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PARMENIDE E CAGNONE
Il poema Sulla natura, del
filosofo greco Parmenide d'Elea (V secolo a.C.), giunto fino a noi in 19
frammenti, non solo è un testo di riferimento per l’intera cultura greca, ma
coinvolge i fondamenti di tutta la filosofia occidentale, tanto che nel ’900 ha
dato spunto a innumerevoli considerazioni, in particolare da parte di quei
filosofi che si sono confrontati con i temi primari dell’essere, la verità,
l’apparenza, l’uno, il tutto, il molteplice ecc. Nanni Cagnone, a quanto dice,
percepisce questo testo come «un ostacolo, un fondamentale assillo» con cui è
inevitabile fare i conti ma da cui prendere, quando occorre, le distanze.
Quella che Cagnone ci propone qui, è una traduzione in
senso molto ampio, che riassume i vari sensi che ha avuto questo termine nella
tradizione ma al contempo li amplia in una direzione probabilmente inedita. Si
ha dunque il corpo a corpo con il testo originale, che poi si fa commentario
stringente e spesso irriverente, per poi trasformarsi in verso autonomo. La
gerarchia tipografica tra testo e commento si mescola, i frammenti vengono
montati in un ordine estraneo alla consequenzialità filologica, ma suggestivo
in chiarezza, e tutto si fa materia del pensiero. Conscio della distanza anche
di visione che lo separa da questo filosofo delle origini, una volta compiuta
quella che definisce nulla più che «la comprovata esperienza d’un lettore»,
Cagnone si congeda da Parmenide come da un duello in cui si è compiuto qualcosa
di decisivo riguardo a ciò che noi chiamiamo pensiero, linguaggio e
verità.
Nanni Cagnone
Parmenides
Ed. Giometti & Antonello
Pagg. 96 € 16,00