ALLA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ
Durante questi ultimi dodici mesi avete ricevuto da me
diverse notizie sul tentativo della giunta regionale di privatizzare la sanità
lombarda cominciando dalla privatizzazione dei servizi dedicati agli oltre tre
milioni di malati cronici. Lo strumento principale utilizzato per raggiungere
tale obiettivo è la richiesta, a questi cittadini, di affidare la cura delle
loro patologie croniche ad un gestore, nella maggior parte dei casi
privato.https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/15/regione-lombardia-sei-malato-non-chiamare-il-medico-ora-ce-il-gestore/3586471/
Contro
questo disegno, che mira a distruggere il Servizio Sanitario Nazionale, abbiamo
condotto come redazione di "37e2", la trasmissione sulla salute di
Radio Popolare, insieme a Medicina Democratica, una campagna durissima con
oltre 200 assemblee pubbliche. Oggi l'assessore regionale alla sanità, Giulio
Gallera, ha fatto il punto della situazione; a sedici mesi dall'approvazione
della prima delibera regionale che lanciava il progetto i risultati sono
disastrosi. Meno del 10% dei cittadini lombardi con patologie croniche ha
aderito. Una vittoria schiacciante che ora mette in discussione il progetto
regionale anche se certamente la giunta non si fermerà qui; gli interessi
economici in ballo sono enormi, dai 7 ai 12 miliardi circa.
Per
una volta permettiamoci un sorriso. È
un primo risultato importante e non solo per i cittadini lombardi; infatti
quasi tutte le forze politiche hanno sempre detto che quella della sanità
lombarda era una sperimentazione da esportare in tutto il Paese. E oggi la Lega
governa a Milano come a Roma.
Qui
sotto il nostro comunicato stampa.
LOMBARDIA: FALLIMENTO TOTALE DELLE DELIBERE REGIONALI
PER I MALATI CRONICI
Milano,
5 giugno 2018. I numeri parlano da soli e non lasciano scampo.
I
toni trionfalistici dell’assessore regionale alla sanità, Giulio Gallera,
sprofondano di vergogna sotto la cruda verità delle cifre. Su 3.057.519 malati
cronici che hanno ricevuto le lettere dalla regione solo l’8,44% ha firmato il
contratto con un gestore, la cosiddetta presa in carico e solo il 4,6%
(140.724) ha firmato il PAI, il Piano Assistenziale Individuale. Oltre il 90%
dei cittadini cronici contattati dalla Regione fino ad ora non ha indicato
alcun gestore e oltre il 95% di questi stessi cittadini non ha firmato alcun
PAI.
Una
vera e propria disfatta che appare ancora
più grave se si considerano tutti i soldi pubblici spesi dalla giunta
regionale per reclamizzare le proprie iniziative verso i malati cronici attraverso
spot, inserzioni e la stampa di centinaia di migliaia di opuscoli. Sarebbe
interessante sapere quanto ha speso fino ad ora la Regione per fare tutto
questo e scopriremmo che l’adesione al gestore di ogni singolo cittadino è
costata non pochi euro alle finanze pubbliche, ossia a ciascuno di noi.
Che
si tratti di un totale fallimento lo dimostrano i continui rinvii all’avvio del
progetto decisi dallo stesso assessorato: inizialmente tutto il sistema avrebbe
dovuto partire a pieno regime dal 1° gennaio 2018, poi è stato rinviato al 1°
gennaio 2019 e ora l’ assessore afferma che saranno necessari circa cinque anni
! La fase di reclutamento avrebbe dovuto concludersi prima entro il 2017, poi
nel 1° semestre del 2018, ora si parla del 31 dicembre 2018 e poi si vedrà. Un
risultato atteso considerato che la maggioranza degli stessi Medici di Medicina
Generale, si è rifiutata di aderire alle
proposte della Regione e che nella città metropolitana di Milano i ¾ dei MMG hanno detto di no. Dopo i MMG
sono stati i medici ospedalieri a contestarne la realizzabilità: per fare i PAI
vari specialisti dovrebbero essere spostati dai loro reparti provocando gravi
danni alla qualità dell’assistenza ospedaliera; il medico specialista inoltre
può non avere la competenza per compilare un PAI ad es. di un paziente con
pluripatologie con il rischio di creare danni al cittadino e di assumersi una
responsabilità legale al di sopra delle proprie competenze, come illustrato da
un documento dell’Ordine dei Medici di Milano. Per non parlare del complicato
rapporto tra MMG e clinical manager che si tradurrà in un enorme perdita di
tempo per i MMG e di un sistema
informatico non all’altezza del progetto: come faranno i MMG a relazionarsi con
l’operato del clinical manager considerato che la grande maggioranza delle
strutture ospedaliere non inserisce online per i singoli MMG gli esami effettuati dai loro pazienti ? La
cosa più corretta che potrebbe fare l’assessore Gallera è prendere atto del
fallimento dimettersi. Le bugie hanno le gambe corte… la verità prima o poi è
destinata ad emergere nella sua semplice evidenza.
Vittorio Agnoletto
medico,
co-conduttore di “37e” la trasmissione sulla salute di Radio Popolare;
Fulvio Aurora
Medicina
Democratica, responsabile nazionale settore vertenze.