AUTORI
di Claudio Ceriani

Annamaria De Pietro 
 
 In una intervista rilasciata
qualche anno fa, Annamaria De Pietro rispondeva in questo modo a chi le
chiedeva di descrivere la propria poetica: “La mia poetica, a dispetto
dell’apodittico e del classicistico e del manieristico, io cerco sinceramente
di non prendermi sul serio; a un certo punto mi sono messa a scrivere, e l’ho
fatto, sul mio onore di gentiluomo, secondo una mia indefettibile spontaneità.
Si chiama “poetica”, va bene, e chiamiamola così, ma io forse preferisco
chiamarla pratica, laboratorio, officina: unici attrezzi un quaderno e una bic.
Ti giuro che in quello che sto dicendo non c’è neppure un briciolo di
civetteria al finto ribasso.”
Una poetica che trae la propria linfa da un linguaggio raffinatissimo
e che – secondo la stessa Annamaria – è un linguaggio “aristocraticamente
familiare” perché intervallato e screziato di segmenti colloquiali e
realistici.
 
 Il processo creativo di Annamaria si esalta in un gioco fitto
di rimandi poetici e letterari e, soprattutto, nella tensione di giungere a
quella tanto agognata “epitome del cosmo” che è parte integrante della sua vena
creatrice. Un procedimento da laboratorio alchemico nel quale si fondono
armonicamente spezzoni di vita, squarci onirici, riflessioni sulla natura
ambigua delle cose e concessioni alla memoria, un vortice contraddistinto da
una lucidità mai consolatoria, a volte perfino spietata, che si riverbera in un ritmo veloce, non di rado secco e tagliente. Non per
questo mancano un’ironia di fondo né, tanto meno, il gusto del
gioco verbale che, nelle glosse, ricerca la complicità del lettore.
 
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| Annamaria De Pietro | 
 

 
 
 


