LibriLE GRAVIDANZE DEL CUOREdi Carmine Chiodo
Con
questa bella e profonda silloge il poeta Curto di Acri (CS), ma che da tempo
vive a Perugia, ha vinto il Premio Gens Vibia, Premio Letterario Nazionale XVI Edizione
- 2018.Sandro
Allegrini (v. Francesco Curto
poeta ‘Vibio’) coglie tutta quanta la fisionomia poetica di quest’altra silloge
curtiana e nel contempo ci informa che Gens Vibia allude a quel Gaio Vibio,
tribuno Gallo, che, nato diciotto secoli fa a Monte Vibiano Vecchio, divenne,
senatore, generale e poi imperatore romano (251-253). Elevò la città di Perugia
a colonia di Roma e lo fece pure scrivere sulle porte etrusche della città, quasi
a “limitare la tracotanza di Ottaviano Augusto che vi aveva fatto vergare, a
lettere maiuscole, Augusta Perusia, dopo averla messa a ferro e fuoco”. La
silloge è costituita da liriche che sono tratte da pubblicazioni più recenti ma
sono così raggruppate da formare un corpo unitario nei contenuti e negli esiti
linguistici, Sempre di più Curto si conferma un poeta del cuore, il suo cuore
generoso e grande, che gli detta versi belli e incisivi, umani, sociali, ampiamente
lirici e toccanti. Curto, ama ascoltare e poi significare ciò che il cuore gli
ispira. La raccolta poetica è dedicata a
tutti coloro che sono morti sul lavoro, per il lavoro e di lavoro e nel
contempo si notano i temi molto cari che stanno a cuore del poeta calabrese-perugino:
la lotta politica, i valori come l’amicizia e l’amore, i vari sentimenti, la
famiglia, e poi ancora aspetti e sentimenti legati all’emigrazione, per
esempio. Tutto fluisce in modo naturale, come detta appunto il cuore. Si vedano
i versi Da Francesco a Francesco, p. 17; Disoccupato,
p. 20); e ancora Non dirmi dove sei stata,
p. 37; Sono treni che passano /veloci i
sogni dei poeti/ non si fermano mai :/i versi non hanno stazione. Da questa
silloge, ma da tutta la produzione poetica di Curto, colpisce la varietà
tematica e linguistica, la vita osservata in ogni suo aspetto, una vita “che
scivola” come si legge nei versi “Mi
passano per la mente strane idee e quindi /non resta che abbandonarsi ai
ricordi anzi “perdermi /tra le rughe
dove si annodano i ricordi /tra gli affetti diversi avuti ad oggi” (p. 36).
Con giuste e precise parole sono specificate la condizione umana, la vita
dell’uomo, le sue scelte, le sue decisioni, fino a dire “Non m’importa sapere/ dov’è ora Dio/ sono io quel figlio/ che porta la
sua croce”, p. 38). L’uomo Curto ha impostato la
sua vita su precisi binari, su precise scelte dalle quali non ha mai derogato, e
ciò è un altro degli aspetti caratteristici del suo iter poetico; e a tal
riguardo è da citare la poesia decisa e precisa “Se vivere” “se
vivere/ è ogni giorno leccare i piedi/ a qualcuno/ per sbriciolarti un po’ di
pane/ da riempire la bocca (…) Se la vita è questa non posso bruciarla/
inginocchiandomi/ a tutti”;
al negativo viene opposta l’affermazione, la profonda convinzione che “la vita ha un’altra dimensione” e poi ecco
la libera e voluta decisione. “Me ne
andrò senza chiedere /poi niente a nessuno / sono stanco di vivere dagli altri:
la libertà nessuno me l’ha data /nessuno deve togliermela” (p. 46). Parola
di estrema importanza la libertà, quella libertà piena che informa tutta la
poesia di Curto nel senso che il poeta, dato che ama sentirsi libero, nella sua
poesia fa scorrere il suo pensiero umano e sociale, il suo sentimento religioso
fortemente umano, dandoci una poesia assai autentica e sentita che coinvolge
chi legge: “Vecchi al sole /che si ricordano dei giorni di
fame,/di cose che costavano care,/ ed in questo parlare,/si portano al tramonto
/tutti quanti /con occhi eguali /tendono lo sguardo là / sulla serra di quei
monti / dove non tardi /scenderà il sole (Vecchi al sole pp. 55-56): “La poesia/ è una gravidanza/ del cuore/ io partorisco
spesso/ e gli aborti non li conto”,
(La poesia, p. 33). Francesco Curto è “testimone” del nostro tempo
inquieto” ma anche un poeta coraggioso e risentito che nutre sdegno per le
pieghe negative della nostra epoca “Mi
hanno rubato con l’inganno/ i sogni per svenderli al mercato/ al primo passante
del mattino/ Ora danzano sulla bocca di tanti / e sono lo zimbello le mie
poesie” (p.46). Inoltre nei versi di Curto balzano i respiri della sua
anima, in sintonia sempre con quelli che sono i valori universali e genuini del
mondo, della vita umana e ciò alimenta sempre la sua limpida, significativa,
efficace, fortemente umana poesia.
Francesco
Curto
Gravidanze del cuore
editoria sociale CESVOL
Perugia Editrice.
Quaderni del volontariato 2018.
La
silloge è costituita da liriche che sono tratte da pubblicazioni più recenti ma
sono così raggruppate da formare un corpo unitario nei contenuti e negli esiti
linguistici, Sempre di più Curto si conferma un poeta del cuore, il suo cuore
generoso e grande, che gli detta versi belli e incisivi, umani, sociali, ampiamente
lirici e toccanti. Curto, ama ascoltare e poi significare ciò che il cuore gli
ispira. La raccolta poetica è dedicata a
tutti coloro che sono morti sul lavoro, per il lavoro e di lavoro e nel
contempo si notano i temi molto cari che stanno a cuore del poeta calabrese-perugino:
la lotta politica, i valori come l’amicizia e l’amore, i vari sentimenti, la
famiglia, e poi ancora aspetti e sentimenti legati all’emigrazione, per
esempio. Tutto fluisce in modo naturale, come detta appunto il cuore. Si vedano
i versi Da Francesco a Francesco, p. 17; Disoccupato,
p. 20); e ancora Non dirmi dove sei stata,
p. 37; Sono treni che passano /veloci i
sogni dei poeti/ non si fermano mai :/i versi non hanno stazione. Da questa
silloge, ma da tutta la produzione poetica di Curto, colpisce la varietà
tematica e linguistica, la vita osservata in ogni suo aspetto, una vita “che
scivola” come si legge nei versi “Mi
passano per la mente strane idee e quindi /non resta che abbandonarsi ai
ricordi anzi “perdermi /tra le rughe
dove si annodano i ricordi /tra gli affetti diversi avuti ad oggi” (p. 36).
Con giuste e precise parole sono specificate la condizione umana, la vita
dell’uomo, le sue scelte, le sue decisioni, fino a dire “Non m’importa sapere/ dov’è ora Dio/ sono io quel figlio/ che porta la
sua croce”, p. 38). L’uomo Curto ha impostato la
sua vita su precisi binari, su precise scelte dalle quali non ha mai derogato, e
ciò è un altro degli aspetti caratteristici del suo iter poetico; e a tal
riguardo è da citare la poesia decisa e precisa “Se vivere” “se
vivere/ è ogni giorno leccare i piedi/ a qualcuno/ per sbriciolarti un po’ di
pane/ da riempire la bocca (…) Se la vita è questa non posso bruciarla/
inginocchiandomi/ a tutti”;
al negativo viene opposta l’affermazione, la profonda convinzione che “la vita ha un’altra dimensione” e poi ecco
la libera e voluta decisione. “Me ne
andrò senza chiedere /poi niente a nessuno / sono stanco di vivere dagli altri:
la libertà nessuno me l’ha data /nessuno deve togliermela” (p. 46). Parola
di estrema importanza la libertà, quella libertà piena che informa tutta la
poesia di Curto nel senso che il poeta, dato che ama sentirsi libero, nella sua
poesia fa scorrere il suo pensiero umano e sociale, il suo sentimento religioso
fortemente umano, dandoci una poesia assai autentica e sentita che coinvolge
chi legge: “Vecchi al sole /che si ricordano dei giorni di
fame,/di cose che costavano care,/ ed in questo parlare,/si portano al tramonto
/tutti quanti /con occhi eguali /tendono lo sguardo là / sulla serra di quei
monti / dove non tardi /scenderà il sole (Vecchi al sole pp. 55-56): “La poesia/ è una gravidanza/ del cuore/ io partorisco
spesso/ e gli aborti non li conto”,
(La poesia, p. 33). Francesco Curto è “testimone” del nostro tempo
inquieto” ma anche un poeta coraggioso e risentito che nutre sdegno per le
pieghe negative della nostra epoca “Mi
hanno rubato con l’inganno/ i sogni per svenderli al mercato/ al primo passante
del mattino/ Ora danzano sulla bocca di tanti / e sono lo zimbello le mie
poesie” (p.46). Inoltre nei versi di Curto balzano i respiri della sua
anima, in sintonia sempre con quelli che sono i valori universali e genuini del
mondo, della vita umana e ciò alimenta sempre la sua limpida, significativa,
efficace, fortemente umana poesia.