UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

mercoledì 7 marzo 2018


MILA FIORENTINI CONVERSA CON ROBERTA CONIGLIARO
In occasione della tappa lucchese della mostra-progetto: Due sponde un solo mare

La locandina della mostra

Il viaggio a tappe della scultrice siracusana naturalizzata romana prosegue e sarà dal 16 marzo all’8 aprile a Lucca presso la galleria d’arte Olio su tavola di Filippo Bacci Di Capaci e Corrado Bergamaschi. A Odissea Roberta Conigliaro si racconta, dall’inizio occasionale per un pugno d’argilla, l’allontamento e il recupero della terra d’origine, lo sguardo femminile sul mondo del viaggio e sull’essere migrante come dimensione universale.

La nascita in Sicilia, epicentro del Mediterraneo, che imprinting ti ha dato?
"L'essere nata e cresciuta in un'isola e nello specifico a Siracusa, ha sicuramente fatto sì che io sia la persona che sono oggi. L'essere cresciuta in una città  di mare, guardando ogni giorno l'orizzonte, mi portava ad immaginare terre lontane, facendomi sognare di andar via per conoscere nuovi mondi. Allo stesso tempo però, negli anni, questo distacco, ha acuito l'attaccamento alla mia terra, creando in me un forte senso identitario, una condizione tipica degli isolani. Mi sembra che negli anni io stia recuperando o forse prendendo sempre più coscienza delle mie radici e della mia mediterraneità. Lo vedo anche nelle mie opere, nel mio modo di creare che risente molto di quest'influenza. Le mie sculture spesso portano le tracce delle immagini e dei luoghi che hanno accompagnato la mia vita e che mi porto dietro: il mare, il vento, la pietra, la luce ed i colori della mia terra”.
 
Terra di invasione prima, di emigrazione poi, ora la Sicilia è luogo di accoglienza. Nella tua arte è registrato questo passaggio? "Credo che la Sicilia in qualche modo sia sempre stata una terra di accoglienza forse anche per il fatto di conoscere bene cosa significa dover emigrare. Negli ultimi anni le sue coste  sono state testimoni di continui sbarchi di popolazioni in fuga dalle proprie terre e nonostante la situazione sia complessa, i siciliani stanno dimostrando una grande capacità di accoglienza. Proprio da questo nasce l'idea del mio progetto "Due sponde un solo mare". Le mie opere di questi ultimi anni parlano del viaggio dei migranti, di sogni infranti, di speranza e di incontro con l’altro”.

Le lacrime del mare
   
"Due sponde un solo mare" è un progetto non solo una mostra è prima di tutto un viaggio. Ci puoi illustrare il cuore dell'idea e il messaggio? "Il titolo "Due sponde un solo mare" si riferisce alle due coste quella siciliana e quella nord africana. Sono abitate da popoli diversi ma le cui terre sono bagnate dallo stesso mare. Partendo da quest'immagine volevo sottolineare il fatto che siamo popoli molto vicini e con una comune matrice mediterranea. Credo che bisognerebbe concentrarsi su questa comune identità per sviluppare il dialogo. Se studiassimo meglio la storia ci renderemmo conto di quanto la nostra cultura sia figlia dell'incontro, dello scambio tra queste culture che nei secoli si sono mescolate ed influenzate ed ancora oggi le tracce di tutto questo sono ben visibili nell'arte, nell'architettura, nell'artigianato, nella lingua e nella cucina. Certo sono consapevole che chi arriva sulle nostre coste non sempre è mediterraneo ma volevo sottolineare l'idea che anche tra popoli diversi si possono trovare elementi comuni che possono essere la base da cui partire per comprendere l'altro. Inoltre credo che l'incontro con culture diverse, a differenza di quello che vorrebbero farci credere, porti sempre un arricchimento culturale. Una società che vuole rimanere chiusa alla fine si impoverisce."

A ogni tappa ci sono opere nuove.  Cambia in qualche modo anche il messaggio?
"Non credo che il messaggio cambi, credo che diventi più articolato e sfaccettato. Man mano che passa il tempo sviluppo ulteriormente le mie idee, cerco di esprimere tramite le sculture, i disegni e le poesie le mie emozioni ed i miei pensieri in maniera sempre più approfondita. Spero che per chi viene a visitare le mie mostre queste diverse tecniche possano rendere il racconto più completo, un modo per entrare meglio nello spirito, nell'emozione che accompagna tutto il mio progetto”.
L'arca

Che significato ha per te parlare di Mediterraneo in una città come Lucca - dove dal 16 marzo all'8 aprile si terrà la tua personale presso la Galleria d'arte di Filippo Bacci-
terra non di mare e uno dei luoghi del Rinascimento?

"Non bisogna essere una città di mare per essere mediterranei. L'Italia è la culla del Mediterraneo. Certo Lucca non ha un porto, non vive in prima persona il fenomeno degli sbarchi ma il tema della migrazione, tocca tutti, riguarda la nostra società, l'Italia in toto. Inoltre Lucca è una città colta, ricca di arte e di storia, quindi molto ricettiva per quel che riguarda le iniziative culturali."

Protagoniste delle tue mostre e opere sono le donne e donne quasi senza volto. Che cosa significa “Sin dalle prime sculture ho realizzato figure sia maschili che femminili i cui tratti del viso non erano delineati. Non è stata una vera e propria decisione, è stato qualcosa di naturale, di istintivo. Il mio immaginario ha preso forma con questo tipo di figure. Inoltre non le sento senza volto, non voglio esprimere una mancanza: per me il volto c'è. Comunque negli ultimi anni ho cominciato a fare anche qualche volto nel senso più realistico del termine, ma non sento che adesso c'è qualcosa di più, semplicemente esprimo una mia emozione in maniera diversa. Il fatto poi che realizzo più figure femminili che maschili credo sia dovuto ad una sorta di identificazione con le mie opere ed il mio punto di vista è inevitabilmente femminile."

C'è una scelta della materia, segnatamente la terracotta. Come cambia se cambia il messaggio a seconda della materia impiegata?  Mc Luhan diceva che il messaggio si trasforma a seconda del mezzo utilizzo.
"La terracotta e la pietra sono due materiali molto diversi ma amo lavorare entrambi. L'argilla mi permette una maggiore immediatezza e libertà, la pietra comporta un lavoro più lento e riflessivo e più faticoso. A volte sento il bisogno di esprimere la mia idea con uno piuttosto che con un altro materiale. Credo che prima ci fosse più differenza nei miei lavori in base alla tecnica utilizzata, le mie sculture in pietra erano più essenziali, come se esprimessi con tecniche diverse , emozioni differenti. Ultimamente invece, affinando le tecniche credo che il risultato sia simile, è più una mia scelta iniziale data da come immagino la mia opera e  da quale materiale mi permette meglio di esprimere la mia idea."

Ritratto

In tal senso che significato assume il disegno che ha fatto la sua apparizione relativamente di recente nelle tue mostre e la parola, la poesia?
"In realtà sia il disegno che la poesia mi accompagnano da prima che iniziassi a fare le sculture ma non ho mai pensato di mostrarli. Questo progetto sulle migrazioni ha mosso in me una tale varietà di pensieri ed emozioni che ho sentito l'esigenza di utilizzare mezzi espressivi diversi, un racconto a più livelli. Per quel che riguarda nello specifico la poesia, a volte mi è capitato che creando una scultura, nella mia mente si cominciassero a formare delle frasi, come se avessi bisogno che l'emozione che stava guidando in quel momento le mie mani, fosse accompagnata anche dalla parola.  Comunque in questo progetto, la poesia, il disegno e le sculture, pur dialogando tra loro, hanno vita propria, e questo mi permette di volta in volta di decidere cosa esporre ad ogni tappa del progetto.”

Rileggendo le tue opere c'è sicuramente un'attenzione per situazioni o personalità ai margini, basti pensare al lavoro fatto su Antonia Pozzi. Quest'inclinazione nasce da una scelta consapevole o semplicemente è arrivata?

"Ho sempre avuto interesse per le storie delle persone, per le vite degli altri, ed anche una tendenza all'introspezione e questo mi ha portato a studiare psicologia e poi a lavorare nel campo psichiatrico. Anche se non lavoro più in quell'ambito, il mio modo di vedere il mondo, il mio sentire non cambia e questo si riflette inevitabilmente nella mia creatività. Le opere, al di là del soggetto di cui parlano, ci dicono sempre qualcosa dell'artista che le ha create. Quando lavoro su un tema è perché quell'argomento mi tocca profondamente, non è mai una scelta razionale. Se un argomento non mi colpisce o non lo sento, difficilmente riesco a creare qualcosa."

Andando a ritroso nel tempo, quando e come è nata la tua vocazione artistica?
"L'incontro con la scultura è stato tardivo e casuale. Non ho una formazione di tipo artistico. Ho fatto il liceo classico ed in seguito mi sono laureata in psicologia, come ho accennato. Non credevo di aver un talento artistico né alcuna manualità. È stato dunque qualcosa che è arrivato nella mia vita in maniera apparentemente improvvisa ed inconsapevole. Dopo la laurea mi è stata regalata dell'argilla, materiale che non avevo mai sperimentato e di cui non conoscevo la tecnica se non per sentito dire. Appena ho cominciato a manipolarla ho subito realizzato una prima figura e l'ho guardata con stupore, come se non l'avessi creata io. Da lì si è aperto un canale creativo di cui non avevo consapevolezza. Per alcuni anni ho creato sculture senza pensare di esporle o far diventare questo un lavoro. Era qualcosa di personale. Nel frattempo lavoravo nel campo psichiatrico. Poi la scultura ha richiesto sempre più attenzione ed energie, e ho capito che avrei dovuto fare una scelta. Così, dopo vari anni ho abbandonato il mio lavoro e ho scelto di fare la scultrice. Nonostante le difficoltà di questo lavoro non me ne sono mai pentita.”
Anima

Guardando invece avanti, hai già nuovi progetti e nuove tappe?

"Mi chiedo sempre se e quando terminerò questo progetto, se quella in programma sarà la mia ultima tappa. Ma ogni volta che realizzo nuove opere che parlano ancora di questo tema capisco che non è ancora arrivato il momento. Quindi spero che ci possa essere ancora qualche altra tappa. Staremo a vedere. Nel frattempo comincio a pensare a realizzare delle nuove sculture che facciano parte di un nuovo filone. Magari le due cose potrebbero coesistere per un po'. Saranno le mie mani a deciderlo."


MILANO. CASO BOVISA.
IL CONSIGLIO DI STATO DÀ RAGIONE AL COMUNE?
NO DÀ RAGIONE ALLA  BONIFICA DELLA GOCCIA


Il Comune di Milano, letto il giudizio di oggi emesso dal Consiglio di Stato sulla Goccia di Bovisa, nel suo comunicato stampa, afferma che lo stesso avrebbe dato “ragione al Comune”.
È falso! Se fosse vero il Consiglio di Stato non avrebbe accolto la richiesta fatta dai cittadini di sospendere i lavori di sbancamento nel primo lotto della Goccia. Invece il Consiglio di Stato nel luglio del 2016 ha sospeso i lavori , accettando la tesi del ricorso, cioè la mancanza della preventiva analisi di rischio, prevista dalla legge 152 del 2006. A questo punto il Comune è dovuto correre ai ripari eseguendo la analisi di rischio mancante. Purtroppo l’analisi è stata svolta solo dopo che lo sbancamento era avvenuto e gran parte degli alberi di alto fusto abbattuti. Ribadiamo dunque che i cittadini ricorrenti avevano ragione a chiedere al Comune di rispettare la legge. Tra l’altro una conseguenza importante dell’intervento del Consiglio di Stato è che d’ora in poi il Comune sarà costretto a mettere in opera l’ analisi di rischio su tutti i terreni che devono essere recuperati. E cioè il Comune ogni volta dovrà prima di tutto mettere a punto il progetto che intende realizzare, e di conseguenza analizzare se esiste o meno un rischio legato all’ipotesi progettuale.
Questo per i cittadini che hanno ricorso, e per tutti quelli che hanno a cuore il parco con i 2000 alberi della Goccia, è fondamentale. Perché quello che chiediamo è che si faccia l’analisi di rischio su tutta la Goccia, avendo come fine quello di mantenere la grande potenzialità verde del parco, paragonabile a quello che è il parco Sempione oggi. A questo punto siamo in attesa che ci vengano svelati progetti sul lotto A e lotto B, visto che il Comune afferma che i lavori riprenderanno tra un mese.
La domanda è sempre la stessa: per fare che cosa? Ma non a parole, che sono sempre facili da spendere, bensì con documenti alla mano che rendano possibile l’effettiva partecipazione della cittadinanza alle scelte dell’ Amministrazione.
[COMITATO LA GOCCIA]


SPAZIO POETICO “PAGANARDI”
10 marzo Poetarum Silvii
Silvio Aman e Silvio Raffo


Due poeti fuori dai circuiti dei social network, accomunati da una grande cultura - letteraria e non - e da una concezione della Poesia come Bellezza, espressa in molti anni di lavoro di lima sulla parola.
Sabato 10 marzo p.v. , dalle 17.30 alle 19.30,  incontrerò nel mio piccolo studio di poesia di VIA BESSARIONE 34 al primo piano scala C (MM3 Linea Gialla fermata Brenta, bus 34 o 65)
Dopo la lettura è costume fermarsi a mangiare una pizza in zona, per chi lo desideri.
[Alessandra Paganardi]


MILANO. CASA DELLE DONNE DI VIA MARSALA
Martedì 20 marzo ore 18 incontro sugli elettrosensibili  
Non rendiamo lo spazio invivibile


Come i militari costretti a contaminarsi con l’uranio impoverito così, nella censura sulle ricadute nocive alla salute, la popolazione sguazza tra le onde radio per ritrovarsi sensibile ai campi elettromagnetici e divenire ipersensibili. Quei poveri ragazzi che si sentono potenti nel mettersi all’orecchi un telefono fisso, nessuno li ha avvertiti! Un incontro alla casa delle donne di Milano (via Marsala 8) il 20 MARZO alle ORE 18,30 parlerà di queste sofferenze e della richiesta di Moratoria fatta all’Europa e all’Italia da scienziati di tutto il mondo.
La politica deve tutelare la salute: che fare quando sul lavoro e a scuola ti costringono a stare tra le onde radio e negano, come per 20 anni hanno fatto con i militari che le norme proteggano le vendite e non la tua salute?
Per il gruppo di donne Difendiamo la salute
Antonella Nappi




FLUSSI ELETTORALI
di Franco Astengo

Matteo renzi

Autorevoli istituti e agenzie specializzate stanno sfornando dati circa i flussi elettorali da partito a partito. Gli scostamenti sono indicati in percentuale.
Ho così provato a sottoporre alla vostra attenzione, come mi capita a volte di fare,  le cifre assolute presentando i passaggi circoscrizione per circoscrizione avvenuti tra il 2013 e il 2018 per il PD, il M5S , la Lega e il confronto tra PDL 2013 (che aveva già scontato la scissione di FLI ma aveva ancora dentro la futura NCD) e Forza Italia 2018.
Si potranno così osservare scostamenti molto consistenti e, in particolare, quella che è stata una vera e propria “onda anomala”del M5S al Sud, che al Nord zoppica, e il dato ancor più sorprendente a mio giudizio realizzato dalla Lega: bisogna dire che sul piano del marketing politico l’operazione di togliere “Nord” e di trasformare un movimento regionalista in un movimento sovranista è risultata del tutto geniale (tagliando anche molta erba sotto i piedi a Fratelli d’Italia).
Al Nord comunque la stessa Lega prende voti anche a Forza Italia, calcolando però il dato del PDL nel 2013.
Si conferma comunque l’attrattività “trasversale” di entrambe le forze emergenti.
Il PD flette dappertutto salvo che nella circoscrizione Veneto 2: una perdita costante e apparentemente inarrestabile e sembra proprio vero che in certe situazioni cede ad entrambe le forze in questione (al Nord sicuramente alla Lega: il fenomeno esiste e va indagato).
Ho annotato anche la differenza nell’espressione di voti validi tra il 2013 e il 2018
Lascio comunque a voi le valutazioni e mi limito ad esporre i dati.

PIEMONTE 1 voti validi 2013 1.348.696  2018: 1.275.447 con un calo di  73.249
PD 2013 : 358.768  2018: 286.292 un calo di 72.476
M5S 2013 393.079 2018 364.095 un calo di 28.984
Lega 2013 43.966  2018 244.560 una crescita di 200.594
PDL 2013: 237.410 FI 2018 154.612 calo di 82.798

PIEMONTE 2 voti validi 2013 1.216.658 voti validi 2018 1.172.441 calo 44.217
PD 2013: 285.095 2018 264.542 un calo di 20.553
M5S 2013 313.573 2018 284.542 un calo di 29.031
Lega 2013 78.400 2018 308.766 una crescita di 230.366
PDL 2013 1.192.078  FI 2018 776.013 in calo 416.065

LOMBARDIA  (i risultati della Regine Lombardia sono presentati in un unico conteggio in quanto nel 2013 vi erano comprese 3 circoscrizioni salite a 4 nel 2018) voti validi 2013: 5.732.148 voti validi 2018 5.592.469 calo 139.769
PD 2013: 1.467.480  2018: 1.180.783 un calo 286.687
M5S 2013: 1.126.136 2018 1.175.734 una crescita di 49.598
Lega 2013: 741.003  2018: 1.567.201 una crescita di 826.198
PDL 2013: 1.192.078 FI 2018: 776.013 in calo 416.065

TRENTINO – ALTO ADIGE voti validi 2013 606.343 voti validi 2018 557.094 calo 49.249
PD 2013 101.216  2018: 81.671 un calo di 19.545
M5S 2013: 88.632 2018: 108.686 una crescita di 20.054
Lega 2013: 25.350 2018: 106.982 una crescita di 81.632
PDL 2013: 66.128 FI 2018 38.938 in calo 27.190

VENETO 1 voti validi 2013 1.787.067 voti validi 2018: 1.121.653 calo 665.414
PD 2013: 363.768 2018: 196.742 un calo di 167.026
M5S 2013: 458.082 2018: 280.751 un calo di 177.331
Lega 2013: 194.033 2018: 358.360 crescita di 164.327
PDL 2013: 344.649  FI 2018: 115.923 in calo 228.726

VENETO 2 voti validi 2013: 1.156.970 voti validi 2018: 1.734.937 in crescita 577.967
PD 2013: 264.398 2018: 280.283 in crescita di 15.885
M5S 2013: 317.630 2018:414.990 in crescita 97.360
Lega 2013: 115.977 2018: 560.625 in crescita 444.648
PDL 2013: 204.791  FI 2018: 186.956 in calo 17.835

FRIULI VENEZIA GIULIA voti validi 2013: 720.723 voti validi 2018: 689.048 in calo 31.675
PD 2013: 178.001 2018: 129.112 un calo di 48.889
M5S 2013: 196.037 2018: 169.299 un calo di 26.738
Lega 2013: 48.310 2018: 177.809 in crescita di 129.499
PDL 2013: 134.118  FI 2018: 73.598 in calo 60.520

LIGURIA voti validi 2013: 934.412 voti validi 2018: 860.952 calo 73.460
PD 2013: 258.766 2018: 169.766 un calo di 89.000
M5S 2013: 300.080  2018: 259.264 un calo di 40.816
Lega 2013: 21.862 2018: 171.353  in crescita di 149.491
PDL 2013: 174.568  FI 2018: 108.907 in calo 65.661

EMILIA – ROMAGNA voti validi 2013 : 2.671.577 voti validi 2018: 2.535.184 calo 136.393
PD 2013: 989.810 2018: 668.666 un calo di 321.144
M5S 2013: 658.475  2018: 698.204 in crescita di 39.729
Lega 2013: 69.108 2018: 486.895 in crescita 417.787
PDL 2013: 434.534  FI 2018: 251.834 calo 182.700
TOSCANA voti validi 2013: 2.218.861 voti validi 2018 : 2.134.586 calo 84.275
PD 2013: 831.464  2018: 632.507 un calo di 198.957
M5S 2013: 532.699 2018: 527.063 un calo di 5.636
Lega 2013: 16.213 2018: 371.396 in crescita di 355.183
PDL 2013: 388.046  FI 2018: 212.281 in calo 175.765

UMBRIA voti validi 2013: 525.947 voti validi 2018  511.279 in calo 14.668
PD 2013: 168.726  2018: 140.665 un calo di 28.061
M5S 2013: 142. 959 2018: 140.731 un calo di 2.228
Lega 2013: 3.081  2018: 103.056 in crescita di 99.975
PDL 2013: 102.329 FI 2018: 57. 368 in calo 44.961

MARCHE voti validi 2013: 927.767 voti validi 2018: 889.937 calo 37.830
PD 2013: 256.886 2018: 189.719 un calo di 67.167
M5S 2013: 298.114 2018: 316.417 in crescita di 18.303
Lega 2013: 6.405 2018: 153.742 in crescita 147.337

LAZIO 1 voti validi 2013: 2.421.054 voti validi 2018 : 2.012.969 calo 408.085
PD 2013: 656.650  2018: 400.290 in calo 256.360
M5S 2013: 689.613 2018: 627.442 in calo 62.171
Lega 2013: 3.006  2018: 231.088 in crescita 228.082
PDL 2013: 498.904  FI 2018: 229.381 calo 269.523

LAZIO 2 voti validi 2013 895.765 voti validi 2018: 1.065.098 crescita 169.333
PD 2013: 196.186  2018: 158.404 in calo 37.782
M5S 2013: 240.880 2018 : 363.856 in crescita 122.976
Lega 2013: 2.869  2018: 174.545 in crescita 171.676
PDL 2013: 257.799 FI 2018: 172.318 calo 85.481

ABRUZZO voti validi 2013: 778.371 voti validi 2018: 760.188 calo 18.183
PD 2013: 175.857 2018: 105.129 in calo di 70.728
M5S 2013: 232.880  2018: 303.006 in crescita 70.126
Lega 2013: 1.407 2018: 104.932 in crescita 103.525
PDL 2013: 185.537  FI 2018: 109.802 in calo 75735

MOLISE voti validi 2013 188.027  voti validi 2018: 174.329 calo 13.698
PD 2013: 42.299 2018: 26.499 in calo 15.800
M5S 2013:52.059  2018: 78.093 in crescita 26.034
Lega 2013 : 343  2018: 15.129 in crescita 14.786
PDL 2013: 39.588  FI 2018: 28.079 in calo 11.509

CAMPANIA 1 voti validi 2013: 1.509.632  voti validi 2018: 1.530.214 in crescita 20.582
PD 2013: 329.616  2018: 186.596 in calo 143.020
M5S 2013: 349.682  2018: 828.359 in crescita 478.677
Lega 2013: 3.188  2018: 44.322 in crescita 41.134
PDL 2013: 449.811  FI 2018: 275.293 in calo 174.518

CAMPANIA 2 voti validi 2013: 1.475.506  voti validi 1.480.078 crescita 4.572
PD 2013: 323.557 2018: 209.939 in calo 113.618
M5S 2013: 31..766  2018: 659.133 in crescita 347.367
Lega 2013: 5.636 2018: 85.162 in crescita 79.526
PDL 2013: 415.312 FI 2018: 272.779 in calo 142.533

PUGLIA voti validi 2013: 2.205.934 voti validi 2018: 2.184.160  calo 21.774
PD 2013: 407.279 2018: 298.710 in calo 108.569
M5S 2013: 562.398 2018: 981.580 in crescita 419.182
Lega 2013: 1.578 2018: 135.525 in crescita 133.947
PDL 2013: 637.815  FI 2018: 409.401 in calo 228.414

BASILICATA voti validi 2013: 310.136 voti validi 2018: 313.719 in crescita 3.583
PD 2013: 79.631 2018: 50.653 in calo: 28.978
M5S 2013: 75.260 2018: 139.158 in crescita 63.898
Lega 2013: 382 2018: 19.704 in crescita 19.322
PDL 2013: 59.171  FI 2018: 38.806  in calo 20.365

CALABRIA voti validi 2013: 936.580  voti validi 2018: 937.710 in crescita 1.130
PD 2013: 209.739 2018: 134.357  in calo 75.382
M5S 2013: 232.811 2018: 406.895 in crescita 174.084
Lega 2013: 2.344 2018: 52.676 in crescita 50.332
PDL 2013: 222.671  FI 2018: 188.667 in calo 34.004

SICILIA 1 voti validi 2013: 1.172.168 voti validi 2018: 1.119. 084 calo 53.084
PD 2013: 218.655 2018: 118.461 in calo 100.194
M5S 2013: 404.944 2018: 538.853 in crescita 133.909
Lega 2013: 2013: 2001 2018: 58.015 in crescita 56.014
PDL 2013: 306.846  FI 2018: 236.673 in calo 70.173

SICILIA 2 voti validi 2013: 1.339. 617  voti validi 2018: 1.304. 183  calo 35.434
PD 2013 249.059 2018: 160.250 in calo 88.809
M5S: 2013: 438.613 2018: 642.504 in crescita: 203.89
PDL 2013: 359.474 FI 2018: 262.780 in calo 96.694
Lega 2013: 2.742 2018: 128.819 in crescita 126.077

SARDEGNA voti validi 2013: 925.794 voti validi 2018: 869.000  calo 56.794
PD 2013 232.278 2018: 128.819 in calo 103.459
M5S 2013: 275.241 2018: 369.196 in crescita 93.955
Lega 2013: 1.330 2018: 93.771 in crescita 92.441
PDL 2013: 188.901  FI 2018: 128.563  in calo 60.338

Riepilogo Nazionale:
Voti Validi 2013 34.005.755  Voti Validi 2018 32.819.888 in calo 1.185.867

PD 2013: 8.646. 034   2018: 6.110.159 in calo 2.535.875
M5S 2013: 8.691.406  2018: 10.725.703 in crescita 2.034.297
Lega 2013: 1.390.534  2018: 5.679.528 in crescita 4.288. 994
PDL 2013: 7.332.134  FI 2018: 4.581.736 in calo 2.750.398

           


lunedì 5 marzo 2018


Estetica senza dialettica.
Un ricordo di Gillo Dorfles (1910-2018)
di Gabriele Civello

Gillo Dorfles

Un mio Amico patavino, ottimo esteta e giurista, Marco Azzalini, al quale raccontavo periodicamente delle mie avventure intellettuali e filosofiche con Gillo Dorfles, mi ha sorpreso qualche settimana fa con una curiosa affermazione: «Che Gillo sia destinato al Bello è già dimostrato icasticamente dal suo bel nome! ‘Gillo Dorfles’ è già di per sé un dittico singolare, armonico, musicale, la cui originalità lo rende unico al mondo, inconfondibile e praticamente immune da qualsiasi rischio di omonimia». In effetti, sarà stato per il cognome dal lontano sapore austro-ungarico, per la presenza di ben quattro consonanti liquide (L-L R-L), per la sibillina metamorfosi di un tradizionale "Angelo" nell’ermetico "Gillo", ma questo nome suscitava e suscita ancora l'immagine di un personaggio fantastico, mitico, quasi uscito da una saga nordeuropea o da una fiaba surreale. Ebbene, la singolare osservazione dell’amico e collega coglieva una verità fondamentale: Gillo è proprio questo, ossia originalità fatta persona, ove l’“originalità” non va intesa, superficialmente, come semplice stravaganza o bizzarria, bensì – etimologicamente – come la naturale capacità di dare, per l’appunto, origine a idee, concetti, forme. Questo, a ben vedere, vale per tutta la vita di Gillo, anche nei suoi gesti minimi e più impercettibili: quando Egli, nel febbraio del 2017, prese tra le mani la mia copia del suo monumentale Estetica senza dialettica (Bompiani, 2016) – 2.617 pagine contenenti gli scritti del Maestro dal 1933 al 2014 – e vergò su di essa la dedica in mio onore, non si limitò a scrivere asetticamente il mio ‘nome e cognome’ seguìto dalla solita frasetta stereotipata, ma riuscì incredibilmente a far sì che persino una semplice dedica divenisse, in pochi secondi, una vera e propria opera d'arte estemporanea: Gillo cominciò, infatti, silenziosamente a scrivere il mio nome con la biro, senza mai però sollevarne la punta dalla pagina iniziale del libro; poi, la linea curva e arricciata proseguiva, liquida e spedita,  in lungo e in largo per tutta la carta giallina della Bompiani, senza soluzione di continuità, finché il mio nome e la dedica si trasformarono magicamente in un arabesco, un grande geroglifico improvvisato e misterioso fatto da un’unica e lunghissima linea curva.

Gillo Dorfles

Ecco, se la natura e l'animo degli uomini si scorgono anche e soprattutto dai loro piccoli gesti, dalle movenze, dalle posture, e persino dai loro tic, questo è proprio Gillo Dorfles, cioè la spontanea capacità di scorgere il Bello e anzi di produrlo in ogni minuscolo momento, la capacità di rendere unico e irripetibile ogni istante che invece la post-modernità grigia e omologante vorrebbe ridurre a una iterabile e iterata quantité négligeable.
Ma Gillo Dorfles non è solo vulcanica creatività, originalità fuori dal comune e vis artistica; egli è anche rigore intellettuale, serietà scientifica, professionalità estrema, come altri piccoli gesti quotidiani, cui ho avuto il privilegio di assistere, dimostrano: per esempio, vado a trovare Gillo un pomeriggio del 2017 e gli manifesto il desiderio di suonargli un Notturno di Chopin al suo splendido pianoforte a coda. Egli mi ringrazia con il suo tratto di garbata signorilità, ma a malincuore declina: il suo pianoforte è scordato e, dice, non è giusto che la mia esecuzione venga rovinata dalla scordatura; vengo, quindi, invitato a tornare un’altra volta, in attesa dell’accordatura dello strumento.
E ancora: il 7 febbraio 2018 vado a trovarlo – ahimè, per l’ultima volta – e gli porto l’estratto della rivista Materiali di estetica, a cura di Rosalba Maletta e Gabriele Scaramuzza, in cui è stato pubblicato un mio breve scritto dal titolo: La cifra teoretica della metafora. Il pensiero di Giambattista Vico nella filosofia estetica di Gillo Dorfles. Va detto, per inciso, che Gillo aveva già letto e approvato la bozza provvisoria del mio articolo nel 2017, e si era compiaciuto per la sua prestigiosa collocazione editoriale, ma io tenevo comunque a consegnargliene brevi manu la versione definitiva e ‘ufficiale’. A questo punto, Gillo mi replica fermamente che non può darmi la sua ultima opinione sul mio scritto, perché deve prima rileggerlo attentamente, e mi invita dunque a ripassare a casa dopo due ore, per consentire nel frattempo alla sua premurosa collaboratrice di leggergliene la versione definitiva.

Gillo Dorfles

Ecco, proprio questo è Gillo Dorfles: una scorza di freschezza quasi agrumata, di leggerezza aerea, di apparente estemporaneità, sotto la quale giace un ‘nocciolo duro’ di studio, applicazione e sacrificio. Nulla in Gillo è lasciato al caso o all’acerba improvvisazione, poiché anche il suo gesto apparentemente più spontaneo e impulsivo cela, invece, dietro di sé un faticoso percorso umano, intellettuale, culturale e artistico. Ciò è dimostrato, fra le varie cose, dall’acribìa con cui il Nostro ha sempre raccolto e studiato le fonti filosofiche di riferimento – da Platone e Aristotele, da Lui giudicati come imprescindibili, a Giambattista Vico, sino ai filosofi moderni e contemporanei – prima di esprimere il proprio pur minimo pensiero, contro la tendenza odierna all’affastellamento talvolta casuale delle molteplici doxai soggettive, spesso sprovviste di un solido basamento storico ed ermeneutico.

Gillo Dorfles

Una cosa oggi, in verità, impressiona: se Franz Schubert e Giacomo Leopardi fossero stati longevi come Gillo Dorfles, essi avrebbero lasciato il mondo dei vivi rispettivamente nel 1904 e nel 1905; lo stesso vale per Dmitrij Šostakovič, che ci avrebbe lasciato nientemeno che nel 2013! Questi calcoli assurdi e immaginari credo siano capaci di scolpire sinteticamente l’animus col quale tutto il mondo assisteva sino ad oggi incredulo alla corsa di Gillo verso l’Eternità.
Gillo era nato nel 1910, nell’allora Trieste austro-ungarica, vigenti ancora (per poco) l’Impero Ottomano, l’Impero Russo e l’Impero Tedesco: Jackson Pollock doveva ancora nascere! Quando Gillo aveva 8 anni, moriva Claude Debussy; quando Egli aveva 14 anni, moriva Giacomo Puccini. Due guerre mondiali e poi tutta la storia che conosciamo, giù giù fino al triste venerdì 2 marzo 2018, pochi giorni prima del suo 108° compleanno.
L’altro giorno, l’ultimo nostro giorno, Gillo mi aveva anticipato l’imminente sua pubblicazione di un nuovo lavoro monografico, di varie centinaia di pagine, che a questo punto tutti noi attendiamo di leggere, anzi di divorare, con profonda trepidazione.
A mio parere, ogni filosofo di oggi – non solo estetico – dovrebbe studiare attentamente le quasi tremila pagine di Estetica senza dialettica, le quali parlano molto più di mille biografie o didascalie. Lascio a loro, dunque, nonché alle copiosissime creazioni artistiche e letterarie del Nostro, di raccontare la persona e il personaggio di Gillo Dorfles, perché ogni altra mia povera parola restituirebbe a chi legge solo una piccola scintilla del bagliore che il grande Gillo ancora emana gloriosamente e gioiosamente.


venerdì 2 marzo 2018


MILANO. BIBLIOTECA VIGENTINA 
"ODISSEA"
Da quindici anni una indispensabile voce di libertà e di cultura

La locandina dell'incontro
L'immagine è opera di Giuseppe Denti

Corso di Porta Vigentina n. 15
MM3 Linea Gialla fermata Crocetta
Lunedì 5 marzo ore 18
“I 15 nni di ODISSEA”
Con Cesare Vergati, Gabriele Scaramuzza,
Cataldo Russo, Ilaria Guidantoni, Angelo Gaccione


Quando tutto è perduto, rimane la speranza.
di Paolo M. Di Stefano (Testo e foto)

La più brutta, inconsistente, banale e violenta campagna elettorale degli ultimi decenni sta per concludersi: poche ore ormai, e ne conosceremo i risultati. E dunque, come tutti, solo tra qualche ora saprò se la speranza di essercela cavata si è concretizzata. Che, se così sarà, lo dovremo a quello stellone d’Italia che insiste a proteggerci nonostante tutti noi. Ma, come in tutte le cose, qualcosa di positivo c’è stato. Intanto, la conferma dell’assoluto degrado di una cultura, la nostra, che è stata ai vertici della storia dell’uomo ed ha insegnato la democrazia e il rispetto e la tolleranza. Fatto positivo, il livello del degrado, perché sarà comunque difficile che passi inosservato e dunque è probabile che più di qualcuno, prendendone atto, decida che occorre fare qualcosa. E si adoperi per farlo, quel misterioso qualcosa.
Pretendere dai Politici una cultura superiore, ad esempio. Anzi una cultura tout court, poiché al momento la sola certezza è che i Politici e la Politica almeno da noi si ispirino alla più bieca delle improvvisazioni, alla teoria e pratica delle pezze a colori, nella ricerca della soddisfazione di interessi personali o al massimo dei pochi appartenenti al gruppo di riferimento, e di interessi che non di rado sono conosciuti solo “per sentito dire” e dunque neppure correttamente individuati. E non si tratterebbe di una pretesa inconsistente e vana, potendosi concretare in una “scuola di Politica” al di sopra di quelle (malamente) organizzate dai singoli Partiti, in grado di accompagnare tutta la formazione dei cittadini anche istruendoli nell’analizzare quei valori fondamentali di cui tutti ci riempiamo la bocca, ma la cui corretta definizione – che è il minimo da pretendersi! -  è quanto di più nebuloso possa immaginarsi.
Libertà, Eguaglianza, Democrazia sono valori “conosciuti perché suonano bene”, quasi un fatto musicale che, come la musica, può essere interpretato da chiunque in modo personale, anche perché non c‘è riscontro di verità. Così, proponiamo di dare il voto a chi si auto-qualifica come propugnatore e difensore di una libertà e di una eguaglianza non definite perché non identificate nei contenuti reali. E non diversa è la sorte di Democrazia, lemma millenario come Libertà ed Eguaglianza e come quella Giustizia cui pure si fa riferimento da parte di tutte le formazioni politiche, ed a proposito della quale esiste da noi una critica generalizzata, sintomo ulteriore del degrado della cultura. Soprattutto quando a criticarla, la Giustizia, sono i Politici, probabilmente ignari che nel nostro sistema i Giudici sono chiamati ad applicare le leggi che i Politici producono e che, se queste leggi sono “prodotte male” obbligano i giudici ad una amministrazione della Giustizia dagli effetti distorti, quindi dannosi, quindi in netto contrasto sia con la Politica che con la Giustizia e l’Etica e l’Equità, quanto meno.
Attivarsi perché la Formazione e la Cultura, e dunque la Scuola, producano cittadini in grado di comprendere e di comportarsi in modo “corretto”, nel rispetto delle leggi e delle libertà e dei diritti di tutti e di ciascuno. Che a me pare innanzitutto un problema di “organizzazione” scolastica e di consapevolezza della “causa” della formazione. Del suo fine ultimo, la “causa” appunto. Che non è l’insegnare a leggere ed a scrivere e magari anche a comprendere linguaggi diversi ed a svolgere compiti specifici, quanto piuttosto formare “cittadini” consapevoli di cosa voglia dire innanzitutto far parte del genere umano, condividere un destino comune, avere un comune compito nei confronti di tutto quanto ci circonda, (flora, fauna, cose inanimate) e dunque imparare ad individuare comportamenti coerenti. Che sarebbe anche un modo per approfondire i contenuti di valori quali la Libertà, l’Eguaglianza, la Giustizia, il Diritto. E via dicendo.


La Scuola, in questo febbraio appena concluso, da noi e non solo, ha denunziato più di una falla. Ragazzini più o meno educati e intelligenti – più meno che più – e più o meno di buona famiglia si sono resi responsabili di atti criminali che vanno dall’accoltellamento del compagno allo sfregio della professoressa all’aggressione al Preside, fino – per fortuna (si fa per dire) non da noi- alla strage organizzata e realizzata con armi da guerra.
Ricordando che buona parte dei delinquenti per imbecillità congenita è composta da non imputabili per età e ricordando anche che esistono leggi in merito, ho più volte proposto di rivedere la legislazione vigente in modo tale da costringere le famiglie ad occuparsi a fondo della educazione dei giovani, rendendole pienamente responsabili dei comportamenti degli “inimputabili” e dunque dei danni provocati, sia in sede civile che in sede penale. Senza sconti. Magari stabilendo una praesumptio juris ed de jure, ed estendendo questa responsabilità oggettiva a chiunque abbia il compito di educare i giovani prima ed a fianco della scuola.
Quanto alla scuola, cosa vieta di predisporre a fianco della organizzazione “normale” un piano di controllo preventivo all’ingresso ai locali, prevedendo tutto quanto necessario per l’individuazione di armi proprie e improprie, alla loro confisca immediata, alla immediata punizione del responsabile, famiglia compresa?
Trump è riuscito a far ridere tutto il mondo civile quando, dopo l’ennesima strage nelle scuole statunitensi, ha proposto di armare i docenti. Se non proprio tutti, alcuni dei ritenuti meglio in grado di rispondere al fuoco degli aggressori.

Opera di Giuseppe Denti

E’ accaduto a metà Febbraio, in coincidenza con la fine del carnevale, e dunque manifestazione di grande coerenza con il “sentire” del popolo. Magari solo con quelli che “bevono” i carnevali e le mascherate, ma tant’è! Il Presidentissimo è stato coerente, aldilà di ogni possibile critica. Coerente soprattutto con la sua natura di imprenditore, per il quale per fare profitto e massimizzarlo ogni mezzo è buono (che è il principio fondamentale del sistema economico che ci avvolge tutti quanti) e poi con il sé Politico, per il successo del quale l’Economia è strumento irrinunciabile. Non solo: è anche “causa” (fine ultimo) della Politica.
In fondo, Trump ha confermato il principio che non la Politica guida l’Economia, ma è questa a condizionare e quindi a guidare quella. Che è bello ed istruttivo.
Con un corollario che da noi e durante la campagna elettorale ha assunto un rilievo particolare:
Comico è probabilmente vincente. Tanto è vero che da più parti si preconizza la vittoria del movimento fondato dal comico urlante, mentre da altrettante parti parrebbe inevitabile il trionfo del gruppo di semianalfabeti che promette, per bocca dell’Ignorante Supremo, una volta al potere, provvedimenti improponibili per impossibilità strutturale, oltre che culturale. Razzismo, egoismo, improvvisazione alla base delle proposte. Ed a livelli tali da divenire, proprio per questo, elementi fondamentali di una comicità tragica.
Tutti abbiamo sentito parlare di quattrocento leggi da abolire: lodevole obbiettivo, se non fosse che queste altro non sono che il frutto dell’attività di legislatori appartenenti ad una cultura, per quanto carente, migliore di quella cui appartiene la maggior parte dei candidati proposti. E in questo sta il ridicolo: chiamiamo a modificare le leggi ed a produrne di nuove Politici più ignoranti di quanto non lo siano stati i precedenti: hai visto mai…
Poi – ma non in ultimo- c’è il problema degli immigrati: ributtiamoli in mare sembra la proposta vincente, con varianti del tipo rimandiamoli indietro se proprio non siamo riusciti a lasciarli affogare nel Mediterraneo.
Che è prova concreta della creatività della Politica e dei nostri Politici i quali, di fronte alle difficoltà di gestione dei flussi migratori, dalla identificazione delle persone alla loro sistemazione allo sviluppo della loro vita in Europa alla sottrazione loro e dei familiari al commercio delle mafie (…) tutto ciò che propongono è, in buona sostanza, ucciderli.
E di farlo in nome di un malinteso nazionalismo che, proprio in questa accezione sbagliata, invoca la tutela degli interessi nazionali a fronte di quella degli interessi europei, di una Europa della quale non sappiamo essere parte costruttiva e che quindi va abolita. Tutti i partiti, i movimenti e i tanto-per-dire hanno declinato fino allo spasimo le argomentazioni di vendita secondo ciascuno più appropriate, incuranti della circostanza dell’essere, queste, in buona sostanza tutte eguali. Al massimo differenziandosi per la posizione occupata nelle scale delle priorità. Una ce ne è stata. Forse più silenziosa e strisciante, ma sostenuta anche da persone di una certa levatura e di una certa cultura: voto per i 5Stelle perché gli danno tutti addosso. Il massimo del battutismo, ma anche della pericolosità.
E se archiviassimo questo capitolo con il celeberrimo versetto biblico (noto anche perché comune tra gli altri al Corano, alla Torah, al Vedo induista, al Canone Taoista e al Sam-bu-han-sho dello scintoismo) che recita “Signurì, facitem’o ppiacere!”?

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