RISCHI
PER LA MOSCHEA DI AL-AQSA
Gravi
rischi per la Moschea di Al-Aqsa, la comunità internazionale deve assumersi le
proprie responsabilità per fermare le violazioni israeliane.
In occasione del 53°
anniversario dell'attacco incendiario compiuto contro la
Moschea di Al-Aqsa, luogo che
occupa un posto speciale nel cuore dei musulmani di tutto il mondo, l'Organizzazione Europei per al-Quds
assiste con grande preoccupazione all’attuazione
di tutte quelle misure israeliane volte a giudaizzare la Moschea di Al-Aqsa e ad imporre
una divisione temporale e
spaziale all’interno di essa. L'Organizzazione sottolinea che l'anniversario
dell'incendio doloso di Al-Aqsa giunge quest'anno nel contesto di un progetto israeliano che mira ad indebolire le mura di Al-Aqsa e a
sconvolgerne la struttura, come parte di un piano strategico più ampio volto
a modificarne la realtà, in quanto luogo pubblico, imponendole la giudaizzazione. Il progetto israeliano consiste nei continui scavi effettuati
sotto e intorno alla
moschea, con l'intensificazione
delle incursioni e delle persecuzioni attuate all’interno dei suoi cortili e nei dintorni di essa, compresa l'area dei palazzi Omayyadi. Tali scavi hanno provocato la rottura di alcuni muri
e la caduta di pietre per
le quali ne viene impedito
il restauro, accompagnati dall'esecuzione pubblica di rituali talmudici e
preghiere, dall'espansione
della Porta di Mughrabi e dall'inclusione di Al-Aqsa nell'elenco dei luoghi ritenuti
sacri dagli ebrei. Secondo i dati raccolti dalle autorità di supervisione di Al-Aqsa,
le autorità israeliane hanno condotto 64 scavi sotto la
moschea e nei
suoi dintorni dall'occupazione avvenuta
nel 1967, 53 dei quali sono
stati completati, mentre 11 sono tuttora attivi e nessuno conosce a quale stadio siano arrivati, minacciando
in questo modo l'esistenza culturale e
umana della moschea. Israele sta inoltre agendo con lo scopo di giudaizzare la Moschea di Al-Aqsa utilizzando tre metodi. Il primo consiste nell'isolare la moschea
dalle zone attorno
attraverso gli scavi effettuati per la giudaizzazione
della piazza Al-Buraq che si
sono spostati sul lato occidentale, aprendo diverse brecce nel muro di Al-Aqsa. Il secondo metodo confida sulla minaccia alla
stabilità degli edifici islamici e
sull'indebolimento delle fondamenta e delle mura della moschea. Per quanto
riguarda l'ultimo metodo
utilizzato, esso mira
al conferimento ufficiale
della legittimità
israeliana alle procedure volte alla giudaizzazione. Tra le sfide più importanti che la Moschea di Al-Aqsa deve affrontare vi
sono l'ostruzione e gli
impedimenti israeliani ai lavori di restauro e manutenzione
che minacciano seriamente gli edifici della moschea, sia all'interno che all'esterno.
L'Organizzazione
Europei per Al-Quds sottolinea che l'anniversario dell'incendio doloso della
Moschea di Al-Aqsa è un'occasione importante nella quale tutti dovrebbero rendersi conto della gravità dei pericoli e delle minacce israeliane
volte ad attaccare la moschea.
Hanno paura dei bambini...
Il 21
agosto 1969, un cristiano australiano estremista, Dennis Michael Rohan, tentò
di appiccare il fuoco alla Moschea di Al-Aqsa, distruggendo alcune parti della
Moschea di Al-Qiblah, l'edificio principale situato all'interno del complesso di Al-Aqsa, tra cui
il pulpito in legno e avorio risalente a 1.000 anni fa e di valore
inestimabile, posto in questo luogo dal leader musulmano Salah
al-Din. L'incendio ha
interessato la
zona orientale della sala di
preghiera, situata sul lato meridionale della Moschea di Al-Aqsa. Le fiamme
hanno divorato 1.500 metri quadrati, oltre un terzo della superficie della cappella di
Al-Qibli che è di 4.400 metri quadrati. L'edificio è stato gravemente
danneggiato e sono stati necessari molti anni per ripristinarlo assieme alle sue decorazioni. L'incendio ha divorato anche lo
storico pulpito della moschea che Salah al-Din al-Ayyubi aveva
portato dalla città di Aleppo
quando i musulmani ebbero riconquistato
Gerusalemme,
nel 1187. Questo bellissimo pulpito aveva un valore speciale, poiché il sultano
Nur al-Din Zangi ne aveva ordinato la realizzazione proprio per il giorno della liberazione di al-Aqsa.
Ciò è accaduto nell’ambito di una serie di misure e politiche attuate
dall'occupazione israeliana a partire dall'occupazione della città avvenuta
nel 1948, con l'obiettivo
di cancellare l'identità islamica di Gerusalemme, imponendone
la giudaizzazione e consacrando la presenza degli insediamenti
coloniali. Negli ultimi decenni,
questa politica non si è fermata, anzi negli ultimi tempi si è intensificata, fino ad
arrivare al punto in cui le
forze di occupazione hanno ripetutamente violato la Moschea di Al-Aqsa prendendola d'assalto, hanno attaccato i fedeli e hanno
permesso ai coloni di fare incursioni e di sfilare in lunghe marce, come è accaduto anche
lo scorso maggio quando tutto ciò ha provocato l'aggressione israeliana contro
la Striscia di Gaza. Europei
per Al-Quds
ribadisce che
l'anniversario dell'incendio doloso della Moschea di Al-Aqsa è un'occasione per
ricordare la portata del crimine praticato dalle autorità israeliane contro la
moschea e l'intera città di Gerusalemme, nella quale gli abitanti originari devono affrontare le
peggiori forme di discriminazione razziale attualmente esistenti
nell'era moderna. Gli abusi
e le violazioni di cui sono vittime la moschea e gli abitanti di Gerusalemme
accrescono la loro fede nella legittimità della loro causa e rafforzano il legame dei
Palestinesi e degli altri
musulmani con la loro prima Qibla, respingendo ogni tentativo di imporre su di essa una
divisione temporale o spaziale. In questa occasione, l'Organizzazione Europei
per Al-Quds
elogia i gerosolimitani che si
ostinano a difendere la loro città nonostante l'oppressione e il terrorismo
israeliano,
ed esorta i musulmani e i popoli liberi del mondo a sostenerli nella loro
legittima lotta per la liberazione dall'occupazione e per l'esercizio del
diritto alla libertà di culto e alla conservazione delle loro sacralità.
Europei per
Al-Quds
Hanno paura dei bambini... |