PROFUGHI
AMBIENTALI.
SARÀ UN
ESODO BIBLICO
di Emilio Molinari
Pubblichiamo
l’intervento di Emilio Molinari tenuto al Convegno del 24 settembre al Palazzo
Reale di Milano
Parlerò di alcune
cause della emigrazione che stanno a monte del grande problema dell'accoglienza.
Da
qualche decennio sono persona di movimento poco attento ai tecnicismi
istituzionali. Più portata a rivolgere la conoscenza fuori dagli addetti ai al
lavoro, ma rivolto al popolo democratico per renderlo attivo.
Condizione
indispensabile per muovere qualcosa.
Comincerei
con il problema di dire la verità:
1. L'emigrazione
è inarrestabile.
2. è
tutt'uno con la tragedia ambientale.
3. Il
rischio di esserne travolti, è incombente.
Se
questa è la verità, mi chiedo: è in cima ai nostri pensieri? E chi lo dice ai lavoratori, ai
pensionati, agli abitanti delle periferie?
Se
è vero che la casa Comune è in pericolo, la minaccia incombente di una avanzata
della destra, sta in questa verità e credo che non si affronti solo con
l'antifascismo tradizionale.
Cambiano
i paradigmi politici e culturali con cui ci alimentiamo. Cambiano le priorità,
i linguaggi, i soggetti, le modalità con cui manifestiamo le opinioni.
Bisogna
prima convincere per sconfiggere.
Senza
idea alcuna, a New York, discutono come gestire 65 milioni di sfollati.
...Soldi
per tenere chiusi in discariche umane i profughi e promettere all'Africa di
attrarre investimenti privati per la sua industrializzazione: in
agricoltura intensiva, nella produzione elettrica e nell'industria estrattiva...esattamente
il modello che la sta devastando e che ha messo in crisi il pianeta.
“su questo terreno,
tra l'altro, la Cina fa la parte del leone. Martedì 20 ha
comprato una intera pagina del Corriere della Sera per presentare la sua
leadership a svolgere tale compito nel Sud del Mondo e per rilanciare la
crescita globale.”
Nessuno
più nega la Verità.
Sui
mutamenti climatici e il disastro idrico
Il
rapporto dell'ONU “Acqua
per un mondo sostenibile” dice:
“
Entro 15 anni la domanda di acqua aumenterà del 55%, nel 2030 la disponibilità
coprirà solo il 60%... nel Sud dell'Asia meno del 50%, e continua…. proseguire
sulla strada del business sta portando il mondo sull'orlo di un crollo
del sistema socio economico.”
Intanto
1 miliardo di persone sono ancora senza acqua potabile e
2
miliardi e mezzo sono privi di servizi igienici. Questa
condizione centrerà qualcosa con i profughi?
E
concretizzare il diritto umano all'acqua con azioni concrete e un protocollo
mondiale sarà pure una risposta fattibile all'emigrazione.
Nel
2015 il World Economic Forum ha affermato
La
nostra preoccupazione è stata quella economica, dal 2015 la crisi idrica sarà
l'elemento di maggior impatto.
Ma
il più chiaro di tutti per il suo
cinismo resta il:
Il
rapporto del Pentagono nel 2004.
le
prossime guerre saranno combattute per questioni di sopravvivenza. Nei prossimi
20 anni diventerà evidente un “calo significativo” dalla capacità del pianeta
di sostenere l'attuale popolazione.
Milioni
di persone moriranno per guerre e per fame fino a ridurre la popolazione della
terra ad una quantità sostenibile
Le
zone ricche come USA e Europa diventeranno “fortezze virtuali per impedire
l'ingresso di milioni di migranti scacciati dalle terre sommerse o non più in
grado di coltivare per mancanza di acqua. Le ondate di profughi sulle barche
creeranno problemi significativi.
Le
sommosse e i conflitti spaccheranno l'Africa e l'India.
I governi che non sapranno garantire le risorse fondamentali,
i
servizi essenziali e difendere i propri confini, sono destinati a ad
essere travolti dal caos e dal terrorismo.
Nel
2011 la CIA aggiunge:
8 fiumi saranno origine di conflitti:
Il
Nilo. Minacciato dalla diga Rinascita in Etiopia.
L'Egitto
è una polveriera di 90 milioni di abitanti, 50% meno di 20 anni
che
produce profughi e raccoglie profughi .
Il
Tigri e Eufrate ( Kurdi, la Siria e la siccità, la diga di Musul)
Il
Giordano
I
fiumi dell'altopiano del Tibet: Mekong (Indocina)
l'Indo,
Bramaputra, ( India e Bangladesh) Irrawaddi ( Birmania)
l'Amu
Darya (Kasakistan) Tutti in crisi per i mutamenti climatici
e
sottoposti al controllo della Cina.
Maude
Barlow raporteur all'ONU per il diritto all'acqua, parla di suicidio idrico
Africano.
La
quantità di acqua necessaria in Africa per coltivare i terreni acquistati da
stranieri e multinazionali nel 2009, è due volte il volume usato nei 4 anni
precedenti in tutta l'Africa.
Se
l'accaparramento delle terre e dell'acqua continua al ritmo attuale, la
richiesta di acqua supererà le scorte Africane di acqua rinnovabile.
E
continua:
Dighe,
miniere, piantagioni, autostrade, complessi industriali e resort turistici,
costringono ogni anno 10 milioni di persone a spostarsi. I privati così
assumono il controllo dell'acqua che dava da vivere a intere popolazioni.
Solo
le dighe hanno generato nei decenni passati 80 milioni di profughi.
E
come li chiamiamo: Profughi Economici?
Anche
gli imbottigliamenti provocano profughi.
50
miliardi di litri di acqua vengono imbottigliati ogni giorno dalle
multinazionali e la sola Coca Cola ne imbottiglia 5 miliardi svuotando falde di
mezzo mondo...In India basta leggere Vandana Shiva.
E
l'industria turistica?
Pensate:
un Campo da golf in Africa consuma quanto una città di 6000 abitanti. Andate
alla Kibera di Nairobi? Al fianco di questa mostruosa bidonville senza acqua,
c'è un bellissimo campo di Golf irrigato e protetto da guardie armate. In Kenya
in un resident 5 stelle, sono previsti 3000 litri di acqua per camera. Mentre
agli abitanti 90 litri per famiglia.
Al
Goa Resort: 1700 litri di acqua per persona al giorno e agli abitanti 14 litri
di acqua al giorno.
Un
esempio tra dighe, fiori, urbanizzazione in Etiopia e Kenya.
Una
rosa su 4 venduta in Europa viene da questi due paesi
Nel
Kenia sul Lago Navascia – In Etiopia sul Lago Ziway.
Le
loro acque si abbassano paurosamente e si avvelenano.
Sui
due laghi abitavano centinaia di migliaia di persone: Contadini, pescatori,
allevatori. Oggi vi lavorano 130 mila schiave, donne pagate 1 euro al giorno.
Producono
24 milioni di tonnellate di rose al giorno.
200
boccioli al m2 pompati di fertilizzanti.
Un
business che si avvale di aiuti dalla Banca Mondiale, di agevolazioni nei dazi
da parte della UE. Tutto nelle mani di Multinazionali Olandesi e Israeliane. L'Olanda si avvale
della cooperazione internazionale.
Le
dighe in Etiopia.
La
diga Rinascita, sul Nilo costruita dalla italiana Salini. Così come è
targata Salini la diga sul fiume Omo che metterà in crisi interi popoli
indigeni in Etiopia e il Lago Turkana in Kenia. Orgoglio italiano, così definisce
Renzi queste dighe. Formerà un bacino che bloccherà tanta acqua pari a una
volta e mezzo il flusso annuo del Nilo e caccerà uomini e donne e animali.
Inoltre la zona confina con la terra degli Oromo dove con la repressione
dell'esercito si stanno cacciando gli abitanti per far posto a nuove
urbanizzazioni e industrializzazioni.
Ricordate
il marciatore olimpico Feysa Lilesa che a Rio tagliò il traguardo facendo il
segno delle mani legate? Ci ricordava proprio questo!
Intanto
permettetemi alcune considerazioni
I
ceti popolari imbarbariscono e vanno a destra.
Vero...
ma parliamo di noi, occidentali democratici e di sinistra.
Ostentiamo:
felicità, laicità, libertà di satira, diritto a non aver limiti ai nostri
desideri.
Siamo
sinceri:
Il
grande messaggio universale del Papa viene
ignorato. Il Vaticano sarà in ritardo sulle unioni civili, l'eutanasia,
l'adozione del figlio del partner ecc. Ma il mondo corre verso il disastro
globale e la nostra indifferenza si chiama: Sindrome del Titanic.
Pensate:
appena eletto un sindaco democratico non pensa minimamente a ripubblicizzare
l'acqua, (referendum). Apre subito uno sportello per le unioni civili e siamo
tutti contenti.
Chiamati
a manifestare per l'ambiente o contro il TTIP ci muoviamo in centinaia, ad una
manifestazione per nuovi desideri individuali, corriamo in 100 mila. C'è
qualcosa di malato nella indifferenza per i destini della Casa Comune e
il dolore di milioni di persone.
Mi
chiedo se possiamo fare qualcosa?
Si. Prima di tutto
riducendo la frammentarietà del nostro impegno. Ci sono
decine di movimenti in atto in tutto il mondo e migliaia di buone pratiche
comunitarie e mutualistiche tese a dimostrare che si può vivere altrimenti: in
agricoltura nel lavoro, tra le donne, in Chapas o alla Rimaflor, nel parco Sud
ecc...Ma vanno inserite in una cornice unitaria che produca sinergie.
La
politica va incalzata quando parla di aiutarli a casa loro, pretendendo che
si faccia qualche cosa in tal senso anche qui..a Milano in Italia e in Europa
Voglio
fare alcuni esempi:
Confrontiamo i problemi di cui
stiamo parlando in questo convegno, con l'idea peregrina del governo, di
cambiare la Costituzione per eliminare 200 senatori.
È
una miseria politica.
Per di più pericolosa per la democrazia
Noi
diciamo un sacrosanto NO.
E
diciamo: dobbiamo difendere la Costituzione...però rischiamo di sembrare quelli
che non vogliono “cambiare”.
Invece
penso che si possa cambiare: certo con tutto il parlamento, con il consenso
popolare e parlandone, per mettere nella Costituzione le nuove realtà: quella
degli immigrati, del diritto all'acqua e alla terra e per metterci i nostri
doveri verso il resto del mondo.
Abbiamo
a Milano una nuova giunta più o meno di sinistra.
Dovremmo
chiedergli di attivarsi verso altri municipi nel mondo per il diritto
all'acqua, per cominciare a tracciare la strada per un Protocollo Mondiale su
tale diritto, cosa da tempo avviato dal Contratto Mondiale sull'acqua e dalle
reti mondiali dell'acqua.
E
Milano dovrebbe essere sede di questo movimento.
Perché
non chiedere di dedicare una seduta di Consiglio agli argomenti di cui stiamo
parlando oggi?
1.chiedere
che le aziende pubbliche municipali ripubblicizzate europee con le loro
conoscenze di promuovano in sinergia progetti di potabilizzazione dell'acqua e
assicurino servizi igienici nel sud del Mondo, senza profitti e senza privati.
2.tentare
di fermare il disastro delle dighe
partendo da Milano dove ha sede la Salini e in Europa, sede di altre
multinazionali.
Concludo
con un: Ricordate?
Un
tempo
il femminismo diceva: non ci basta il pane vogliamo anche le rose. Forse
oggi le compagne (ma tutti noi) dovrebbero mettere nella loro agenda, anche
il dolore delle donne e della Terra, che c'è dentro ad ogni rosa che
un profugo del Bangladesh ci prega di comprare.