RIMANDARE AL MITTENTE
L’ennesima legge della Regione Lombardia a favore della
sanità privata. Bloccare questo scempio, il Covid ci ha mostrato a dismisura
l’urgenza di potenziare la sanità pubblica, la medicina del territorio, le case
della salute.
Carissimi
e carissime,
questa
mail è rivolta principalmente a chi vive in Lombardia, ma non solo; infatti,
quello che sta avvenendo in questa regione rappresenta il punto di massima
penetrazione del liberismo in ambito sanitario. Un modello che molti vorrebbero
esportare in tutt’Italia. E che noi dobbiamo sconfiggere.
Il coordinamento lombardo per il diritto alla
salute - Campagna Dico 32! vi invita a firmare la petizione che chiede al
governo di bloccare la legge
Moratti Fontana sulla sanità lombarda Questa volta
il governo e il ministro Speranza non potranno far finta di nulla: entro il 13
febbraio dovranno comunque decidere se dare il via libera alla nuova legge
sulla sanità approvata dalla Lombardia o sollevare una questione di legittimità
e rinviarla alla Corte Costituzionale.
Nel testo approvato dalla giunta a trazione
leghista, la salute continua ad essere considerata una merce, nonostante
proprio questa scelta abbia impedito una seria politica di prevenzione e abbia
creato enormi difficoltà nella risposta alla pandemia.
Regione Lombardia insiste su questa strada,
utilizzando i fondi previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)
per dare ulteriore spazio agli interessi privati anche nella gestione delle
Case della Salute e negli Ospedali di Comunità.
Il governo può intervenire bloccando la legge
entro 60 giorni dalla sua approvazione.
Facciamo sentire la nostra voce. Firmiamo e
rilanciamo questa petizione on-line bloccare la legge
Moratti - Fontana sulla sanità lombarda .
Abbiamo già pagato un prezzo troppo alto di vite
umane sacrificate agli interessi dei privati che operano nel campo della
salute.
Un caro saluto,
Vittorio Agnoletto
Chiediamo al
Ministro della Salute di esprimere la dovuta valutazione sull’esito della
sperimentazione della legge regionale “Modifiche al Titolo I e al Titolo
VI della legge regionale 30 dicembre 2009 n. 33 (Testo unico delle leggi
regionali in materia di sanità)”, come formalmente statuito dal protocollo
d’intesa tra l’allora Ministro della Salute e l’allora Presidente della Regione
Lombardia e di esprimersi in merito a come la Regione Lombardia ha
effettivamente recepito le richieste di modifiche con la L.R. 22/21 approvata a
maggioranza dal Consiglio regionale e promulgata lo scorso 14 dicembre
2021. Il Coordinamento Lombardo per il diritto alla salute – Campagna Dico
32 ha inviato lo scorso 27 dicembre una lettera aperta al Ministro della Salute
affinché, nell’ambito dei poteri previsti dall’art. 127 della Costituzione
Repubblicana, sollevi la questione di legittimità della legge regionale
22/2021.
La richiesta si fonda principalmente sulla distanza tra quanto richiesto dallo stesso Ministro tramite Agenas (lettera del 16.12.2020) e quanto contenuto nella legge: la confusa frammentazione di competenze tra ATS e ASST permane e viene resa ancora più evidente nel campo della programmazione; la funzione dei distretti non corrisponde a quanto richiesto; permangono ancora indefinite le effettive modalità di controllo degli erogatori privati accreditati. Ma i motivi sono ancora più profondi perché la legge regionale 22/2021 conferma il contrasto tra le normative che si sono succedute in Lombardia dal 1997 ed i principi stabiliti dalla legge 833/1978 di riforma sanitaria nazionale. Contrasto portato alla luce dall’alto tasso di decessi dovuti al Covid-19 come pure della crisi sistemica della medicina territoriale e i limiti evidenti dell’approccio ospedalocentrico e sbilanciato a favore delle strutture private.
Il modello lombardo di sanità, padre degli errori commessi, con il progressivo smantellamento della sanità pubblica, preventiva e territoriale (caratteristiche fondamentali di un servizio sanitario, ma non remunerative e non utili ad un “sistema” tendente alla competizione e privatizzazione) , è stato consentito tra le altre cose dalla regionalizzazione della sanità e la creazione di fatto di 21 servizi sanitari differenti, causa principale delle difficoltà di coordinamento che hanno ostacolato la tempestiva gestione dell’emergenza. La legge 22/2021 introduce formalmente – prioritariamente per poter disporre dei finanziamenti – alcune indicazioni del PNRR (case di comunità, ospedali di comunità, medicina di prossimità) ma li stravolge in sede di attuazione aprendo anche questi ambiti al privato considerato “equivalente” al pubblico. Tende inoltre ad accentuare ulteriormente differenze di accesso ed erogazione dei servizi che diventano discriminanti per chi non dispone di forme di sanità integrativa (mutue, assicurazioni, welfare aziendale) che comunque non garantiscono gli stessi livelli di tutela per tutte le persone.
I cittadini sono trattati come clienti e non come
persone portatrici di diritti (art. 32 della Costituzione). La sanità lombarda necessita da anni di una revisione
profonda. Ora è il momento di porla in atto, come hanno richiesto in modo
articolato le realtà sociali che aderiscono al Coordinamento : deve prevedere
un forte governo pubblico della sanità, basato su una chiara programmazione; la
medicina territoriale deve essere organizzata in bacini d’utenza limitati per
rispondere in modo mirato ai problemi di salute dando priorità alla prevenzione
della malattia anche attraverso la partecipazione della cittadinanza; le Case e
gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici affinché ci si
focalizzi sui risultati reali di salute e non su utili economici; le liste
d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento deve essere un
obiettivo primario rientrando nei tempi previsti dai LEA, anche attraverso
l’assunzione straordinaria di personale presso le strutture pubbliche; la
libera professione all’interno delle strutture pubbliche deve essere eliminata;
le RSA devono autonomia differenziata
deve essere ritirata.
Se il ministero non solleverà rilievi all'impostazione
della legge regionale lombarda 22/2021, confermandola, tali derive
privatistiche potrebbero facilmente essere prese a modello da altre realtà
regionali allontanando sempre di più il servizio sanitario da quanto previsto
dalla riforma del 1978 e mettendo fortemente in discussione il diritto alla
salute e la sua universalità e gratuità nel momento dell’erogazione, basata
sulla fiscalità generale progressiva. Per questi motivi chiediamo che il
ministero ed il governo intervengano per bloccare la legge regionale lombarda
22/2021.
Coordinamento
lombardo per il diritto alla salute
Campagna
Dico 32!
[Milano 10.01.2022]