IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE
Complessità
di una terapia intensiva
Quotidianamente
in questo periodo di Covid-19, si sente parlare di terapia intensiva e di
rianimazione. I politici pensano che il semplice acquisto di materiale medico
possa far funzionare dei reparti così delicati e complessi. Un plauso e
riconoscenza a tutti i colleghi che, con il Giuramento di Ippocrate nel cuore
si sono offerti per aiutare il prossimo.
Alla
quantità ci vuole la qualità. Un ortopedico un odontoiatra uno psichiatra un
ginecologo e via discorrendo, come entusiasticamente i politici sbandieravano,
non possono essere immessi in un reparto così specialistico come è una terapia
intensiva e rianimatoria.
Un
medico intensivista, rianimatore e il rispettivo infermiere non si formano con
la buona volontà burocratica.
Sintetizziamo,
per i lettori di “Odissea”, il funzionamento di un'unità così complessa.
In
Terapia Intensiva occorre valutare:
Frequenza
gettata cardiaca, Pressione Sistolica e Diastolica media, Pressione venosa
centrale. Parametri legati alla respirazione, diuresi, pressione arteriosa
polmonare, pressione intracranica.
Ci
sono i cateteri, tenere sotto controllo la ventilazione e valutare un possibile
nutrizione parenterale.
I
farmaci infusi con pompe attaccate ai cateteri venosi formati da più “lumi”. È
fondamentale sapere se i farmaci possano essere somministrati infusi insieme,
con quale velocità e a che dosaggi.
Si
parte da 3 farmaci per i pazienti gravi per giungere a 20 distribuiti su più
lumi per i malati “fragili” e con comorbilità multiple.
Come
si vede, per gestire in “automatico” questi dettagli terapeutici, occorre una
forma mentis che si acquista con un lungo e diuturno esercizio di studio e di
pratica. Ma quanto personale occorre per una “Terapia Intensiva?”
Per
12 posti letto occorrono il mattino 2 medici e 7 infermieri; nel pomeriggio e
durante la notte occorrono, nella “normalità”, 1 medico e 6 infermieri.
Un
solo infermiere riesce a gestire 2 o 3 posti letto.
L'igiene
del paziente, fondamentale, richiede tempo e il concorso del medico,
dell'infermiere e dell'oss (operatore sociosanitario) per non correre rischi.
Per
ruotare un paziente si impegnano 2-3 operatori; mentre la pronazione ne
potrebbe richiedere anche 5 di oss, specialmente se il malato è sedato o
curarizzato (paralizzato farmacologicamente).
Problema
in più quando il paziente deve essere spostato pre TAC o RNM.
Un
casco di protezione, si appanna, e fa sudare.
Un
personale destinato a siffatta struttura, distrae forze ai reparti di pronto
soccorso e di emergenza.
Ho
sintetizzato il “funzionamento” di un'unità critica.
Questi
sono i risultati di pirateria finanziaria di politici miopi e pusillanimi verso
la Sanità pubblica, cioè verso noi tutti cittadini.
Teodosio
De Bonis
Medico
Anestesista