QUALE INCANTO, PER QUALE
PASSIONE
di Giuseppe Oreste Pozzi
Una riflessione per accogliere l’appello di padre Alex Zanotelli*.
Caro Angelo,
credo che ODISSEA sia
il luogo adatto per raccogliere l’appello che mi è arrivato per il tramite di
Demos (organizzazione che si ispira ai valori cristiani ed all’azione sociale
della Fondazione Sant’Egidio). Mi permetto allora di rileggere l’appello prezioso,
quanto inascoltato dai media italiani, che Alex Zanottelli ci propone da anni
utilizzando la chiave di lettura che offre il Cardinal Matteo Maria Zuppi che, al
Meeting di Rimini, non disdegna certo la festa che i giovani sanno portare con
la loro energia ed esuberanza ma ricorda anche che i “cristiani debbono saper passare dalla porta stretta” una porta che
non è certamente sponsorizzata dagli influencer
di oggi che, anche il Meeting, a volte, non vuole riconoscere e che non hanno
nulla a che vedere con i profeti ma, al massino, con le false sirene stonate
che ingannano lucrandoci. La realtà culturale, economica, sociale e
territoriale dell’Italia, con la sua posizione strategica nel mediterraneo ed
in Europa, potrebbe essere il luogo di un riscatto e di una svolta geopolitica
opportuna e necessaria mentre si preferisce sistematicamente la comodità del lamento
godimento o meglio dei litigi e delle divisioni continue per assicurarsi un
potere che poi i nostri miserrimi politici non sanno come gestire, al servizio
di chi li ha eletti. A cosa servono le
democrazie occidentali se poi non sanno come fare per andare oltre al periodo
buio del colonialismo che ancora imperversa negli imperi economici che continuano
a sfruttare le terre e i popoli africani senza nessun ritegno e senza nessun
rispetto, senza mai pensare a delle serie politiche di risarcimento.
Togliere i dubbi con
gli slogan che ci propinano ogni giorno i partiti in campagna elettorale fa
diventare solo più stupidi. La realtà è complessa e va incontrata con il lavoro
di chi sa che deve studiare e sudare per capire come saperci fare. È sempre
Zuppi che sa come orientarci: “Sentiamo
tanta gioia e sempre nuovo stupore per il popolo tratto dall’anonimato e dalla
giungla della complessità. È l’incanto così umano che ci libera dal disincanto
che si deposita silenziosamente nel cuore e finisce per farci accorgere di Dio
e della bellezza dei suoi doni”.
L’Africa, con la sua
terra ed i suoi abitanti, è ancora un grande dono umano da valorizzare prima
ancora che economico da sfruttare. Zanotelli cita ben 8 paesi nel caos: Sud Sudan, Sudan, Somalia, Eritrea,
Centrafrica, Ciad, Libia, Congo. Tutto per gli egoismi e le avidità degli
occidentali e le mire espansionistiche di criminali che imperversano con le
solite complicità politiche. Come non condividere, allora, l’invito accorato di
Zanotelli così da tentare di svegliare la Commissione di Sorveglianza della RAI
e le grandi testate nazionali?
L’APPELLO
AI GIORNALISTI ITALIANI
DI ALEX ZANOTELLI
Condividete e fate in modo che gli italiani sappiano
cosa sta veramente vivendo gran parte della popolazione africana.
Un silenzio inaccettabile
«Rompiamo il silenzio
sull’Africa.
Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di
far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire
i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo. Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida
estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge
a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far
sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media
italiani, come in quelli di tutto il modo del resto. Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia
cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben
integrati nel mercato globale. So che i
mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari,
per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente
sta accadendo in Africa.
Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il
coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto
sull’Africa. È inaccettabile per me il
silenzio sulla drammatica situazione nel Sud
Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa
guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone
in fuga.
È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale
in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire
dell’Africa e contro le etnie del Darfur. È
inaccettabile il silenzio sulla Somalia
in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed
esterni.
È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più
oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso
l’Europa.
È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere
dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai. È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione
della zona saheliana dal Ciad al Mali
dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato
dell’Africa nera.
È inaccettabile il silenzio sulla situazione
caotica in Libia dov’è in atto uno
scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro
Gheddafi. È inaccettabile il silenzio su
quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di
persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno
al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti
climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo
territorio non abitabile. È inaccettabile
il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che
non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a
fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un
valore di 14 miliardi di euro!).
Non conoscendo tutto questo è chiaro che il
popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro
terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. Questo crea la
paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti
xenofobi. Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti
provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i
governi africani per bloccare i migranti.
Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.
Questa non è una questione emergenziale, ma
strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il
2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i
nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li
abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a
beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.
E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium
Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta
naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non
possiamo rimanere in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che
noi oggi diciamo dei nazisti?).
Per questo vi prego di rompere questo
silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare
questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare
alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alle grandi testate nazionali? E
se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo
gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più
utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i
migranti?
Non possiamo rimanere in silenzio davanti a
un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da
fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa».
*Alex Zanotelli è missionario italiano della
comunità dei Comboniani, profondo conoscitore dell'Africa e direttore della
rivista Mosaico di Pace.