A Sigonella il centro satellitare per
teleguidare i droni killer USA
di Antonio Mazzeo
Le guerre e le armi fanno questo |
La base siciliana di Sigonella si prepara ad
ospitare uno dei principali centri al mondo per il comando, il controllo
satellitare e la manutenzione di tutti i droni delle forze armate statunitensi.
Il 14 novembre 2015 il Naval Facilities Engineering Command Office per l’Europa
e l’Asia sud-occidentale della Marina militare Usa con sede a Napoli ha
pubblicato il bando di gara per la realizzazione nella stazione aeronavale n. 2
di Sigonella (NAS 2) dell’UAS SATCOM Relay Pads and Facility, un sito fornito
di tutte le attrezzature necessarie a supportare le telecomunicazioni via
satellite del Sistema degli aerei senza pilota (Unmanned Aircraft System - UAS)
e assicurare “lo spazio per la gestione delle operazioni e delle attività di
manutenzione” dei droni in dotazione all’US Air Force e all’US Navy. Il bando,
classificato con il codice n. 3319116r1007, prevede la demolizione e la
rimozione delle vecchie infrastrutture ospitate nell’area e la realizzazione
del nuovo centro per il controllo satellitare dei velivoli senza pilota con
relative strade d’accesso per un importo
compreso tra i 10 e i 25 milioni di dollari. La società contractor dovrà
consegnare i lavori entro 550 giorni dalla stipula dell’accordo con il
Dipartimento della marina statunitense.
Il progetto per realizzare in Sicilia l’UAS SATCOM Relay
Pads and Facility era stato presentato la prima volta al Congresso nell’aprile
del 2011, ma l’approvazione è giunta solo in occasione della predisposizione
del bilancio per le costruzioni militari per l’anno fiscale 2016. “Nel nuovo
centro saranno installati dodici ripetitori UAS SATCCOM con antenne, macchinari
e generatori di potenza con la possibilità di aggiungere altri otto ripetitori
della stessa tipologia”, è riportato nella scheda progettuale fornita dal
Dipartimento della difesa. “Il progetto prevede inoltre tutti i sistemi
infrastrutturali, meccanici, elettrici, stradali, di prevenzione incendi ed
allarme per supportare il sito per le comunicazioni satellitari”.
“Il Sistema degli aerei senza pilota richiede un’ampia
facility che assicuri la massime efficienza operativa durante le missioni di
attacco armato e di riconoscimento a supporto dei war-fighters”, aggiunge il Pentagono.
“La costruzione di una SATCOM Antenna Relay facility è necessaria per
supportare i link di comando dei velivoli controllati a distanza, in modo da
collegare le stazioni terrestre presenti negli Stati Uniti con gli aerei senza
pilota operativi nella regione dell’Oceano atlantico. Con il completamento di
questo progetto saranno soddisfatte le richieste a lungo termine di ripetitori
SATCOM per i “Predator” (MQ-1), i “Reaper” (MQ-9) e i “Global Hawk” (RQ-4). Il
nuovo sito supporterà inoltre il sistema si sorveglianza aeronavale con
velivoli senza pilota UAV Broad Area Maritime Surveillance (BAMS) di US Navy e
le missioni speciali del Big Safari di US Air Force”. Il programma BAMS vede
l’acquisizione di una quarantina di droni di ultima generazione “Global Hawk”
da schierare nelle stazioni aeronavali di Jacksonville (Florida), Kadena
(Giappone), Diego Garcia, Hawaii e Sigonella; il Big Safari è invece un
articolato programma di acquisizione, gestione, potenziamento di speciali
sistemi d’arma avanzati (velivoli senza pilota, grandi aerei da trasporto e per
le operazioni d’intelligence e riconoscimento, ecc.) coordinato dal 645th
Aeronautical Systems Group dell’US Air Force con sede nella base di
Wright-Patterson (Ohio). I droni-spia e i droni-killer che opereranno sotto il
controllo del nuovo centro di Sigonella saranno utilizzati per le missioni
pianificate dai comandi strategici di Eucom, Africom e Centcom, in modo da
fornire in tempo reale le “informazioni più aggiornate ai reparti combattenti”.
“Il sito di Sigonella garantirà la metà delle trasmissioni del Sistema dei
velivoli senza pilota UAS e opererà in appoggio al sito di Ramstein
(Germania)”, aggiunge il Pentagono. “Senza l’UAS SATCOM Relay Site gli aerei
senza pilota non saranno in grado di effettuare le loro missioni essenziali,
non potranno essere sostenuti gli attacchi armati e si verificherà una
riduzione significativa delle capacità operative odierne e un impatto negativo
grave per le future missioni d’oltremare”.
Le bombe e le armi fanno questo |
La stazione per il controllo satellitare dei droni di
Ramstein è stata completata nel secondo semestre del 2013 all’interno della
foresta che sorge nei pressi del grande impianto di baseball utilizzato dal
personale militare Usa di stanza nella grande installazione tedesca. Secondo quanto
riportato in una lunga inchiesta pubblicata nell’aprile 2015 da The Intercept,
il giornale fondato da Glenn Greenwald, l’UAS Satcom Relay di Ramstein è il
vero “cuore hi-teach della guerra Usa dei droni”. “Ramstein fa viaggiare sia il
segnale satellitare che dice al drone cosa fare sia quello che trasporta le
immagini che il drone vede”, aggiunge The Intercept. “Questi dati viaggiano
attraverso i cavi sottomarini a fibra ottica, ma è grazie al sistema UAS Satcom
che il segnale riesce a viaggiare senza ritardi in modo da permettere ai piloti
di manovrare un velivolo a migliaia di chilometri con la necessaria
tempestività”. Dalla stazione di Ramstein i segnali sono trasmessi ai satelliti
militari operanti nello spazio in banda Ku e alla grande base aerea di Creech
(Nevada), la principale centrale di US Air Force per le operazioni planetarie
dei droni. Il nuovo UAS Satcom Relay di Sigonella opererà come stazione
“gemella” dell’infrastruttura ospitata in Germania, assicurando
l’“indispensabile” backup alle operazioni d’intelligence e di telecomunicazione
satellitare di Ramstein. A Sigonella sarà realizzata pure un’ampia area per la
sosta dei velivoli senza pilota USA. “Il costo delle infrastrutture di supporto
è superiore del 25% di quanto calcolato preventivamente perché la facility deve
essere realizzata in un’area sottosviluppata e delicata dal punto di vista
ecologico”, spiega il Pentagono. “La
SATCOM Communications Support Facility avrà un’estensione di 1.200 metri
quadri e non potrà contare sull’apporto finanziario della NATO”. Quando la
nuova stazione entrerà in funzione, verranno trasferiti a Sigonella 55 militari
e 58 dipendenti civili dell’US Air Force.
La base aereonavale siciliana ospita stabilmente dal 2009
alcuni droni-spia “Global Hawk” della Marina Usa e dal 2013 pure uno stormo di
droni-killer MQ-1 “Predator” dell’US Air Force, utilizzati per le incursioni in
Libia, Somalia, Regione dei Grandi Laghi, Mali e Niger. A partire dal prossimo
anno, Sigonella farà pure da centro di comando e controllo dell’AGS - Alliance
Ground Surveillance, il nuovo programma di sorveglianza terrestre della NATO
che verterà su una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo
remoto “Global Hawk” versione Block 40, che saranno installati anch’essi in
Sicilia.