CAVALIERI DEL LAVORO
I nuovi cavalieri del lavoro sono stati
nominati anche quest’anno. Come per gli altri anni precedenti di operai non ce
n’è nemmeno uno. Nemmeno uno di quelli che rischiano la vita per guadagnarsi il
pane. Non è stato fatto cavaliere chi cadendo da una impalcatura si è
miracolosamente salvato. Si sperava almeno per un morto sul lavoro, Cavaliere
alla memoria. Niente. Niente neppure fra i Vigili del Fuoco, i minatori, gli
intossicati dell’Ilva, i licenziati, i cassintegrati; fra i dannati della terra
che raccolgono frutta e verdura sui campi del lavoro nero italiano, vessati dai
caporali e pagati pochi centesimi all’ora. Niente neppure fra quanti si sono
presi la silicosi in miniera e contratto malattie professionali. Niente per netturbini,
badanti, facchini degli ortomercati, infermieri dei Pronto Soccorso, turnisti e
per quanti svolgono lavori pericolosi. Nessun cavaliere del lavoro fra i
contadini, gli operai, gli insegnanti, i giornalisti minacciati di morte e via
enumerando. Nessuna cavaliera del lavoro fra le mamme che allevano figli e
tengono in piedi la baracca senza ricevere un centesimo dallo Stato, nessuno fra
i tanti volontari impegnati a portare aiuti a lire zero, nessuno fra gli uomini
di quella chiesa umile e povera che cerca di togliere dalle grinfie della
criminalità e dalla droga i ragazzini, fra gli operai dei cantieri, di quelli
che curano le fogne e svolgono i lavori più umili e faticosi. Niente per gli
autisti dei mezzi pubblici che si svegliano alle 4 del mattino, niente per i ferrovieri,
i garzoni di bottega, le giovani dei Call Center, i ricercatori malpagati, e
niente e niente e niente per i tanti, per i più, che tirano la carretta della
Nazione. Cavalieri del lavoro solo chi il lavoro non sa neppure cosa sia e che
troviamo spesso sulla cronaca nera dei giornali. Solo per loro che il lavoro lo
sfruttano, e per i figli dei potenti sistemati nei posti migliori senza troppa
fatica. Per loro che cavalcano al sicuro senza infortunio e senza rischio. Avanti
Presidente, avanti, falli salire in groppa questi nobili Cavalieri; gli altri
crepino pure di lavoro, se ne hanno uno.