei piloti
RTAF sarebbero curate a Galatina dal personale del 61 Stormo. A febbraio,
AgustaWestland, altra azienda Finmeccanica, ha consegnato all’esercito
thailandese due elicotteri bimotore AW139, parte di un ordine siglato a fine
2012 per un numero imprecisato di velivoli. Con una velocità massima di
crociera di 306 km/h e un’autonomia di oltre 920 km, gli AW139 possono ospitare
fino a 15 passeggeri. Sono impiegati attualmente per missioni di trasporto
uomini e mezzi, ricerca e soccorso, pattugliamento dei confini. Il contratto
con l’esercito thailandese comprende anche la manutenzione dei mezzi e la
formazione dei piloti con personale di AgustaWestland.