CULTURA E GUERRA
di Romano Rinaldi
Caro
Angelo, il tuo articolo: “Uomini di cultura e guerra” su “Odissea” del 23.4.2022,
richiede una risposta che cercherò di articolare in base alle tue domande: Sacrifichereste
Venezia, Praga, Lisbona, gli Uffizi, la Cappella Sistina, San Pietro in
Vincoli, Piazza dei Miracoli, Piazza del Campo, il Duomo di Orvieto, Piazza
dell’Anfiteatro… ad una guerra giusta?
... come potete a cuor leggero sostenere le ragioni del partito della
guerra e dei guerrafondai?
… Sareste davvero
disposti a sacrificare per sempre questo prezioso e irripetibile patrimonio? O
non rinuncereste piuttosto a qualsiasi ragione addotta dalla guerra – per
giusta che sia – e preservarlo accettando una pace ingiusta?
La mia risposta a tutti questi tuoi quesiti è NO. Non sono affatto disposto
a rinunciare a nessuna delle vestigia culturali, lascito dell'umanità sul
pianeta, per una guerra, giusta o ingiusta che sia. Ritengo inoltre che una
guerra sia sempre ingiusta. Non esiste alcuna possibilità per una guerra
giusta. Mentre la pace non può che fondarsi sulla giustizia, altrimenti è un
semplice armistizio.
Ma se si parla di difesa, esiste ed è sempre esistita la legittima difesa.
Da non confondere con la guerra che è sempre un atto di offesa, infatti la più
violenta delle offese, contro la vita stessa del nemico (o presunto tale).
Cosa c'è dunque di giusto in una guerra? Nulla, assolutamente nulla.
Altrettanto non si può certo dire della legittima difesa che è contemplata in
tutti gli ordinamenti legislativi del mondo. Ed è anche estesa alla difesa del
patrimonio culturale ed artistico, come contemplano le leggi del diritto
umanitario, insieme coi luoghi di cura (ospedali, scuole, ecc.) e di culto
(chiese, moschee, ecc.). I crimini contro queste realtà ricadono sotto l'ambito
dei crimini contro l'umanità, il peggiore dei quali è il genocidio. È di questi
crimini che l’umanità e le sue leggi chiameranno a rispondere gli artefici dei
sacrilegi perpetrati con questa come tutte le altre guerre o atti di terrorismo
posteriori all’istituzione di queste leggi internazionali. Non ci confonda il
pretesto di alcune nazioni (anche molto potenti) che non hanno ancora firmato
gli accordi istitutivi di queste leggi. Le leggi sono in vigore da molti anni
ormai e le procedure sono già state avviate anche in questo caso. Ecco dunque
dove dobbiamo rivolgerci, come genere umano per la salvaguardia dei nostri
diritti, alla vita ed alla conservazione della nostra umanità. Il diritto del
più forte (in Inglese “might is right”) è in disuso da molto tempo ed è
abbastanza inutile fare riferimento a fatti e guerre del passato, come può
ricordarci persino il marchio delle due chiavi incrociate impresso sui fucili
degli Zuavi che si opposero alle truppe di Garibaldi a Porta Pia il 20
Settembre di appena 152 anni fa.
Quanto alla minaccia del ricorso alle armi nucleari per imporre il diritto
del più forte, è chiaro che questo è il massimo della disumanità e se pensiamo
davvero che questo sia il prodotto dell’evoluzione della specie homo (non certo
sapiens) sul pianeta alla quale dobbiamo piegarci bè, allora non c’è alcuna
speranza di pace né ora né mai.
Dunque sulla base di questi ragionamenti, anch'io mi sento e ritengo di
essere, a pieno diritto, un pacifista e non sostengo affatto il partito della
guerra e dei guerrafondai coi quali non ho proprio nulla da spartire.
Spero che il mio massaggio sia chiaro e non offensivo come a volte può
essere l’uso furbesco del termine “pacifista con l’elmetto” per indicare quello
che più propriamente definirei pacifismo realista.