LONGO AFORISTA
di Gino Ruozzi
Negli aforismi di Nicolino
Longo si intrecciano in modo profondo aforisma e poesia. Più propriamente direi
che il tono prevalente mi sembra quello poetico; la cadenza del discorso è
infatti soprattutto questa, resa con una brevità che la assimila quasi
naturalmente al dettato aforistico.
Un altro aspetto significativo è che i versi
aforistici di Longo tendono alla ricostruzione autobiografica. C’è un forte
accento personale in ogni testo, un sottofondo storico che li attraversa e li
illumina. Prima di essere possibili ipotesi di verità universali gli aforismi
di Longo sono verità personali, verificate in un percorso di esperienza che
infine si sintetizza fruttuosamente in parole di concentrata efficacia: quello
che Niccolò Tommaseo chiamava il “grave aforismo”, frutto della fertile
condensazione dell’esperienza. Si tratta pertanto di aforismi che portano più
dentro che fuori, centripeti invece che centrifughi. Essi compongono una specie
di autobiografia per frammenti, intensa, critica, costruttiva, che cresce su di
sé e tende a un ritratto personale riassuntivo e ideale. La terza
caratteristica è il taglio ironico con cui Longo anima spesso a sorpresa i
testi e l’architettura generale della raccolta. Questa dimensione alleggerisce
l’accento assertivo del volume, lo abbassa positivamente a un piano colloquiale
e lo indirizza verso una gradevole inflessione epigrammatica. Ne risulta un
quadro mosso e simpatico, di arguzia persuasiva e penetrante, in cui le tante
tracce di vita assumono un convincente quanto spiritoso valore emblematico.
Gli aforismi di Longo si leggono con piacere, sono
sottilmente pedagogici, disegnano un mondo di sagace
bellezza.