ARCHITETTI, ARCHITETTURA E CONCORSI
di Emilio Battisti*
Un primo piano di Emilio Battisti
Risultati del Concorso Beic e rispetto delle regole.
Gli amici Stefano Boeri e Cino Zucchi hanno,
meritatamente, un grande successo internazionale e sono molto influenti a
Milano. Ma è ora in corso una discussione che riguarda la loro eventuale
incompatibilità a far parte della giuria del concorso internazionale per la
Beic, la nuova Biblioteca europea di informazione e cultura di Milano. Me
ne interesso anche per un antefatto che risale al 2001, quando lo studio Bolles
+ Wilson vinse con un bellissimo progetto, mai realizzato per mancato finanziamento
(e quindi con grande spreco di risorse), un primo concorso al quale anch’io
partecipai insieme a Umberto Riva.
Il nuovo concorso,
bandito con i fondi Pnrr, ha innescato molte polemiche. A Milano i concorsi
internazionali per realizzare importanti opere pubbliche si risolvono con
risultati che, per quanto vi partecipino molti studi stranieri, vedono
vincitori, in modo ricorrente, progettisti milanesi e il caso della BEIC è
emblematico. La commissione giudicatrice è stata presieduta da
Stefano Boeri e composta da Jocelyn Helen Froimovich Hes, unico membro
straniero rappresentante dell’Ordine degli Architetti, Johnny Pellicciotta per l’Ordine
degli Ingegneri con Rosa Maiello e Cino Zucchi in rappresentanza del Comune di
Milano. Tra i 44 partecipanti, ha vinto il raggruppamento con a capo gli studi
milanesi Onsite e Baukuh, seguiti da Michele De Lucchi, secondo, e Andrea
Caputo, terzo, anch’essi milanesi, il quarto classificato, Paolo Zilli, è
romano e soltanto l’ultimo, Hong Mingi, è straniero.
Il fatto di
privilegiare i professionisti locali si era già verificato nel recente concorso
Novecentopiucento per il nuovo museo d’arte contemporanea, dove su dieci
concorrenti selezionati ben sette sono risultati milanesi e gli altri tre
italiani. Un po’ meglio è andata con in concorso Magnifica Fabbrica dei
laboratori della Scala dove, tra i selezionati, i milanesi sono solo due su
sette, al primo posto si è classificato uno studio di Pavia, al secondo posto
uno studio straniero e gli altri quattro non sono studi milanesi.
Se si confronta l’esito
di questi concorsi con i due concorsi a inviti volontariamente banditi dall’Università
Bocconi (che essendo un ente privato non ne avrebbe l’obbligo) per la
realizzazione dei due ultimi grandi ampliamenti vinti rispettivamente dallo
studio irlandese Graton Architects e dallo studio giapponese Sanaa risulta
evidente che, a parte il giudizio che ognuno può esprimere sugli interventi
realizzati, il risultato ha offerto a Milano il contributo di architetti di
grande prestigio che si è concretizzato con la realizzazione di interventi
molto importanti.
Il progetto vincitore
Nel caso delle Grafton
il merito va riconosciuto a Kenneth Frampton che, come presidente della giuria,
ha orientato la valutazione con indiscussa competenza e autorevolezza sulla
base dei suoi studi sulla tettonica delle costruzioni e grande conoscenza della
cultura architettonica del Movimento moderno. Nel caso di Sanaa la
giuria ha valutato i progetti sotto la presidenza di Sir Peter Cook, noto per
essere tra i fondatori dello storico gruppo d’avanguardia Archigram, il
cui ruolo è stato determinante nel favorire un acceso dibattito con vivace
confronto tra i giurati che ha condotto alla scelta di un progetto sicuramente molto
originale e innovativo per Milano.
Un programma
progettuale, quest’ultimo, che conosco bene perché, per dare maggior risalto al
concorso, l’università Bocconi aveva invitato dieci scuole d’architettura di
prestigio internazionale a presentare dei progetti elaborati dagli studenti e
io ho rappresentato il Politecnico di Milano con un gruppo di miei laureandi
che si sono classificati in graduatoria insieme alla Harvard University e alla Universidad Nacional Autónoma de México.
È evidente che per i concorsi, la soluzione più appropriata sarebbe di
rinunciare all’anonimato dei concorrenti e delle giurie in modo che i
progettisti partecipino con la propria identità e i giurati si assumano la
responsabilità delle loro scelte in piena trasparenza. Ma non è consentito.
Infatti, in base alla
normativa del “doppio anonimato” i concorrenti hanno appreso la composizione
della giuria solo dopo aver consegnato i loro progetti e i giurati non potevano
conoscere gli autori dei progetti che hanno giudicato. Dovrebbe dunque essere
stata assicurata equanimità di giudizio nei confronti di tutti i concorrenti. Ma poiché il Comune di Milano non può indire
concorsi riservati ai progettisti milanesi o lombardi, se si fanno dei concorsi
internazionali e poi l’esito consente di dubitare dell’equanime valutazione dei
progetti, ne deriva inevitabilmente un grave discredito a livello
internazionale per il Comune, l’ambiente professionale e l’architettura milanese.
Ma, tornando al
doppio anonimato, le regole dicono anche che se, all’atto della pubblicazione
della giuria, un concorrente constata che ha svolto o ha in corso attività
professionali o altro rapporto notorio con qualcuno dei suoi membri, deve
allora obbligatoriamente comunicarlo al Responsabile unico del procedimento
(Rup) che, fatti i dovuti accertamenti, potrebbe procedere alla sostituzione
dei componenti della giuria che risultino incompatibili, costituendo una giuria
diversa, che avrebbe probabilmente formulato una graduatoria differente da
quella attuale. Il concorrente che omette di segnalare le sue relazioni con i
giurati potrebbe, alla fine, essere escluso dalla graduatoria.
Ebbene: varie
attività di taluni concorrenti, condivise con Boeri e Zucchi, si trovano documentate
nei siti web dei relativi studi, come segnalato da molti architetti interessati,
come me, ai grandi concorsi di architettura.
Risulta, ad esempio, che Pier Paolo Tamburelli, uno dei titolari dello
studio Baukuh, è stato redattore della rivista Domus dal 2005 al 2007 quando era
direttore Boeri che, nel 2011, è stato anche presidente della giuria del
concorso per la Casa della Memoria, vinto da Baukuh, poi realizzata. Concorso
nel quale Andrea Caputo era risultato secondo e che, nel 2021, ha anche fatto
parte della squadra di Boeri per l’organizzazione del Supersalone del Mobile digitale.
Più recentemente, nel 2019, Tamburelli è stato ancora incaricato da Boeri, presidente
della Triennale, del programma di mostre di architettura, nel 2020 ha partecipato
al raggruppamento da lui costituito per il progetto Grande Ginevra e
nel 2021 ha collaborato al programma 9 Ideas for the Future of Cities. Per
non citare la storica collaborazione con lo studio di strutturisti SCE Project,
del raggruppamento vincitore, che insieme allo studio Boeri ha realizzato in
passato il complesso RCS a Milano, la stazione di Matera e starebbe lavorando,
sempre a Milano, al Bosconavigli e a un complesso residenziale di pregio
a Tirana.
L'area di Porta Vittoria dove sorgerà
la Biblioteca europea
Nel 2013 Onesitestudio ha condiviso con Zucchi la
progettazione di un intervento di social housing a Settimo Torinese, l’anno
successivo Giancarlo Floridi, uno dei due partner dello studio, ha cooperato al
padiglione italiano della Biennale di Architettura curato da Zucchi e alla fine
del 2021 ha condiviso con lui la realizzazione del ciclo di conferenze Urban
Grace al Politecnico di Milano. Ma già nel 2017, in occasione dell’elaborazione
delle “Vision” degli scali ferroviari di Milano, commissionate da FS
Sistemi Urbani, Onesitestudio e Baukuh sono stati entrambi invitati a collaborare
nell’ambito del progetto Seven Beautiful Orchards di Zucchi. L’elenco delle occasioni di collaborazione anche nei confronti di altri
partecipanti al concorso potrebbe continuare.
Nel contraddittorio
avuto proprio con Zucchi a proposito del concorso BEIC, prendendo atto delle sue
assicurazioni rispetto alla assoluta correttezza del metodo di giudizio adottato
dalla giuria, dell’importante ruolo svolto dall’unica giurata straniera
proposta dall’Ordine, mi è tornato tuttavia oscuro come la giuria abbia potuto
fare la scelta dei cinque finalisti a maggioranza semplice, ossia all’unanimità
come lui ha dichiarato, visto che ciascun commissario ha dovuto applicare un
dispositivo di valutazione a punteggi.
Ho anche respinto
l’accusa di dietrologia per aver affermato che un giurato potrebbe essere
influenzato anche da fattori puramente culturali e soprattutto se, informato e
colto, come sono certamente Boeri e Zucchi, possa del tutto legittimamente
immaginare chi sia l’autore di un progetto che sta valutando.
È infatti evidente
che la nomina di membri della giuria scelti in ambito locale aumenta il rischio
di casi di conflitto di interessi a causa di possibili collaborazioni
professionali e culturali. Tanto che Boeri avrebbe dichiarato di aver svolto
collaborazioni anche con altri partecipanti al concorso BEIC non risultati tra
i primi cinque in graduatoria.
Ma per rispettare la
farraginosa normativa del doppio anonimato, chi tra i giurati venisse, anche
fortuitamente, a conoscenza del fatto che tra i concorrenti c’è qualcuno con
cui ha condiviso delle attività dovrebbe farsi sostituire dal RUP proprio per
non danneggiare quel concorrente.
Non solo, se all’atto
della pubblicazione della composizione della giuria un concorrente, come
abbiamo visto, constata che ha svolto delle attività in condivisione con un
membro deve obbligatoriamente comunicarlo al RUP che, fatti i dovuti
accertamenti può, prima del suo insediamento, procedere alla sostituzione del
componente della giuria che incorre in tale situazione. Io stesso, se avessi
partecipato anche a questo concorso, avrei dovuto segnalare al RUP la
pluriennale frequentazione, collaborazione e amicizia con Zucchi che, dopo
essersi laureato con me, è stato mio assistente al Politecnico, coautore in
vari importanti concorsi, tra i quali ricordo quelli di un centro culturale a
Varese e di Lützowplatz a Berlino insieme al caro amico Emilio Puglielli, del
concorso internazionale per la nuova Opéra di Parigi alla Bastiglia, quello per
un nuovo ponte sull’Adda e la consultazione interna al dipartimento, allora
diretto da Antonio Monestiroli, per il masterplan del nuovo insediamento del
Politecnico alla Bovisa. Tutte esperienze di cui ho un bellissimo ricordo.
la Biblioteca europea
L'Università Bocconi di Milano
(Grafton Architects)
Nel 2019 Zucchi ha anche partecipato al ciclo di
incontri, che ho organizzato, in cui si è discusso di due suoi edifici Corte
Verde e Novetredici a Milano.
Per concludere, se posso esprimere un parere personale, ritengo che i
concorsi internazionali, ad alcuni dei quali ho partecipato anche recentemente,
se gestiti senza favoritismi da giurie autorevoli e autonome, rappresentano
l’occasione più appropriata, anche per gli architetti milanesi, di confrontarsi
con la cultura architettonica più avanzata a scala mondiale.
Dato che gli architetti di Milano e della Città metropolitana sono quasi
tredicimila e molti dei concorsi pubblici si svolgono utilizzando la
piattaforma ConcorriMi, frutto della collaborazione tra l’Ordine degli
Architetti, l’Ordine degli Ingegneri e il Comune di Milano, credo sia opportuno
che sulla questione si apra un serio dibattito da riportare anche a livello
nazionale.
Sul piano formale la questione del concorso BEIC riguarda esclusivamente il
fatto che i concorrenti non avrebbero rispettato l’obbligo di segnalare le
collaborazioni trascorse o in atto con membri della giuria e, poiché tale omissione
comporterebbe l’esclusione a posteriori dalla graduatoria del concorrente
inadempiente, il RUP è ora tenuto ai dovuti accertamenti e a procedere, se del
caso, allo “scorrimento” della graduatoria, modificando quindi i risultati del concorso.
Sarebbe un importante monito: per il Comune di Milano che dovrà organizzare
i futuri concorsi, per i membri delle giurie che dovranno valutare se accettare
la nomina e per i progettisti che vorranno concorrere.
(Grafton Architects)
Bocconi di Milano
(Studio Sanaa)
*Architetto e
urbanista, docente al Politecnico
di Milano.
Visiting Professor alla Columbia University, Syracuse University,
Accademia di
Architettura Mendrisio.
(Studio Sanaa)
I PROGETTI CLASSIFICATI
Secondo classificato, Michele De Lucchi |
Terzo classificato, Andrea Caputo |
Quarto classificato, Paolo Zilli |
Quinto classificato, Hong Mingi |