ORBAN, LA NATO E L’UNIONE
EUROPEA
di Luigi Mazzella
Non
è escluso, a mio parere, che Viktor Orban, Primo Ministro Ungherese, anticipi
addirittura Donald Trump nel lasciare la NATO e, di certo, primo di ogni
Governante di altri Paesi, anche l’Unione Europea. Trump,
infatti, è frenato dal fatto che i “volenterosi di guerra” dell’Alleanza
Atlantica gli sono utili per tenere buona la sua industria delle armi (per
decenni sostenuta dal Partito Demoratico con le sue periodiche e ripetute
“incursioni” belliche nel mondo); i Paesi Europei non osano mandare
a carte quarantotto il giocattolino delle pulzelle franco-tedesche; e
ciò, non tanto perché non hanno colto (o non hanno voluto cogliere) l’abissale
differenza tra l’Europa Unita immaginata dai Padri Fondatori e l’aborto che ne
è venuto fuori, quanto per l’inadeguatezza di una classe politica di minus
habentes, pavidi e timorosi.
C’è
da chiedersi perché Orban sia l’uomo politico più detestato e vituperato
dal mainstream della stampa Occidentale, considerato che le sue
concezioni politiche, in un pastiche del tutto inconsueto,
ripetono idee comprese nelle cinque “demenze” Occidentali, incluso un certo
scontato e facile populismo, per così dire “comunisteggiante”. La causa potrebbe essere che il Presidente Ungherese
non è certamente un gregario e che non sembra improbabile che la sua dichiarata
volontà di “liberarsi dai dogmi dell’ideologia europea” lo sospinga verso
iniziative anticipatrici della dissoluzione, non solo nel suo Paese, del mito
della cosiddetta democrazia liberale, tabù ritenuto “intoccabile”.
Ancora:
Orban pur sempre figlio della cosiddetta “civiltà Occidentale” si
differenzia dai suoi “fratelli-coltelli”, perché nessun altro partito
europeo somiglia in toto al suo: non quello
clerico-fascista italiano con le idee molto confuse e pasticciate di Giorgia
Meloni e dei suoi camerati di Fratelli d’Italia; né quello
di Marina Le Pen e del Rassemblement National, né infine
quello di Salvini e della Lega.
Prima
domanda: Chi è veramente Viktor Orban? L’uomo è nato ed è cresciuto in
Occidente, formandosi nella Terra delle cinque “demenze” (e di quella
religiosa, in particolare) e i valori cristiani (sperabilmente non quegli
stessi in nome dei quali furono massacrate intere popolazioni in Centro-America
e per la difesa dei quali furono istituiti i Tribunali dell’Inquisizione o
eretti, nel centro della Cristianità, i patiboli del Papa-Re) sono per lui
fondamentali e posti alla base dell’identità costituzionale magiara. Non a caso, d’altronde, la sua vita politica
comincia nel PPE (da cui verrà sospeso nel 2021). Dall’assolutismo
religioso, assimilato nell’infanzia e da quello ideologico subito nell’Ungheria
rossa, Orban desume le linee costituzionali di uno Stato autoritario con
introduzione dell’uso della pena di morte, con avversione per la famiglia
omogenitoriale, con l’idea del sesso biologico basato sulla nascita e sul
genoma, con il divieto del riconoscimento legale delle persone transessuali: in
definitiva un pout-pourrì di idee retrogradi e passatiste
ben conosciute nell’Occidente mediorientalizzato.
Seconda
domanda: Perché tanto accanimento contro di lui
se le sue idee si ritrovano tutte (dico tutte) nelle cinque “demenze”
Occidentali? Perché è l’unico che chiede di mandare gambe all’aria NATO ed
Unione Europea?
Sotto
questo particolare aspetto, però, non è il caso di pensare che egli sia
solo un balbuziente in una terra di sordomuti?