QUESTO È PROPRIO IL MOMENTO GIUSTO
PER NON DIMENTICARE
PER NON DIMENTICARE
a cura di Franco Astengo
È in corso una vera e propria offensiva di recupero del
fascismo: dalla spiaggia di Chioggia, ai campi estivi neo-nazisti, ai
manifesti inneggianti alla bontà di governo di Mussolini.
Più in generale il clima è di allentamento al riguardo
dei principi fondamentali dell’antifascismo, sulle sue ragioni profonde, sulla
realtà storica dei fatti. Ha contribuito a questa sorta di rilassatezza
culturale l’attacco alla Costituzione tentato nel corso die mesi scorsi e
(provvisoriamente?) respinto con il voto del 4 Dicembre 2016.
Per questi motivi è bene tener viva la memoria, perché
senza di essa si smarrisce l’identità repubblicana dell’Italia: il profondo
significato etico e politico di questa identità conquistata con la lotta. Queste
le ragioni del tentativo di rinnovo del ricordo contenuto in questo intervento,
partendo dalle due stragi-simbolo compiute dai nazifascisti nell’estate del
1944 a Sant’Anna di Stazzema e a Marzabotto.
Intervento che si conclude con l’elenco delle 139
stragi compiute su tutto il territorio nazionale per un totale (secondo
l’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia) di circa 23.000 vittime
SANT’ANNA DI STAZZEMA
All'inizio dell'agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema era
stata qualificata dal comando tedesco come "zona bianca", ossia una
località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in
quell'estate, aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i
partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di
particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all'alba del 12 agosto
1944, tre reparti di SS salirono a Sant'Anna, mentre un quarto chiudeva ogni
via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era
circondato. Quando le SS giunsero a Sant'Anna, accompagnati da fascisti
collaborazionisti che fecero da guide[10], gli uomini del paese si rifugiarono
nei boschi per non essere deportati, mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che
nulla sarebbe capitato loro in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
In poco più di mezza giornata vennero uccisi centinaia di civili di cui solo
350 poterono essere in seguito identificate; tra le vittime 65 erano bambini
minori di 10 anni di età. Dai documenti tedeschi peraltro non è facile
ricostruire con precisione gli eventi: in data 12 agosto 1944, il comando della
14ª Armata tedesca comunicò l'effettuazione con pieno successo di una
"operazione contro le bande" da parte di reparti della 16.
SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS nella "zona 183", dove si
trova il territorio del comune di S. Anna di Stazzema; l'ufficio informazioni
del comando tedesco affermò che nell'operazione 270 "banditi" erano
stati uccisi, 68 presi prigionieri e 208 "uomini sospetti" assegnati
al lavoro coatto. Una successiva comunicazione dello stesso ufficio in data 13
agosto precisò che "altri 353 civili sospettati di connivenza con le
bande" erano stati catturati, di cui 209 trasferiti nel campo di raccolta
di Lucca I nazistifascisti rastrellarono i civili, li chiusero nelle stalle o
nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra, bombe a mano, colpi di
rivoltella e altre modalità di stampo terroristico.
La vittima più giovane,
Anna Pardini, aveva solo 20 giorni(23 luglio-12 agosto 1944). Gravemente
ferita, la rinvenne agonizzante la sorella maggiore Cesira (Medaglia d’Oro al
Merito Civile) miracolosamente superstite, tra le braccia della madre ormai
morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Infine, incendi
appiccati a più riprese causarono ulteriori danni a cose e persone. Non si
trattò di rappresaglia (ovvero di un crimine compiuto in risposta a una
determinata azione del nemico): come è emerso dalle indagini della procura
militare di La Spezia, infatti, si trattò di un atto terroristico premeditato e
curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione,
soggiogandola grazie al terrore. L'obiettivo era quello di distruggere il paese
e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le
formazioni partigiane presenti nella zona. La ricostruzione degli avvenimenti,
l'attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato
l'Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale
militare della Spezia, conclusosi nel 2005 con la condanna all'ergastolo per
dieci SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e
ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto,
grazie al pubblico ministero Marco de Paolis, un imponente lavoro
investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di
periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò
centinaia di persone a Sant'Anna.
Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta
avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi-Gaddi, di un armadio chiuso e
girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi armadio della Vergogna,
poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati
fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle
stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra. Prima dell'eccidio di
Sant'Anna di Stazzema, nel giugno dello stesso anno, SS tedesche, affiancate da
reparti della X MAS, massacrarono 72 persone a Forno. Il 19 agosto, varcate le
Apuane, le SS si spinsero nel comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la
morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca,nel
comune di Fivizzano . Nel giro di cinque giorni uccisero oltre 340 persone,
mitragliate, impiccate, financo bruciate con i lanciafiamme. Nella prima metà
di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune
di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portarono avanti la loro opera nella
provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido furono fucilati 108 detenuti del
campo di concentramento di Mezzano (Lucca), mentre a Bergiola i nazisti fecero
72 vittime.
MARZABOTTO
Dopo l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema avvenuta il 12
agosto 1944, gli eccidi nazisti contro i civili sembravano essersi
momentaneamente fermati. Ma il feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto
che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa e voleva dare un
duro colpo a questa organizzazione e ai civili che l'appoggiavano. Già in
precedenza Marzabotto aveva subito delle rappresaglie, ma mai così gravi come
quella dell'autunno 1944.
Capo dell'operazione fu nominato il maggiore Walter
Reder, comandante del 16º battaglione esplorante corazzato
(Panzeraufklärungsabteilung) della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer
SS, sospettato a suo tempo di essere uno tra gli assassini del cancelliere
austriaco Engelbert Dollfuss. La mattina del 29 settembre, prima di muovere all'attacco
dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che
soldati della Wehrmacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di
territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno, utilizzando anche
armamenti pesanti. «Quindi – ricorda lo scrittore bolognese Federico Zardi –
dalle frazioni di Pànico, di Vado, di Quercia, di Grizzana, di Pioppe di
Salvaro e della periferia del capoluogo le truppe si mossero all'assalto delle
abitazioni, delle cascine, delle scuole», e fecero terra bruciata di tutto e di
tutti.
Nella frazione di Casaglia di Monte Sole la
popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta,
raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una raffica di
mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le altre
persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 197 vittime, di 29 famiglie
diverse tra le quali 52 bambini. Fu l'inizio della strage: ogni località, ogni
frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato
nessuno. La violenza dell'eccidio fu inusitata: alla fine dell'inverno fu
ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini.
Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei
giorni di violenze, il numero delle vittime civili si presentava spaventoso:
circa 770 morti. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative
all'eccidio furono negate dalle autorità fasciste della zona e dalla stampa
locale (Il Resto del Carlino), indicandole come diffamatorie; solo dopo la
Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l'entità del massacro.
Elenco degli eccidi e delle stragi
riconosciute (da Wikipedia)
A
Strage di Acerra
Eccidi dell'alto Reno
B
Eccidio di Barletta
Strage della Benedicta
Eccidio di Bergiola Foscalina
Eccidio della Bettola
Strage della valle del Biois
Massacro di Biscari
Bombardamenti di Foggia del 1943
Eccidio di Borga
Strage di Borgo Ticino
Eccidio di Boves
Eccidio di Braccano
Bus de la Lum
C
Eccidio di Cadè
Strage di Caluso
Strage di Campagnola
Strage del palazzo Comunale di Campi Bisenzio
Strage di Canicattì
Eccidio di Capistrello
Strage di Castello
Strage di Castiglione
Strage di Cavriglia
Eccidio del Colle del Lys
Eccidio di Cravasco
Strage di Cumiana
E
Eccidi di San Ruffillo
Eccidio di Santa Giustina in Colle
Eccidio de La Storta
Eccidio dei conti Manzoni
Eccidio dei XV Martiri di Madonna della Pace
Eccidio del Castello dell'Imperatore
Eccidio del Ponte dell'Industria
Eccidio del pozzo Becca
Eccidio dell'Aldriga
Eccidio della caserma Mignone
Eccidio della famiglia Arduino
Eccidio delle Fosse Reatine
Eccidio di Argelato
Eccidio di Bari
Eccidio di Cadibona
Eccidio di Caffè del Doro
Eccidio di Cavazzoli
Eccidio di Cibeno
Eccidio di Civitella
Eccidio di Codevigo
Eccidio di Crespino sul Lamone
Eccidio di Gardena
Eccidio di Guardistallo
Eccidio di Maiano Lavacchio
Eccidio di Malga Bala
Eccidio di Massignano
Eccidio di Monte Manfrei
Eccidio di Monte Sant'Angelo
Eccidio di Pessano
Eccidio di Piavola
Eccidio di Pietralata
Eccidio di Portofino
Eccidio di Pratolungo
Eccidio di San Michele della Fossa
Eccidio di San Piero a Ponti
Eccidio di Schio
Eccidio di Trivellini
Eccidio di Valdagno
Eccidio di Vallarega
Eccidio di Vattaro
Eccidio di via Aldrovandi
Eccidio di Malga Zonta
F
Strage di Falzano
Eccidio dell'aeroporto di Forlì
Strage di Forno
Strage delle Fosse del Frigido
Eccidio di Fragheto
G
Bombardamento di Grosseto
Strage di Grugliasco e Collegno
L
Eccidio di Salussola
Strage di Lasa
Strage di Leonessa
M
Martiri di Fiesole
Martiri ottobrini
Strage di Marzabotto
Strage di Matera
Strage della cartiera di Mignagola
Strage della Missione Strassera
Strage di Monchio, Susano e Costrignano
Eccidio di Montalto
Eccidio di Montemaggio
N
Eccidio di Nola
O
Operazione Ginny
Operazione Piave
Operazione Wallenstein
P
Eccidio di Procchio
Eccidio del Padule di Fucecchio
Strage di Pedescala
Strage di Penetola