TESTE D’UOVO
di Luigi Mazzella
Purtroppo, i
razionalisti devono ammettere che la cultura idealistica, platonica,
post platonica e tedesca di fine Ottocento, in venti secoli ha reso
bruciato il terreno intorno a sé. E ciò, dopo avere fatto piazza
pulita della vera filosofia, quella monistica, concentrata sull’unica realtà
esistente e conoscibile perché priva di aggiunte fantasiose. Essa ha
costretto gli abitanti dell’Occidente ad abbandonare il terreno della vera
speculazione dell’intelletto che prima di duemila anni fa
era meravigliosamente fertile. Oggi, a processo compiuto,
l’Occidente ritiene “maestri del pensiero” i transfughi di ideologie
totalitarie (maturate, quindi, lontane da ogni raziocinio) che farfugliano (a
ecatombi ideologiche, dette “rivoluzionarie”, finalmente finite) di “post
modenità”, di “società liquida e
solida” di “rifiuti umani” et similia. L’idealismo, nella sua ultima
versione teutonica, ha distrutto persino l’empirismo inglese, ultimo, timido
faro di luce di un’intelligenza che, però, nell’Occidente medio orientalizzato,
andava già progressivamente spegnendosi. La politica (come filosofia
della pratica) ne è stata la vittima più preclara. In un groviglio divenuto
inestricabile di astrazioni illogiche e di creduti assolutismi, pretesi come
gli unici veritieri, è divenuto difficile capire quanto vi sia di
religioso o di filosofico ora nella individuazione dei popoli eletti a dirigere
il mondo ora nell’azione diretta a rendere tutti uguali gli abitanti del
Pianeta. In realtà, il pout-pourrì di pretese “verità” (senza necessità di
riprova), che si è realizzato dopo anni di scontri feroci, consente solo agli
Statunitensi, sotto la guida cogente del potere finanziario (prevalentemente
ebraico ma anche cristiano e con sotterranea intesa con quello islamico dei
petrol dollari) di utilizzare i vari ingredienti in modo
diverso a seconda delle circostanze: essere di destra estrema (con il consenso
delle lobbies produttive ed economiche a tendenza fascista) per
assecondare la propria crescente voluptas imperialistica;
suggerire misure pauperistiche mutuate dalla politica di sinistra quando si
tratta di tenere a bada il popolo-bue (ovviamente, non solo il proprio ma
anche quello dei Paesi egemonizzati in modo para-coloniale). In questi ultimi,
poi, il cocktail di recente è stato così bene amalgamato che è
difficile capire ormai quanto vi sia di destra e quanto di sinistra in ogni
forza politica: le differenze nelle proposte sono solo nominali e minimali (il
bisogno, ormai radicatosi nell’animo degli Occidentali, di continuare a odiarsi
nonostante le sopite se non del tutto scomparse diversità
programmatiche fa resuscitare vecchi rancori e i comunisti e i
fascisti devono inevitabilmente ritenersi “vetero” e “post”). In realtà tutti
partiti politici dei Paesi colonizzati in maniera “postmoderna” (per dirla con
Zygmunt Bauman) vogliono acquisire meriti sul campo agli occhi dello zio Sam
che, in verità, si fida di essi solo fino a un certo punto e salvo
prova contraria: il vero partito filostatunitense per così dire “a prova di
bomba” è costituito dalla Massoneria legata al mondo giudaico e
dall’organizzazione della Chiesa cattolica dipendente dalla Curia Romana e
dallo IOR. Queste due potenti “strutture”, fortemente gerarchizzate,
sorreggono, di norma, i partiti sostenitori delle misure pauperistiche, elaborate
Oltreoceano dal Partito Democratico per evitare crescite economiche fuori dall’area
anglo americana, ma hanno in ogni “Colonia” un gruppo di teste d’uovo che
svolge il ruolo insostituibile dell’ “agente provocatore”, stimolando i “sinistrorsi”
a soddisfare la massa e aiutando a raccogliere gli eventuali scontenti in
una forza di riserva (preferenzialmente denominata Movimento) progressista (all’uopo ed a comando) e in modo falso (ma
sufficiente a ingannare) così fortemente camaleontica da mostrarsi persino anti-americana.