MEMORIA
di Pier Carlo Rapetti*
Questo 2024 è il centenario
dell’assassinio di Giacomo Matteotti, è l’anno dell’80° degli scioperi nelle
fabbriche sestesi e delle deportazioni degli operai sestesi, della strage di
Marzabotto, delle Fosse Ardeatine, e di molte altre stragi. Il 2024 è il 50°
della strage del treno Italicus. Ecco dunque perché oggi (27 gennaio), giornata
della memoria è importante rendere omaggio a tutti coloro che con il loro
coraggio si sono opposti ad un disegno infame di violenza e di sopraffazione
che prevedeva la riduzione in schiavitù di milioni di donne e uomini liberi e
di tutti gli oppositori destinati a lavorare fino alla consunzione per le
grandi fabbriche tedesche e la persecuzione e lo sterminio di altri milioni di
essere umani condannati alla camera a gas.
In particolare, in questo luogo, accanto a questo monumento
costruito 25 anni fa e oggetto più volte di devastazione, l’ultima l’anno
scorso, ad opera di neofascisti, ci ritroviamo a ricordare insieme tutti i cittadini che
lavoravano nelle grandi e piccole fabbriche dell’area industriale di Sesto San
Giovanni, arrestati dai nazifascisti e deportati nei Lager nazisti, la maggior
parte a seguito degli scioperi del marzo 1944, ma anche per attività antifascista,
per azioni partigiane, o semplicemente a seguito di rastrellamenti.
Giacomo Matteotti
I
nomi sulle pietre poste intorno al monumento al deportato ci ricordano persone:
operai, padri di famiglia, giovani che fecero una scelta coraggiosa: scioperare
e lottare contro il nazifascimo dando un contributo fondamentale all’azione per
la conquista della indipendenza, libertà e democrazia del nostro Paese, fino
alla realizzazione della Costituzione e della Repubblica fondata sul lavoro. Oggi si
sta sviluppando un tentativo di depotenziare e stravolgere la nostra Carta
Costituzionale. Premierato e Autonomia Differenziata stravolgono il modello sociale, economico e democratico delineato dalla
Costituzione antifascista. Infatti l’insieme del Premierato e della autonomia
differenziata cancella di fatto l’art. 3 della Costituzione che fa discendere
dall’uguaglianza dei diritti civili e sociali sia la responsabilità della
Repubblica sulle condizioni materiali di vita dei propri cittadini (Stato
Sociale), sia la democrazia partecipata. Dobbiamo attuare e non affossare la
nostra Costituzione, dobbiamo evidenziare il nesso tra forma di Governo e condizioni
materiali di vita e lo dobbiamo in particolare a loro. Un potere verticalizzato
difende gli interessi dei più forti; un potere partecipato guarda ai bisogni e
ai diritti di tutte le cittadine e dei cittadini. Perciò chiediamo piuttosto di
rafforzare il ruolo del Parlamento e di varare una legge elettorale nuova che
garantisca pluralismo e rappresentanza.
Giacomo Matteotti |
La nostra Costituzione disegna un modello di società giusta,
solidale, democratica, pacifica. Davanti a tutto ciò,
avvertiamo l’urgenza, oggi più che mai, di un forte impegno antifascista.
Vogliono farci perdere la memoria diceva, in una recente intervista prima della
sua morte, Ferruccio Laffi ultimo sopravvissuto della strage di Marzabotto. Noi
non perderemo la memoria, continueremo a portare con maggiore forza il
nostro contributo in tutte le iniziative tese a mantenere viva la memoria.
“Non c’è torto maggiore -
ci ricorda Sergio Mattarella- Non c’è torto maggiore che si possa commettere
nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone
indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o
di riduzione delle colpe, personali o collettive”.
Ricordare significa evitare che certi orrori si
ripetano e lo si può fare tenendo assieme identità diverse e interdipendenti,
soggettività differenti. Si può fare accogliendo il prossimo, assicurandoci che
i suoi diritti saranno sempre garantiti. La Resistenza fu una grande
incubatrice di idee di liberazione e di eguaglianza che presero forma durante
la lotta di Liberazione contro il nazifascismo e vennero poi tradotte nella
Costituzione che, disse Calamandrei, era una rivoluzione promessa. Quella
Costituzione che qualcuno vuole stravolgere. È nostro dovere onorare quella
promessa delle partigiane e partigiani che diedero la vita per la libertà, per
la democrazia, per la dignità delle persone, per la solidarietà e la pace tra i
popoli. La promessa di operare insieme affinché sia posto come tema primario
l’applicazione integrale della Carta Costituzionale.
I martiri di Marzabotto
Davanti a queste pietre e a
questo monumento non possiamo non denunciare le manifestazioni nazifasciste che
salgono agli onori della cronaca:
1° gli assalti alle sedi
politiche e sindacali
2° l’aberrante sfilata con
saluto fascista di Acca Laurentia
3° i continui tentativi di
revisionismo storico e di mistificazione della storia nel solco del falso mito
degli “Italiani brava gente”
(cito solo come esempio il
calendario dell’esercito con la scritta prima e dopo l’8 settembre)
4° l’operazione evidente
della destra di controllo sui media e sulla cultura
5° il tentativo di
equiparare fascismo e comunismo.
I martiri di Marzabotto |
Monumento alla Resistenza
Sesto San Giovanni (Milano)
A tale proposito vorrei
ricordare che i Comunisti in
Italia hanno partecipato alla Resistenza e alla creazione della Repubblica
Italiana partecipando ai lavori dell’Assemblea Costituente. Su cos’è il fascismo mi piace rileggere
insieme a voi quanto scritto nel 2017 da Michela Murgia:
“A te
che hai vent’anni e mi chiedi cos’è il fascismo, vorrei non doverti rispondere.
Vorrei che nel 2017 la risposta a questa domanda la sapessimo già tutti, ma se
me lo chiedi è perché non è così. So perché me lo domandi. Credi che io sia
intollerante se dico che il fascismo è reato e deve rimanerlo sempre. In un
certo senso è dunque colpa mia se me lo chiedi. Colpa del fatto che non ti ho
detto che il fascismo non è il contrario del comunismo, ma della democrazia.
Dire che il fascismo è un’opinione politica è come dire che la mafia è
un’opinione politica; invece, proprio come la mafia, il suo obiettivo è la
sostituzione stessa dello stato democratico ed è la ragione per cui ogni stato
democratico dovrebbe combatterli entrambi - mafia e fascismo - senza alcun cedimento.
Nessuno è al sicuro quando cominciamo a pensare che il fascismo è solo
un’opinione tra le altre”.
Infine la lezione che ci hanno tramandato coloro che
hanno preso parte alla Resistenza è il sentimento della Pace: la guerra come il peggiore degli
incubi, una follia da “ripudiare”, fuori dalla ragione umana. La Resistenza non è stata solo
lotta partigiana in montagna con le armi. La Resistenza è stata un
fenomeno diffuso, è stata anche resistenza civile, resistenza delle donne
disarmate che mantenevano le famiglie dei partigiani, resistenza delle
staffette partigiane, resistenza civile degli intellettuali, resistenza di chi
nascondeva gli ebrei, resistenza di chi aiutava i disertori della Repubblica di
Salò, resistenza dei sacerdoti cattolici che sostenevano gli antifascisti
perseguitati, resistenza dei partigiani nonviolenti che non hanno mai voluto
togliere la sicura al fucile ma partecipavano agli atti di sabotaggio,
resistenza anche di chi si è opposto agli atti di vendetta verso i fascisti.
Dire no alla guerra, no al riarmo, rifiutare la
logica del più forte e del più potente, respingere l’idea che la violenza
assassina si sconfigge con altra violenza più assassina, non significa rinunciare alla
lotta per la libertà, ma al contrario, è prendere il testimone di chi è passato per le
tragedie della storia ed ha deposto le armi, affidandoci la Carta
Costituzionale dove possiamo trovare le risposte per mantenere e rafforzare la
pace e la convivenza.
Monumento alla Resistenza Sesto San Giovanni (Milano) |
Per tutto ciò l’attuale
escalation di violenza nella cosiddetta Striscia di Gaza non ci può vedere
silenti. In poche settimane, dagli attacchi perpetrati da Hamas, che vanno
inequivocabilmente condannati con fermezza, sono già migliaia le vittime civili
e la situazione umanitaria a Gaza è terribile. Al dolore e sdegno per le
centinaia di vittime e ostaggi israeliani si aggiunge il dramma umanitario che
si sta consumando nei territori palestinesi. È inammissibile che non si riesca
a trovare la via per il dialogo nel rispetto reciproco e per garantire il
diritto alla pace e il diritto ad una propria terra a ciascuno dei popoli che
vivono in quella regione. Riprendendo ancora le parole del nostro presidente
Sergio Mattarella: “Sentiamo
crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani
crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la
popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza. Anzitutto per l’irrinunziabile rispetto
dei diritti umani di ciascuno, ovunque. E anche perché una reazione con così drammatiche
conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di
odio. Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di
cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro
popolo il diritto a uno Stato”.
Annunziata Cesani
(Ceda)
Prima di concludere vorrei lanciare un appello
a tutte e tutti, sarebbe importante che le celebrazioni per l’80° dai fatti del
1944 comprendessero anche un ricordo speciale per la nostra Presidentessa Annunziata
Cesani detta Ceda. Sarebbe un segnale importante che il 23 maggio, rispondendo all’appello
sottoscritto da centinaia di cittadine e cittadini si possa finalmente procedere
all’intitolazione dei giardini di villa Zorn alla Ceda, “Instancabile e
appassionata sentinella dei diritti e della memoria”, una persona che si
è conquistata di diritto un posto nella storia del nostro comune e che ha
incarnato quegli alti valori che la Costituzione Italiana ci insegna ancor oggi
a difendere e sostenere.
W l’Italia antifascista, W la Resistenza, W la
nostra Costituzione.
[*presidente Anpi Sesto San Giovanni, Milano]
(Ceda)