Taccuino
PIACENZA LA “PRIMOGENITA”
E IL PICCOLO MUSEO DELLA POESIA
di Angelo Gaccione
Palazzo Gotico
Ci sono molti motivi per visitare
Piacenza e ne potrei mettere in fila una sfilza considerevole. Fra i più
evidenti potrei citare Piazza Cavalli che da sola vale una visita. A comporre l’armonia
della piazza troverete, infatti, alcuni splendidi manufatti: dal Palazzo Gotico
al Palazzo del Governatore, dal Palazzo Mercanti alla Basilica di San Francesco.
E solo per godervela questa piazza dovreste sostarvi almeno una mezza giornata.
E che dire del Duomo, di Palazzo Farnese, del Teatro Municipale, del Museo Oddi-Ricci,
delle tante chiese, delle belle vie dal fascino incontaminato, dei suoi scorci
che ti sorprendono all’improvviso? Dei suoi angoli suggestivi, della presenza di
una parte significativa di architettura del Ventennio che ha acquisito ora una
sua nobiltà? Naturalmente vi potrei consigliare il Collegio Alberoni fondato
nella seconda metà del Settecento dall’omonimo cardinale, è un museo privato e
vi dovreste far rinchiudere dentro per un paio di giorni per poterne ammirare
tutte le meraviglie. Di passaggio vi segnalo che vi si trova l’Ecce Homo
di Antonello da Messina che alcuni anni fa avevo potuto ammirare in una mostra a
Palazzo Reale dedicata al pittore siciliano qui a Milano.
Palazzo Gotico |
Il Duomo
Mi fermo qui perché scoprirete tutto da soli se ne farete la meta di un vostro viaggio; da parte mia le motivazioni sono tutte di ordine affettivo e sentimentale e la “Primogenita” (è questo l’appellativo che si è meritato Piacenza per essere stata la prima città italiana a votare nel maggio del 1848 l’adesione alla nascente unificazione italiana, con il 98% del consenso cittadino) mi è diventata ancora più cara da quando nel 2014 un uomo di passione, un poeta folle di poesia, un artista di nome Massimo Silvotti, vi ha creato il Piccolo Museo della Poesia in cui ha investito, ed investe, fatiche, tempo, risorse personali, e di solito i poeti di risorse finanziarie ne hanno ben poche. La prima sede era stata aperta in uno stabile di via Pace n. 5, una viuzza a fianco del Duomo, come ho avuto modo di apprendere proprio da Silvotti durante un mio incontro poetico al Piccolo Museo. Quel giorno ho avuto il privilegio di avere Massimo come guida e di passare con lui quasi un’intera giornata. Il Museo in via Pace vi è rimasto sei anni, dal 17 maggio del 2014 al 5 settembre 2020. Niente a che vedere, ovviamente, con la sede attuale di via Angelo Genocchi: addirittura una chiesa sconsacrata, ma si sa che la poesia ha nella sua essenza un forte substrato sacrale. Si tratta della Chiesa di San Cristoforo dalla bella facciata barocca e che con via Gregorio X forma una croce. Appartenuta alla Confraternita della morte, la conchiglia incorporata nel timpano vi fa chiara allusione con la scritta “Ingredere hospes et quod tandem queres debitum sufragus solve”.
Basilica di S. Francesco
Dentro è bellissima ricca
di affreschi e di pitture, e la città di Piacenza può andarne fiera. E può
andare fiera di questo suo figlio poeta che con la sua collaboratrice Sabrina
De Canio, poetessa anch’ella, hanno dato vita all’unico museo della poesia
esistente al mondo. Il patrimonio librario e di riviste è notevole, così come
le edizioni autografie, le prime edizioni di poeti celeberrimi, le edizioni
rare e introvabili. Un’eccellenza della città di Piacenza e un patrimonio per
la cultura letteraria italiana ed internazionale che merita di essere valorizzata
e sostenuta. Nella mia visita al Museo ho potuto apprezzarne il valore e subito
dopo l’incontro che vi ho tenuto, mi sono chiesto se non sia urgente mettere in
piedi un Comitato Nazionale di uomini di cultura che si faccia promotore dell’idea di dar vita ad una Fondazione. La città ha le energie necessarie e possiede
istituzioni adeguate perché questo avvenga, garantendo al Piccolo Museo della
Poesia un avvenire solido e sereno. Una Fondazione di partecipazione che veda
il Comune di Piacenza attore protagonista dovrebbe essere il primo passo. Ma occorre
adoperarsi per trasferire definitivamente al Museo il Codice
Landiano (di proprietà del Comune), che rappresenta il più antico manoscritto
della Divina Commedia. Custodito nella biblioteca Passerini Landi
(in realtà il Codice è conservato in un cavò di una Banca) la sua sede naturale
non può che essere il Piccolo Museo della Poesia.
Palazzo Farnese
La storia
Il
Piccolo Museo della Poesia di Piacenza è una realtà museale unica nel suo genere, dal 5
settembre 2020 ha sede nella chiesa sconsacrata di San Cristoforo. Al momento
della sua prima inaugurazione in forma del tutto sperimentale (17 maggio 2014)
si chiamava “Piccolo Museo della Poesia le Incolmabili fenditure”, nasce per
iniziativa di Massimo Silvotti, poeta, artista e saggista italiano che ne è
anche il direttore generale. A Silvotti si affiancano nella direzione del museo
esclusivamente poeti o artisti, a partire da Sabrina De Canio, condirettrice e
direttrice dell’area internazionale. Il museo, una realtà privata con finalità pubblica,
è censito da ISTAT dal 2016.
Facciata del Piccolo Museo
della Poesia
La sede museale
La Chiesa
di San Cristoforo (oggi sede permanente del Museo), detta “della Morte Nuova”
è un edificio che era stato commissionato dalla Confraternita detta della
Morte, esistente sin dal 1260, venne edificata a partire dal 1687 e inaugurata
nel 1690. Fu costruita su progetto di Domenico Valmagini, architetto luganese
al servizio della corte farnesiana, ma il particolare dell’ingresso “per
angolo”, ha indotto gli studiosi a ritenere una forte influenza di Ferdinando
Galli Bibiena (Bologna, 1657 - 1743) nella fase progettuale. La soluzione “per
angolo”, infatti, ideata per l’ingresso dell’oratorio e per il campanile,
inedita a Piacenza, rimanda alle sperimentazioni condotte dal Bibiena nel
settore della quadratura e sulle scene in teatro, e alla “veduta per angolo”,
nella decorazione del Serraglio a S. Secondo Parmense compiuta tra il 1685 e il
1687. In ogni caso la mano del Bibiena è indiscutibile nell’apparato pittorico
della Cupola da lui realizzata nell’estate del 1690. Nella Chiesa di San
Cristoforo, oltre al capolavoro del Bibiena, vanno ricordate anche le tele
esposte sugli altari laterali di Ambrogio Besozzi e Robert De Longe.
Ma
perché un Museo della poesia? Lasciamo la parola al suo fondatore.
Facciata del Piccolo Museo della Poesia |
Massimo Silvotti
fondatore del Museo
“Concettualmente l’idea di
un museo della poesia potrebbe apparire come una contraddizione in termini. E
mettere la Poesia in vetrina? Qualcuno ne ha parlato come di una provocazione, ma
io preferisco consideralo come un luogo dove si fondono e interloquiscono
bellezza e cultura, curiosità e suggestione, raccoglimento e dinamicità. Un
luogo, soprattutto, dove il fruitore avverte di poter restituire e persino
implementare il valore generativo della Poesia. Mettere la Poesia in vetrina
quindi, ovvero segnalarne la rilevanza con un’azione ad alto valore
paradigmatico, significa rendere proattivamente dialettica l’interazione tra
chi la Poesia la ricerca e chi la Poesia l’ha messa in essere. Una siffatta
interlocuzione, di per sé, aggiunge carattere di veridicità allo sforzo del
poeta, il quale per definizione è consacrato all’intendimento di ridurre il
diaframma, la fenditura, tra la propria parola poetica e la realtà che egli
sussume in poesia. Senza dubbio il Piccolo Museo della Poesia non risolverà mai
le proprie intrinseche contraddizioni, ma rimane sorprendente e intrigante la
percezione di poeti e appassionati, i quali tratteggiano l'incontro con questa
nostra realtà, facendo intendere di averne introiettato il controverso mistero”.
Massimo Silvotti fondatore del Museo |
Gli splendidi affreschi del Museo
Vorrei
che mi parlassi della collezione museale
“Focus della collezione
museale è la poesia contemporanea mondiale e il ’900 italiano. Ma non mancano
incursioni in altri periodi: il ’700 e ’800 in particolare. Complessivamente la
collezione è costituita da poesie inedite e autografe, lettere, libri,
antologie, riviste letterarie, manifesti letterari, opere di poesie visiva,
quadri e sculture relativi ad autori o poesie e oggetti di grande suggestione
poetica. Circa i libri di poesia, va ricordato che la maggior parte è
autografata dai poeti stessi e sovente si tratta di prime edizioni o edizioni
speciali. Riguardo le riviste letterarie del Novecento italiano il museo possiede
una collezione davvero ricca e discorso analogo può essere fatto riguardo le
antologie del Novecento. Ragionamento a parte riguarda il filone della poesia
contemporanea mondiale che può vantare diverse centinaia di poesie inedite,
autografe e scritte a mano, di alcuni tra i più noti maestri italiani e
stranieri. Nel vasto corpus della collezione museale, tra le numerose curiosità
e rarità si segnala: “il Muro degli Angeli”, unico frammento rimasto del muro
della casa di Alda Merini dove la poetessa scriveva frammenti di poesie,
disegnava e persino appuntava numeri di telefono.
Il prezioso volume autografo
di Ungaretti con dedica al poeta Sinisgalli
di Ungaretti con dedica al poeta Sinisgalli
Viaggetto in Etruria
di Giuseppe Ungaretti con dedica autografa al poeta Sinisgalli; un libro che
contiene due racconti di viaggio del ’30 e del ’34 e che fu stampato nel 1966
in sole ottanta copie. Mediterranee di Umberto Saba, prima edizione
autografata, stampato in sole 89 copie. Appuntamento ad ora insolita, di
Vittorio Sereni, pamphlet in sole 60 copie, autografato dal poeta. L’opera
dell’artista tedesca Antje Stehn “Rucsak”, uno zaino interamente composto da
bustine di tè essiccate e inviate all’artista, che le ha poi assemblate, da
oltre 250 poeti di 55 paesi del mondo come segno di fratellanza nel segno della
poesia. Tra le missive più originali spiccano una lettera di Ardengo Soffici in
cui egli parla di Dino Campana e una lettera in francese di Ungaretti al poeta
belga Hellens. Per quanto concerne le riviste letterarie si ricordano in
particolare, il primo numero della rivista “Poesia” di Marinetti, il primo numero
della rivista “Leonardo” di Papini, il primo numero della rivista “La Ronda” di
Cardarelli, a cui si aggiungono, ad esempio, l’intera collezione del 1916 de “La
Voce”, l’intera collezione di “Solaria” e l’intera collezione del “Verri”,
l’intera collezione dei “Quaderni piacentini”, e venendo ai giorni nostri,
l’intera collezione di “Arenaria”, di “Anterem”, di “Kamen”, di “Atelier”.
La storica rivista "Poesia"
Tante
le iniziative del Museo anche itineranti e performative
“Al fianco di un’attività
museale consueta, il Piccolo Museo della Poesia si è caratterizzato per l’ideazione
e realizzazione di performance anche itineranti, che hanno visto il
coinvolgimento di poeti e artisti da molte regioni italiane e numerosi paesi
nel mondo: la mostra “Ungaretti
e la Grande Guerra - L’acrobata
sull’acqua” (Piacenza, Palazzo Farnese, e Lucca, Palazzo
Ducale, entrambe nel 2015), due edizioni de “La Piuma sul
baratro” (Piacenza, Palazzo Farnese, 2016, e Milano, Teatro
Barrio’s, 2019), “Giacomo Leopardi - L’insolvibile dolcezza dei Canti” (Piacenza,
Conservatorio Nicolini, 2017), “La pelle dei Pittori e il sangue
dei Poeti” (Milano, Museo Mudec, Festival Internazionale di Poesia
di Milano, 2017), “L’infinito finite volte” (Piacenza, P.zza
S. Antonino, 2019), “I Poeti e la Luna”
(Piacenza, Galleria Alberoni, 2019), “La marcia silenziosa dei Poeti
che portano il loro museo in regalo”
(centro storico di Firenze, 2020), “La marcia non silenziosa dei
Poeti” (centro storico di Ravenna, 2020), “Omaggio
al Ecce Homo” (Banca di Piacenza, Piacenza, 2021), “Convegno
Multidisciplinare e Performativo – il Punto
di fuga siamo noi” (Piacenza,
Piccolo Museo della Poesia, 2021), “Cento Poeti per
Cento Canti” (Piacenza, Piccolo Museo della Poesia, 2021) “La
soglia” (Piacenza, Piccolo Museo della Poesia, 2022)”.
La storica rivista "Poesia" |
Silvotti con la sua collaboratrice
Sabrina De Canio
Molte
le istituzioni che hanno collaborato con il museo
“Te ne citerò alcune fra
le più prestigiose. Accademia di Belle Arti di Brera, Accademia di Belle Arti
di Carrara, Biennale di Poesia di Alessandria, Comune di Lucca, Comune di
Piacenza, Collegio Alberoni di Piacenza, Conservatorio di Musica Nicolini di
Piacenza, Musei di Palazzo Farnese”.
Silvotti con la sua collaboratrice Sabrina De Canio |
Gaccione al Piccolo Museo 9 luglio
con Silvotti, De Canio, Galliani
ALBUM PIACENTINO
con Silvotti, De Canio, Galliani