BASTA CON GLI ARMAMENTI, BASTA CON LA GUERRA
di Graziano Mantiloni
Max Hamlet S.
"Sterminatori"
Nella mitologia greca Cassandra, figlia di Priamo, era
una giovane bellissima (a giudicare dal dipinto di Salomon in cui si vede Aiace
che la cattura nel palladio). Quando sentiamo l’espressione “sei una
cassandra” vuol dire a grandi linee: “sì, dirai anche delle verità, ma io non
ti credo”. Ce la possiamo immaginare nel suo più celebre episodio quando i
greci lasciano un cavallo di legno davanti alla città di Troia. Gridava ai capi
troiani più o meno così: “attenti! Dentro al cavallo ci sono dei soldati! Se lo
portate dentro le mura ci uccideranno tutti”.
Bastava che i comandanti
militari attivassero un semplice buon senso e la storia avrebbe preso un’altra
piega. Invece la derisero credendo dicesse sciocchezze e la allontanarono come
una menagramo qualunque, senza un briciolo di curiosità o logica. Anzi, la
presero in giro, forse gli avranno detto anche che gli avevano rotto le scatole
con le sue profezie.
Una condizione simile a
Cassandra è quella dei pacifisti, ovvero quelli che sono convinti che per
vivere in pace non ci si può in alcun caso affidarsi alle barbarie della guerra
(come recita chiaramente anche la nostra costituzione, art. 11), quelli che
antepongono il dialogo alla brutalità della forza dirompente di un ordigno
esplosivo, quelli che amano costruire ponti anziché distruggerli. Nella lista
ci sono personaggi di grande ingegno, grande intelligenza, credibili e
stimabili in ogni consesso culturale. Mi riferisco, per citarne qualcuno e
scusandomi per non citare altri nomi importanti, a Bertrand Russell, Ghandi,
Martin Luter King, Carlo Cassola, fino a Albert Einstein. Eppure tutti sono
sempre stati trattati da cassandre.
Carlo Cassola era
considerato una cassandra. Me lo disse lui stesso una mattina, al telefono. Il
giorno prima aveva partecipato ad una trasmissione televisiva, “Acquario”, da
Costanzo, nella quale venne messo a confronto con un generale e uno scienziato.
E proprio la presunta autorevolezza dei due ospiti faceva da “spalla” alla
derisione delle tesi cassoliane sulla preoccupazione per lo scoppio di un
conflitto nucleare capace di distruggere la vita sulla terra. Sono passati
oltre quaranta anni da allora e l’agonia in cui si dibatte il mondo è sotto gli
occhi di tutti. Ogni giorno più forte e drammatica così che le parole di
Cassola si fanno ancora più pesanti.
Cassola sosteneva che la
scienza e la tecnologia hanno così cambiato il mondo che anche il nostro modo
di ragionare non può più essere lo stesso di cento anni fa. Non possiamo
pensare a concetti di difesa o guerra giusta o ingiusta come nell’Ottocento.
Oggi, negli arsenali di molti paesi ci sono armamenti così micidiali per cui la
preoccupazione per il loro utilizzo è tale che qualsiasi tema nobilissimo come
arte, cultura, religioni, o, per contro, fame, povertà, delinquenza, debbono
essere messi in secondo piano rispetto all’impellenza della preservazione della
vita sulla terra. Nazionalismo e armamenti ci hanno condotto a questo punto. È
ora di invertire la rotta e smetterla di sprecare ingenti risorse per gli
eserciti. Come era solito dire Aldo Capitini, non crediamo che, in caso di
guerra, gli armamenti più micidiali non vengano usati. Non crediamo, aggiungo
io, che in caso di guerra venga utilizzato il buon senso e l’intelligenza. La
guerra è solo barbarie e chi la persegue per ottenere qualche vantaggio, oggi
può essere solo considerato uno squilibrato o pazzo. Sminuire o peggio farsi
beffe di chi sostiene il disarmo, ragionando come si poteva fare qualche secolo
fa, oggi non è più possibile e occorre prenderne coscienza della mutata
condizione umana.
Qualunque donna o uomo di
buona volontà, dovrebbe oggi gridare solo una frase: “basta con gli armamenti,
basta con la guerra.” A costo di essere ancora tacciati da cassandre, ma
indigniamoci e non perdiamo la lucidità dietro questioni bizantine che fanno
solo il gioco dei guerrafondai.
"Sterminatori"