SIAMO SULLA BUONA STRADA
di Angelo
Gaccione
Il
presidente della Polonia si è detto disponibile ad accettare sul proprio
territorio armi nucleari. La Germania ha dato disposizione ai propri soldati di
iniziare esercitazioni militari come se la nazione fosse in guerra. La
Finlandia è pronta a dare all’Ucraina ogni sorta di missili. In Italia, a detta
di lavoratori portuali, c’è un via vai di armi come non si vedeva da tempo, e
quasi tutte le nazioni dell’Unione Europea – con la von der Leyen in testa –
parlano di economia di guerra, di preparare i loro cittadini alla guerra. Gli
Stati Uniti daranno all’Ucraina una marea di miliardi di dollari per continuare
la guerra e presto arriveranno a Kiev le armi che da mesi Zelensky continuava a
chiedere. Il primo ministro ungherese Orbán ha detto pubblicamente: “Siamo a un passo dall’invio di truppe occidentali
in Ucraina e Bruxelles gioca col fuoco”. Preoccupato
ha affermato: “Ma noi ne resteremo fuori”. Non è perché si è convertito
al pacifismo che Orbán ha fatto tali affermazioni; le ha fatte semplicemente
perché ha capito quello che gli ottusi capi di Stato e di Governo che spingono
per la “soluzione finale” dell’Europa e del mondo intero non hanno capito e non
vogliono assolutamente capire: che questo accerchiamento costringerà la Russia a
vendere cara la pelle e ad usare le sue novemila testate nucleari. Ha commesso
una sola ingenuità il ministro ungherese: quella di credere che in un conflitto
nucleare ci si possa tirar fuori. E stanno commettendo una grossa
ingenuità gli Stati Uniti credendo che gli europei faranno la guerra alla
Russia in sua vece, e che la morte, le rovine, le distruzioni, riguarderanno
solo questa parte stupida ed ottusa di mondo e che Dio salverà la loro nazione
dal diluvio nucleare. Una illusione di cui non potranno pentirsi, perché dopo
non ci sarà un dopo; nessuno potrà disquisire sui torti e sulle ragioni,
sui calcoli errati e sugli azzardi, su chi era stato più criminale o più cieco,
se ne valesse la pena o meno.
Riprendo qui il titolo di questo scritto e ribadisco che siamo sulla buona
strada dell’annientamento finale. Le stesse opinioni pubbliche mondiali
mostrano che così deve essere: da una parte l’indifferenza generale, l’ignavia;
dall’altra la reazione isterica (uomini o donne non fa differenza) di chi vuole
andare fino in fondo, fino all’estinzione generale, totale, definitiva. Costi
quel che costi. Muoia Sansone con tutti i filistei. Che morte sia. Così vuole
questa parte di opinione pubblica mondiale. E non si tratta solo di gente malvagia,
accecata, biliosa. Ovviamente nell’insieme ce ne sarà, ma è formata anche di
persone di raffinata cultura e di buone letture; di studiosi sensibili al
patrimonio artistico, amanti della musica, del teatro, del paesaggio, della
natura, del pensiero. Non farebbero del male a un lucherino e in genere sono miti,
moderati, e per nulla estremisti. Purtroppo in tempi calamitosi come questi
accade, e la storia ce lo insegna, che anche le menti più lucide finiscono per
farsi travolgere dal conformismo generale. Senso critico e dubbio vengono
rimossi e si dimentica l’insegnamento di questi versi ammonitori di Brecht per
ogni guerra: “Al momento di marciare / molti non sanno / che alla
loro testa marcia il nemico. / La voce che li comanda
/ è la voce del loro nemico. / E chi parla del nemico / è
lui stesso il nemico.”