CORREZIONE DI TIRO
di Luigi Mazzella
Compiendo
una sorta di necessaria “correzione di tiro”, intendo sostenere che il
patriarcato, pur essendo all’origine de l’odioso fenomeno del maschilismo,
della privazione di libertà della donna e di un’innaturale lotta sempre più
accentuata tra i generi umani (con ipotesi di “femminicidi” in allarmante
crescita) non può ritenersi la causa determinante dell’eventuale
tramonto dell’Occidente per il collasso dei suoi costumi di vita. E ciò, in
primis, perché la gestione patriarcale non è stata circoscritta
all’Occidente ma è stata, invece, di portata e di estensione mondiale; e, in
secondo luogo, perché essa, pur con strumenti discutibili (come, per esempio,
la delimitazione della proprietà in favore della famiglia, l’accumulazione
monetaria senza limiti e la spinta parossistica alla crescita
smisurata del capitalismo) e deprecabili sul piano della libertà
individuale (come le imposizioni tributarie esagerate e/o i prelievi
forzosi per sostenere e incrementare l’industria delle armi) e spesso
collettiva (come il sostegno di regimi dittatoriali, di guerre di conquista,
quasi sempre di tipo coloniale, di sistemi di lavoro alienanti) ha
consentito secoli di progresso scientifico, benefico soprattutto in campo
medico, e tecnologico, contrastanti con l’idea di un tramonto.
In
Occidente, più che in altre parti del globo, è stato, invece, il sopravvento
sul buon senso dell’irrazionalità più cieca, a rendere la sua “immagine”
diversa e più confusa, facendo apparire il suo declino pressoché inarrestabile. Alimentata
da credenze religiose fantasiose, importate acriticamente dal Medio Oriente o
politiche esasperate, elaborate su vecchie idee platoniche da popolazioni del
Nord Europa tendenti all’assolutismo più bieco e autoritario,
l’irrazionalità ha contrassegnato tutti gli aspetti della vita
Occidentale facendo della ragione una “stucchevole estranea” (per usare le
icastiche parole di Kavafis, parafrasando la sua più nota poesia). Il caos
comportamentale che ne è derivato non ha sorpreso gli atei sereni e
“devoti” solo alla propria ragione, i liberali legati unicamente a
empiristiche concretezze per garantire la libertà, ma ha
inopinatamente sconvolto in modo progressivo proprio i seguaci di
fumisterie utopiche religiose o politiche. C’è da chiedersi: che cosa ci
si poteva aspettare da credenti in un unico Dio, tanti ma l’uno contro l’altro
armati?
Ecco,
perché, anche l’eliminazione degli effetti più perversi del maschilismo
patriarcale non ha fatto segnare miglioramenti di percorso. L’Occidente,
infatti, finito nelle mani delle “pulzelle” al governo della res
publica sembra avere impresso un’accelerazione al suo declino
piuttosto che un arresto. Queste considerazioni mi sono state suggerite dalla visione di un film di
Yargos Lanthimos, girato prima di “Povere creature”, con la
sceneggiatura di Deborah Davis e Tony McNamara e con l’interpretazione di Emma
Stone, Olivia Colman e Rachel Weisz che rappresentano, grazie all’inconsueta
ironia del regista greco, un trio di figure femminili assetate di potere,
capaci di perfidie indescrivibili e inimmaginabili (anche per gli uomini
in un mondo rigidamente patriarcale. Le pulzelle italiche,
ovviamente, sono lontane dal modello descritto da Lanthimos ma il loro
amore per la guerra, dichiarato e ripetuto, lascia, purtroppo, immaginare
e presagire il peggio.