UN ECCEZIONALE PERICOLO
di
Alessandro Pascolini
- Università di Padova
Sempre a soli 90
secondi dalla fine
Quest'anno,
il Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists
ha mantenuto le lancette dell'Orologio del Giorno del Giudizio (il Doomsday
Clock) a soli 90 secondi dalla mezzanotte, il momento più vicino alla
catastrofe globale fin dal 1947. Il Doomsday Clock ci ricorda quanto sia
delicato e incerto l’equilibrio che permette la sopravvivenza dell’umanità in
presenza delle armi nucleari e di nuove destabilizzanti tecnologie nell'attuale
fase dei cambiamenti climatici che condizionano la vita sul nostro pianeta:
ogni anno dal 1947 segna quanto tempo rimane prima della mezzanotte antecedente
al giorno del giudizio. La prima indicazione all’inizio della guerra fredda
(1947) fu di mezzanotte meno sette minuti; con l’acquisizione delle armi
nucleari da parte dell’URSS (1949) le lancette vennero portate a 3 minuti da
mezzanotte; un ulteriore aggravamento (e siamo a meno due minuti) si ha con lo
sviluppo delle armi termonucleari (1953). Nel corso degli anni, a fronte
dell’evoluzione del confronto nucleare fra le superpotenze e la proliferazione
in altri paesi, l’orologio si è allontanato e avvicinato alla mezzanotte; il
momento più sicuro si è avuto nel 1991 alla fine della guerra fredda (17 minuti
da mezzanotte) per poi via via aggravarsi negli anni successivi per
l’incapacità del mondo politico internazionale di superare il confronto
nucleare e di affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico
globale, fino a raggiungere lo scorso anno la distanza estremamente pericolosa
di soli 90 secondi.
Oggi,
ancora una volta, abbiamo fissato l'Orologio del Giorno del Giudizio a 90
secondi dalla mezzanotte, perché l'umanità continua ad affrontare un livello di
pericolo senza precedenti. La nostra decisione non deve essere interpretata
come un segnale di alleggerimento della situazione della sicurezza
internazionale. Al contrario, i leader e i cittadini di tutto il mondo
dovrebbero prendere questa dichiarazione come un avvertimento crudo e
rispondere con urgenza, come se oggi fosse il momento più pericoloso della
storia moderna. Perché potrebbe esserlo.
Di
seguito i contenuti principali del documento presentato il 23 gennaio
(https://thebulletin.org/doomsday-clock/current-time/).
Le
molte dimensioni della minaccia nucleare
Una
risoluzione duratura della guerra russa in Ucraina appare distante e l'uso di
armi nucleari in tale conflitto da parte della Russia rimane una seria
possibilità. La situazione è aggravata dall'installazione di armi nucleari
tattiche in Bielorussia e dalla "sospensione" russa dal trattato New
Start e dal suo "ritiro" della ratifica del trattato per il bando dei
test nucleari (CTBT), mentre gli Stati Uniti neppure discutono la possibilità
della loro ratifica. L'ultimo anno è stato caratterizzato da relazioni difficili
tra le maggiori potenze nucleari – Cina, Russia e Stati Uniti – impegnate in
vigorosi programmi di modernizzazione nucleare che minacciano di scatenare una
triplice corsa agli armamenti nucleari, mentre l'architettura mondiale del
controllo degli armamenti continua a crollare. L'Iran continua ad arricchire
l'uranio fino ad avvicinarsi al grado necessario per un'arma, mentre gli sforzi
per ripristinare l'accordo sul nucleare iraniano sembrano destinati
all'insuccesso, anche per la crescente reciproca ostilità fra gli USA e l'Iran.
Il programma nucleare della Corea del Nord continua ad avanzare costantemente in
parallelo allo sviluppo di missili a lunga e lunghissima gittata. In risposta,
la Corea del Sud ha chiesto un maggiore impegno nucleare americano per la sua
difesa, cosa che potrebbe non bastare a placare l'appetito della Corea del Sud
per una propria forza deterrente. India e Pakistan continuano ad accumulare
armi nucleari e sistemi di lancio. Le prospettive per la cooperazione e la
riduzione delle minacce nella regione rimangono desolanti. La guerra a Gaza tra
Israele e Hamas ha il potenziale di degenerare in un più ampio conflitto
mediorientale che potrebbe rappresentare una minaccia imprevedibile a livello
regionale e globale.
Le
inquietanti prospettive del cambiamento climatico
Il
mondo nel 2023 è entrato in un "territorio inesplorato" per quanto
riguarda gli impatti climatici. L'anno scorso è stato il più caldo mai
registrato, con condizioni estreme – tra cui incendi massicci, inondazioni su
larga scala e ondate di calore prolungate – e il ghiaccio marino antartico ha
raggiunto la minima estensione dall'avvento dei dati satellitari, circa 2,67
milioni di chilometri quadrati al di sotto della media 1991-2023. Inoltre, la
maggior parte delle perdite di vite umane (oltre il 90%) e la maggior parte
delle perdite economiche (si stima il 60%) in tutto il mondo a causa di
disastri legati alle condizioni meteorologiche si è verificata nei paesi in via
di sviluppo, evidenziando l'iniqua distribuzione degli impatti climatici. Le
emissioni globali di gas serra hanno continuato ad aumentare, raggiungendo il
record di 57,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Il
mondo rischia di superare già entro il 2027 l'obiettivo dell'accordo di Parigi sul
clima (mantenersi sotto 1,5 sopra i livelli pre-industriali) a causa dell'insufficiente
impegno a ridurre le emissioni di gas serra. Per arrestare l'ulteriore
riscaldamento, il mondo deve raggiungere emissioni nette di anidride carbonica
pari a zero. Oltre a questi fattori preoccupanti,
è incoraggiante il fatto che nel mondo si stiano registrando investimenti
record e in crescita nelle energie rinnovabili, superando quelli per
combustibili fossili, ma nonostante tali segnali di speranza, per arrestare
l'ulteriore riscaldamento l'economia mondiale deve raggiungere emissioni nette
di anidride carbonica pari a zero, e prima lo si farà, minore sarà la
sofferenza umana dovuta agli sconvolgimenti climatici.
Evoluzione
crescente delle minacce biologiche
La
rivoluzione delle scienze della vita e delle tecnologie associate è in continua
espansione, soprattutto grazie all'aumento dell'efficienza delle tecniche di
ingegneria genetica. La convergenza degli strumenti emergenti di intelligenza
artificiale e delle tecnologie biologiche potrebbe fornire informazioni che
consentirebbero a stati, gruppi subnazionali e attori non statali (anche privi
di sufficienti competenze) di creare agenti biologici più dannosi e
trasmissibili. Organizzazioni terroristiche continuano a perseguire agenti e
armi biologiche e gli eventi attuali aumentano la preoccupazione per il
possibile uso di agenti biologici da parte di gruppi terroristici in Medio
Oriente e altrove. Altri due tipi di rischi biologici continuano a destare
preoccupazione: il rilascio accidentale di organismi dai laboratori e le
malattie infettive che si verificano naturalmente, soprattutto quelle con
potenziale pandemico. La deforestazione, l'urbanizzazione e i cambiamenti
climatici continuano a destabilizzare le relazioni microbo-ospite e a
facilitare l'emergere di malattie infettive. Con l'aumento del numero di
laboratori e della quantità di ricerche rischiose e con l'incapacità di
standardizzare le pratiche di laboratorio sicure e di istituire un'adeguata
supervisione della ricerca, il rischio di rilascio accidentale di agenti
patogeni pericolosi si sta aggravando.
I
pericoli dell'intelligenza artificiale e di altre tecnologie dirompenti
Uno
degli sviluppi tecnologici più significativi dell'ultimo anno ha riguardato il
drammatico progresso dell'intelligenza artificiale generativa. Se alcuni
autorevoli esperti esprimono preoccupazione per rischi esistenziali derivanti
da ulteriori rapidi progressi nel settore, altri concentrano l'attenzione sulle
minacce reali e immediate che l'AI pone.
L'AI
è una tecnologia chiaramente dirompente e i recenti sforzi per una governance
globale dell'AI dovrebbero essere ampliati. Il caos, il disordine e le
disfunzioni crescenti nel nostro ecosistema informativo minacciano la
democrazia e la nostra capacità di affrontare sfide difficili, ed è evidente
che l'AI ha un grande potenziale per accelerare enormemente questi processi di
corruzione e deformazione delle informazioni. La corruzione dell'ambiente
dell'informazione, abilitata dall'AI, potrebbe essere un fattore importante per
impedire al mondo di affrontare efficacemente altre minacce urgenti, come la
guerra nucleare, le pandemie e il cambiamento climatico. L'uso
dell'intelligenza artificiale e di altre tecnologie informatiche, combinate con
vari sensori per l'analisi in tempo reale, ha accelerato la capacità dei regimi
autoritari di monitorare le attività dei cittadini, di reprimere e perseguitare
i dissidenti, di censurare ciò che i cittadini sono in grado di vedere e
ascoltare e di manipolare l'opinione pubblica. Gli usi militari dell'AI stanno
accelerando nei settori dell'intelligence, della sorveglianza, della
ricognizione, della simulazione e dell'addestramento. Particolarmente
preoccupanti sono le armi autonome letali, che identificano e distruggono
obiettivi senza l'intervento umano. La decisione di affidare all'AI il
controllo di importanti sistemi fisici, in particolare le armi nucleari,
potrebbe rappresentare una minaccia esistenziale diretta per l'umanità. Ma si
tratta comunque di decisioni umane sbagliate.
Fortunatamente,
molti paesi stanno riconoscendo l'importanza di regolamentare l'AI e stanno
iniziando a prendere provvedimenti per ridurne il potenziale dannoso. Ma si
tratta solo di piccoli passi; molto di più deve essere fatto per istituire
regole e norme efficaci, nonostante le sfide scoraggianti che comporta la
regolamentazione dell'intelligenza artificiale. Se da un lato la rapida
proliferazione di piccoli satelliti promette un maggiore accesso a un Internet
non censurato e una maggiore resistenza agli attacchi, dall'altro si assiste a
una crescente belligeranza tra Stati Uniti, Russia e Cina nello spazio. Alcuni
attori del settore privato esercitano potere e influenza attraverso il controllo
di tecnologie dirompenti come i social media, l'intelligenza artificiale e
l'accesso ai fornitori di servizi Internet dallo spazio. Una governance
appropriata di queste tecnologie è un aspetto essenziale per gestire il loro
sorgere e crescere.
Come
riportare indietro l'orologio
Tutti
sulla Terra hanno interesse a ridurre la probabilità di catastrofi globali
causate da armi nucleari, cambiamenti climatici, progressi nelle scienze della
vita, tecnologie dirompenti e corruzione diffusa dell'ecosistema informativo
mondiale. Queste minacce, singolarmente e in quanto interagiscono, hanno un
carattere e una portata tali che nessuna nazione o leader può tenerle sotto
controllo. Questo è il compito dei leader e delle nazioni che lavorano insieme
nella convinzione comune che le minacce comuni richiedano un'azione comune. Come
primo passo, e nonostante i loro profondi disaccordi, le tre principali potenze
mondiali – Stati Uniti, Cina e Russia – dovrebbero avviare un serio dialogo su
ciascuna delle minacce globali qui delineate. Questi tre Paesi devono
assumersi ai massimi livelli la responsabilità del pericolo esistenziale che il
mondo si trova ad affrontare. Hanno la capacità di riportare il mondo dall'orlo
della catastrofe. Dovrebbero farlo, con chiarezza e coraggio, e senza indugio.
Mancano solo 90 secondi alla
mezzanotte.