GUERRA RUSSIA-NATO
di
Luigi Caroli
Biden - Zelenkky
E
se fossero gli americani all’ultima spiaggia?
Stanno
facendo la guerra in Ucraina per preservare il loro primato in declino.
Da
quando? All’incirca dal 2001. C’era ancora Bush e, quando - nel 2009 - passò lo
scettro a Obama gli raccomandò: “Fai attenzione alla Russia”. È in Ucraina che si sta giocando la prima partita
per il futuro dell’umanità. Lo scontro con la Russia determinerà se
l’integrazione economica globale si svilupperà in un sistema multipolare o se
l’“ordine basato sulle regole (messe da loro)” riuscirà a sconfiggere qualsiasi
oppositore a un modello centrato - apparentemente - sull’Occidente. Ma dove
finisce l’Occidente? Sulla costa atlantica! La U.E. non conta niente. Germania
e Francia hanno curato i loro interessi e l’accozzaglia dei 27 Paesi, non
riuscendo a mettersi d’accordo sulle questioni più importanti, non è in grado
di controbattere. Esegue gli ordini (ancorché sbagliati) degli Stati Uniti. La
Germania ondeggia tra USA e Cina, ma il suo primato in Europa non ha peso a
livello mondiale. Russia e Cina sono le sole minacce per l’egemonia
statunitense. L’obiettivo degli Stati Uniti è evidente per un cieco ma non lo è
per le giovani commissarie U.E. che fingono di decidere e per i vecchietti
rincoglioniti che fingono di comandare. Contano zero a livello mondiale e si
rallegrano con grilli e vermi arrostiti da servire a tavola. Un’ egemonia
regionale condivisa in Europa rappresenterebbe una concentrazione di potere
abbastanza grande per minacciare gli interessi degli USA e tutelare, almeno in
parte, i nostri interessi. Ma i governanti adorano la mansione di cameriere
ottimamente retribuito. Dal punto di vista della strategia geopolitica,
l’Europa conta molto meno dell’Eurasia. Compie un grossolano errore chi
sostiene che il rafforzamento (con una spesa superiore ai 1000 miliardi di
dollari) delle forze armate statunitensi nel 2022 sia stato una “risposta
all’aggressione russa in Ucraina”. I “veri” piani di guerra il Pentagono li ha
fatti contro la Cina.
Biden - Zelenkky |
Putin |
Gli USA vedono la sottomissione della Russia come un
“trampolino di lancio” irrinunciabile per entrare in conflitto con la Cina. Il
loro vero competitor.
Il
piano USA è chiaro: indebolire la Russia, far cacciare dai cittadini russi il
loro capo, impadronirsi di buona parte delle loro immense risorse naturali, contenimento
della Cina. L’escalation dell’aggressione in Ucraina, autorizzata da Obama nel
2014 su sollecitazione dei fabbricanti di armi, è stata un “colpo di fulmine”
per contenere i centri emergenti del potere economico e preservare la posizione
USA in declino a livello mondiale. Evidenziato anche dal maldestro ritiro dei
soldati americani dall’Afghanistan. Con il pretesto dell’aggressione russa
non provocata la guerra è stata un disperato tentativo degli USA di
difendere la loro vacillante egemonia globale. Nel 2022, nemmeno per un attimo
Biden ha pensato alla pace. Lo scontro è tra gli oligarchi occidentali
“guerrafondai” (che controllano i media e l’establishment politico degli USA) e
le economie emergenti che utilizzano il sistema di mercato per collegare i loro
manufatti col maggior numero possibile di Paesi nel mondo a mezzo di: alta
velocità, infrastrutture, sviluppo cooperativo (un probabile sogno).
Nel
2013 i cinesi hanno costituito la BRI (Belt and Road Iniziative). È il più grande programma industriale mai realizzato
al mondo e 150 Paesi hanno già aderito. La BRI è “economia di mercato senza
politica”. Ma solo il futuro potrà svelarci in che misura è realizzabile. I
venali oligarchi statunitensi non hanno progetti di questo genere. I profitti
dei parassiti miliardari provengono da “riacquisto di azioni proprie”,
“evasione fiscale” e “truffe sul debito”. Non avvantaggiano nessuno tranne
loro. Trasferiscono gran parte delle ricchezze della Nazione nei loro stracolmi
depositi bancari. Ultimamente, per aumentare le loro enormi ricchezze hanno
scelto la sanità. Accrescendo così il loro potere politico e restringendo
ulteriormente la libertà della popolazione. Se il trattamento riservato dagli
USA ai cinesi può interessare - relativamente - gli italiani, c’è un altro Presidente
(di Obama vi ho già detto) che ha procurato a noi (e ad altri Paesi) grossi
guai finanziari? Nixon, nel 1971, abolendo la convertibilità del dollaro in
oro. Qual è l’ultima trovata di Biden (è stato il vice di Obama)? Inondare di
dollari - grazie a Nixon può stamparne quanti ne vuole - gli imprenditori
italiani che decidono di trasferire negli USA i loro impianti produttivi. Biden
ha stabilito: “Compriamo solo da chi produce negli USA”!
Richard Nixon |