NOI SIAMO IL MONDO
di
Annitta Di Mineo
Beuys
Welt al teatro Out Off di Milano.
Sala
gremita di spettatori al concerto di Maurizio De Caro con il suo “Beuys Welt”, al
Teatro Out Off di Milano, 21 gennaio 2024. Omaggio al grande artista tedesco
Joseph Beuys alla presenza di Lucrezia De Domizio Durini, produttrice
dell’opera, fervente estimatrice e divulgatrice del pensiero umanista e
spirituale del Maestro, che della cittadina di Bolognano (PE) ne fece la sua
seconda residenza, ed è qui che avviò la Piantagione Paradise di querce dopo
aver ricevuto 15 ettari di terreno dai Durini, tutt’oggi attiva in Difesa
della Natura per la salvaguardia dell’ambiente. Presenti esponenti dell’arte
e non solo, provenienti dalla Germania, Spagna, Svizzera, Francia e da varie
regioni italiane. Maurizio De Caro, architetto versatile di fama
internazionale, con questo evento, di ispirazione al movimento Fluxus, ha
portato in scena un’opera musicale insolita, nata dalle sue elaborazioni
elettroniche con letture di testi originali di Joseph Beuys e dello stesso De
Caro. Con libretto alla mano, distribuito a tutti i presenti ognuno poteva seguire
o semplicemente chiudendo gli occhi ascoltare suoni e parole, in una
ambientazione a luci soffuse, scritti a difesa della natura, dei diritti umani,
messaggio sociale rivolto al mondo intero “Io sono il Mondo”. Per un nuovo
umanesimo: “Noi piantiamo gli alberi e gli alberi piantano noi, poiché
apparteniamo l’uno all’altro e dobbiamo esistere assieme… e se l’umanità
fallisce, la natura avrà una vendetta terribile”. “L’albero è l’uomo e
l’uomo è l’albero, il riferimento più alto dell’intelligenza cosmica”.
Lucrezia De Domizio Durini
Maurizio De Carlo e altri
Ed
ecco un’intervista rilasciata da Maurizio De Caro riguardante il concerto Beuys
Welt. “Il concerto si è sviluppato per micro-suggestioni sonore alternando
letture e pezzi musicali, in un tracciato interpretativo variegato e multiforme.
I concetti delle letture sono una mia ri-elaborazione delle discussioni dell’Artista
Joseph Beuys nel corso della sua vita. I temi musicali si ispirano al percorso
artistico di Beuys e alla sua ricerca negli ambiti dell’arte, dell’antropologia,
della politica e della cultura sociale, argomenti tuttora attuali e densi di
significato (arte, parola, azione umana, coraggio e sfida, economia, verità e
sogno, vuoto e silenzio, Mondo). La sequenza prestabilita delle tracce, è stata
eseguita in un continuum, l’esecuzione finale è frutto di una forma di improvvisazione
poli-direzionale e complessa, ma ancorata ai temi concettuali di Joseph Beuys. Nella
sua forma compiuta il sistema musicale polifonico assomiglia di per sé a una
performance, o ad un’installazione, quindi molto legata alle forme
comunicazionali dell’arte contemporanea, il supporto magnetico (CD) è soltanto
la memoria di tutte le variabili che si possono eseguire nelle fasi successive
dal vivo. Nessuna forma musicale è tralasciata, dalla musica concreta, alla
musica stocastica, dai rumori interstellari, all’elettronica pura, ma sono
presenti sonorità sinfoniche quasi tradizionali, il risultato è un contenitore
che tiene insieme le diverse parti della musica e della voce, che è trattata, e
possiamo dire giustamente, come strumento musicale contemporaneo. Lo sviluppo
della tessitura poli-funzionale restituisce un tracciato definito, che conduce
verso le argomentazioni più alte del pensiero beuysiano, interpretato e
attualizzato dopo oltre quaranta anni dalla morte di Beuys (1986), a dimostrazione
della densità degli argomenti e della forza della parola. Con le percussioni
ritmate quasi casualmente, senza una cadenza prestabilita, comincia il viaggio
al centro della materia creativa, scomposta, incontrollabile, come all’origine
del tempo e del mondo, è il ritorno al magma primigenio, è lo sgomento che si
prova avvicinandosi al cuore della creazione e della creatività, un gesto
simbolico molto prima di essere musicale, qui nasce l’opera. Entriamo nella
forma più spericolata della musica, quella che non deve dare giustificazione,
come la parola che vive ed emerge dal silenzio, e lo cambia irrimediabilmente.
I momenti sonori inseguono le forme più stridenti della disarmonia contemporanea,
in una sfida verso altri mondi, verso altri suoni. Naturalmente il viaggio non
poteva continuare che verso l’ignoto, quello spazio sognato, immaginato e
rincorso nel corso di tutto il Novecento, la naturale proiezione dell’uomo,
verso l’altro e verso l’altrove. Una rincorsa al silenzio, quello definitivo dell’inizio
o della fine del mondo, nella rincorsa tra i cluster nascosti nelle pieghe del
tempo, e uno sguardo timido ma profondo verso qualsiasi tipo di futuro. Ora la
musica è lontana dalla Terra, ma non riesce a dimenticarla, non vuole
abbandonarla ma deve cercare altro, e deve spingersi altrove per trovarlo, se l’Universo
gravita nel silenzio più profondo, noi gli abbiamo regalato matrici sonore: Noi
siamo il Mondo!”.
Lucrezia De Domizio Durini Maurizio De Carlo e altri |