Pagine
- HOME
- IL LATO ESTREMO
- FUORI LUOGO
- AGORA'
- LA LAMPADA DI ALADINO
- ALTA TENSIONE
- FINESTRA ERETICA
- ARTE
- SOCIETA' DI MUTUO SOCCORSO
- I DOSSIER
- I LIBRI DI GACCIONE
- BIBLIOTECA ODISSEA
- SEGNALI DI FUMO
- I TACCUINI DI GACCIONE
- NEVSKIJ PROSPEKT
- LA GAIA SCIENZA
- LIBER
- GUTENBERG
- GROUND ZERO
- LA CARBONERIA
- CAMPI ELISI
- LA COMUNE
- OFFICINA
- QUARTIERE LATINO
- IL PANE E LE ROSE
- MARE MOSSO
- LITTERAE
- DALLA PARTE DEL TORTO
- NO
- NOTE
- FORO
- KAOS
- LUMI
- ARCA
- CIAK
- IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE
UNA NUOVA ODISSEA...
DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES
Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.
Angelo Gaccione
LIBER
L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

(foto di Fabiano Braccini)
Buon compleanno Odissea

1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)
venerdì 12 settembre 2025
SULL’ORLO DELL’ABISSO
Diciamolo semplicemente.
Siamo sull’orlo
del baratro della guerra mondiale che può annientare l’umanità. Nessun fine è più
importante della salvezza dell’umanità dalla distruzione. C’è una sola cosa
da fare per impedire la catastrofe: iniziare subito il disarmo e la
smilitarizzazione dei conflitti; iniziare subito a fare della nonviolenza la
politica comune dell’umanità e di tutte le sue legittime istituzioni, la
politica necessaria alla salvezza dell’umanità. Fermare immediatamente tutte le
guerre ed aprire negoziati in ogni conflitto in corso. Sostituire alla
cosiddetta “difesa” armata la Difesa Popolare Nonviolenta. Sostituire subito
agli interventi militari i Corpi Civili di Pace. Iniziare subito lo
smantellamento di tutti gli arsenali, a cominciare da quelli nucleari. Fermare subito la
produzione e il commercio di armi. Restituire all’Onu la funzione di istituzione
sovranazionale per risolvere pacificamente i conflitti internazionali. Chiedere a tutti
gli esseri umani di rifiutarsi di uccidere altri esseri umani. Salvare le vite è
il primo dovere.
Solo la
nonviolenza può salvare l’umanità.
“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani
e la difesa della biosfera” di Viterbo
BIBI A GAZA
di
Zaccaria Gallo
Ti
hanno insegnato ad aver paura
della
dolcezza e, nella tana della tua testa,
è
cresciuta la consapevolezza
che
anche il cielo puoi strangolare.
Non
hanno padri, non hanno fratelli,
quelli
che tu chiami nemici in una
guerra
perduta per entrambi?
E
i lamenti delle donne che l’aria
saturano
con voli di tordi a sera,
non
giungono al tuo cuore,
pieno
di benzina e kerosene,
d’uranio,
fosforo e terrore?
“La
tua guerra non è un campo di grano”
per
far fiorire le spighe
e
coltivare il pane,
ma
armadio, dove conservare il delirio,
non
importa se muore un vecchio
o
un bambino.
Il
tuo nome si scrive nella estraneità
del
Meccanico del mondo,
che
ti lascia fare quello che vuoi,
come
se se la fosse data a gambe
dopo
la creazione.
Sugli
scuri della tua casa,
sul
parabrezza della tua auto,
riposano
angeli senza braccia,
senza
gambe, come anitre
impallinate
per la cena.
Apri
il frigorifero e,
tra
i certificati di morte,
cerca
la bottiglia che contiene l’omicidio.
Tua
madre l’ha conservata da tempo per te.
COMINCIARE CON UNA
DOMANDA
di Luigi Mazzella
Capovolgo
lo stile ed il percorso dei miei interventi e comincio con la domanda, solitamente
posta in chiusura. Se è vero che il
coinvolgimento della NATO nella guerra Russia-Ucraina al fianco di Zelensky, è
stato voluto, contro il testo dello stesso articolo 5 del Patto Atlantico,
dal Partito Democratico americano di Biden, Obama e Clinton, guerrafondai
confessi e riconosciuti, e avversato da Trump che, appena eletto, in nome di
promesse di pace, dopo la vittoria alle urne si è prontamente dissociato
dalla propaganda Occidentale, riconoscendo, in buona sostanza, la sua
falsità;
i membri
autorevoli del Partito Repubblicano Statunitense, nel dopo elezioni, hanno
avallato, condividendolo, addirittura il timore di Putin per
l’insediamento sul confine russo di un regime fortemente sostenuto da
battaglioni filo-nazisti e per la tendenza espansiva e tutt’altro che
difensiva dimostrata dalla NATO nell’Europa orientale;
tutti
i partiti al governo degli Stati compresi nell’Unione Europea (inclusi i suoi
stessi vertici) sono rimasti schierati, senza se e senza ma, a favore
della linea del Partito Democratico Americano, condivisa dal Deep State ma
sonoramente sconfitta, con voto popolare, dai Repubblicani di Trump, a
quale logica razionale può mai rispondere la
pretesa che Trump, andando contro le sue stesse convinzioni e in spregio al
risultato elettorale, abbracci la politica dello sconfitto Biden e dei suoi
servi sciocchi Europei (da Macron a Meloni) e condanni, con sanzioni, il
sacrosanto diritto di Putin di non voler vedere la rinascita, in una zona
distintasi già nella seconda guerra mondiale per collaborazionismo filo-hitleriano,
un regime sorretto da battaglioni (detti: Azov) formatisi secondo i principi e
lo spirito del nazifascismo?
giovedì 11 settembre 2025
I DRONI IN POLONIA
di Luigi Mazzella
Si invoca l’art.4, ma la NATO è in guerra da tre anni. Anzi, da quando
ha deciso di estendere la sua influenza ad Est accerchiando militarmente la
Russia.
Se
è vero che la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi,
credo che si possa, con altrettanta verosimiglianza, affermare che la
continuazione della guerra in Ucraina è la prosecuzione della competizione
elettorale statunitense con altri mezzi. Trump
ha vinto le elezioni presidenziali ma il Deep State nordamericano
(CIA, FBI, Lobby finanziaria, Ordine giudiziario, Pentagono) non gli dà
tregua e gli impedisce di governare.
I
giudici bloccano, comunque, i suoi provvedimenti amministrativi, le
autorità finanziarie gli mettono continui bastoni tra le ruote, l’Unione
Europea e i Paesi Europei della NATO lo considerano un nemico, essendosi egli
arreso alla Russia, dopo che Biden aveva dichiarato guerra a Putin, inducendo
l’Occidente a violare la norma dell’articolo 5 del Patto Atlantico e fornendo
armi e sostegno a Zelensky per perpetuare lo stato di belligeranza.
Il
Partito Transnazionale Democratico, grazie alla CIA e ai servizi segreti
“deviati” dell’Europa gli ha fatto sotto i piedi terra bruciata:
esso ha inglobato persino i neofascisti di Meloni & co, grazie al
servilismo ostentato di Tajani e alla viltà (nascosta) della Lega, che dopo
avere servito su un piatto d’argento alla Meloni una politica
economico-finanziaria di tutto rispetto, migliorando i risultati dei
sondaggi d’opinione, si è accontentata, come per una sorta di miserabile mancia, del
provebiale “piatto di lenticchie” rappresentato dalla nomina a Mosca di un
ambasciatore a essa gradito. Negli States si
è verificato il primo atto di una vera “guerriglia” urbana con l’uccisione, nel
corso di una manifestazione pubblica, di un membro del Partito
Repubblicano, fedele al Presidente in carica. Trump
è chiaramente in difficoltà e a goderne sono in tanti anche nel “Bel
Paese”. Non ci si rende conto che la sua debácle definitiva
significherebbe la morte della democrazia Occidentale: al Partito Democratico
Americano e alle sue filiali Europee transnazionali non c’è alternativa. Il
loro predominio sarebbe senza ricambio: altro che autocrazie extra-occidentali!
In
Europa Orban è solo e la Meloni ha dimostrato solo di saper fare salamelecchi a
chi lei pensa che al momento conti veramente. La
sua scarsa conoscenza delle regole del gioco internazionale la induce ad
affermare cose prive di ogni fondamento giuridico e logico. Ieri si è
unita alle grida di sorpresa per i droni sul confine polacco, Paese della NATO
che con gli altri Stati membri di quell’Organizzazione militare si è dichiarata
“cobelligerante” di Zelensky e della sua Ucraina, esponendosi per ciò stesso
alle ritorsioni e alle rappresaglie che le regole internazionali da sempre
contemplano.

Bombardamento su Roma
Quei
“droni” potremmo trovarceli anche noi, come co-belligeranti, per effetto di
quelle stesse regole, sulla nostra testa. I gridolini
della “pulzelletta” potrebbero diventare certamente più acuti ma
risulterebbero ugualmente sterili. È
chiaro che essendo passata, da pulzella munita d’ascia, armi e
bagagli, nel campo (un tempo, ritenuto “opposto”) del Partito della Sinistra
Transnazionale costruita da Obama, dalla CIA e dal Pentagono, la Presidente del
Consiglio Italiana condivida l’idea del “crinale” scivoloso verso la terza
guerra mondiale.
Sta
di fatto, però, che la sua condivisione giunge drammaticamente tardiva: la
Presidente doveva accorgersi del pericolo quando
improvvidamente entrava in guerra tra un abbraccio e l’altro a Biden.
Conclusione:
Ormai the time is over e la parola dovrebbe passare agli
Italiani, con l’aiuto di qualche “volenteroso della pace”, al fine (esso sì,
“salvifico”) di mandare a casa uno schieramento di guerrafondai dal volto
truce, che le svenevolezze muliebri della Presidente non riescono a far
dimenticare.
Coraggio!
La maggioranza degli Italiani non è per la guerra! Se non fa sentire la sua
voce è solo perché il sistema informativo è nelle mani sbagliate (comprese le
sue neo-fasciste e quelle dei suoi amici di Mediaset, lontani mille miglia
dalle posizioni di Silvio Berlusconi).
Abbiamo
un patrimonio materiale e (in parte) anche umano da preservare. Basta
dividersi, elettoralmente, tra chi vuole perseguire tale obiettivo e chi
vuole il contrario.

TAV. INCONTRO A VILLA PALLINI
di
Associazione di volontariato Idra
Resoconto condiviso dell’incontro col presidente
del Consiglio di Quartiere 5 mercoledì 3 settembre a Villa Pallini.
È durato più di un’ora il gradevole incontro con
l’ing. Filippo Ferraro, giovane presidente della circoscrizione “Rifredi”, il
quartiere più popoloso e delicato di Firenze, vera città nella città, mercoledì
3 settembre mattina. Un primo contatto era stato cortesemente stabilito a fine
luglio dall’ing. Ferraro in relazione all’intervento di eradicazione,
al Romito, di 16 maestosi platani che dall’argine assicuravano
ossigeno, protezione e conforto agli abitanti di via Cosseria e all’avifauna
locale. Ne era scaturita una conversazione telefonica ai primi di agosto che
aveva suscitato - intorno ai temi anche più generali della cantierizzazione per
l’Alta Velocità ferroviaria, della salvaguardia idraulica del territorio e
dell’informazione sui risvolti ambientali e urbanistici del progetto -
l’apprezzato interesse del presidente, e l’impegno ad accordare
all’associazione un incontro de visu subito dopo le ferie estive.
All’appuntamento
a Villa Pallini il presidente di Idra, che dal 1994 vigila sulle
procedure e sui contenuti della ‘grande opera’ TAV lungo l’Appennino, in
Mugello, a Sesto Fiorentino e a Firenze, si è presentato con un dossier di 133
cartelle e una chiavetta contenente ulteriori fonti e estratti video dedicati
all’annosa avventura degli oltre 12 km di doppio sottoattraversamento Campo di
Marte-Castello e della temeraria stazione sotterranea Circondaria
(eufemisticamente denominata ‘Belfiore’ dal committente), capolinea di due soli
binari (esclusivamente per i treni AV) ma piazzata accanto al nervoso torrente
Mugnone.
Si è
trattato finalmente della prima opportunità di rapporto con l’esecutivo
cittadino, commenta l’associazione fiorentina, mentre persino le commissioni
consiliari competenti, indifferenti alle segnalazioni e agli allarmi
ripetutamente trasmessi col supporto di copiosa documentazione istituzionale,
ignorano da oltre due anni ormai, attraverso le successive consiliature, le
richieste di audizione inoltrate per le vie formali da Idra.
È stato
così possibile illustrare di persona le fonti istituzionali che comprovano le “criticità
concrete e attuali riscontrate nella realizzazione del passante sotterraneo
Alta Velocità / Alta Capacità ferroviaria, con particolare riferimento agli
impatti - diretti e indiretti - sul territorio del Quartiere 5 e sul buon
governo della spesa pubblica”, come recita la lettera di
accompagnamento al dossier.
Sei i
capitoli nei quali è stata articolata la documentazione depositata nelle mani
del presidente Ferraro, e sinteticamente illustrata nel corso del colloquio:
a)- il mancato
collaudo tecnico amministrativo dello Scavalco AV Castello-Rifredi,
e i suoi riflessi sulle condizioni di degrado dell’opera;
b)- l’ubicazione
del progetto di nuova stazione, ritenuta da Idra infelice sul piano
urbanistico (problema tuttora irrisolto) e trasportistico (per il danno
conclamato a carico dei passeggeri con origine o destinazione a Firenze), ma
anche e soprattutto ambientale: nonostante la pericolosità
idraulica ‘alta’ del sito in cui risulta dislocata la ‘stazione
Foster’ dopo il respingimento in conferenza di servizi, il 3.3.’99, del precedente
progetto ‘Zevi’ ubicato in area a pericolosità idraulica ‘bassa’, è stata
clamorosamente esonerata dall’indispensabile vaglio della procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale;
c)- la bizzarra
sorte delle terre di scavo estratte dalle due frese in azione nel
sottosuolo della città, che non saranno più utilizzate per la
rinaturalizzazione ed il recupero ambientale di una ex miniera nel Valdarno
aretino, a Cavriglia, e a realizzare, nella stessa area mineraria, il
rimodellamento del paesaggio con una collina destinata a nascondere le ciminiere
della centrale elettrica di Santa Barbara, ma più prosaicamente - come è stato
possibile apprendere solo previa istanza presso il Ministero - al riempimento
di una cava a Serravalle Pistoiese;
d)- la
spinosa vicenda dei progetti di adeguamento idraulico del torrente Mugnone, col
suo indotto nell’area del Romito, e la vana
richiesta di ascolto presso la direzione Difesa del suolo della
Regione;
e)- l’omessa
presentazione, nel progetto esecutivo da tempo ormai in corso di
attuazione, del piano di emergenza previsto dal DM 28/10/2005 “Sicurezza nelle
gallerie ferroviarie”;
f)- la deludente
interlocuzione con RFI in materia di trasparenza e informazione.
Il
responsabile di Idra Girolamo Dell’Olio, che per 34 anni ha lavorato
presso l’Istituto Professionale ‘Leonardo da Vinci’ di Rifredi, ha fatto dono
all’ing. Ferraro del catalogo fotografico in bianco e nero ‘Prestaci un ricordo’,
realizzato con le sue classi nei primi anni Novanta del secolo scorso - in
collaborazione col gruppo fotografico dell’SMS di Serpiolle - rovistando nei
cassetti e negli archivi delle abitazioni, delle parrocchie, dei circoli. E’
stata l’occasione, questa, per segnalare al nuovo presidente del Quartiere
anche la promettente iniziativa di
‘adozione sociale’ della vallata del torrente Terzolle, avviata
dall’associazione nel 2019 assieme al Comune di Sesto Fiorentino, allo stesso
Quartiere 5, agli abitanti, agli amanti del sito e a svariate componenti
civiche e associative, ma abortita con l’avvento del lockdown pandemico, e
purtroppo mai più riattivata. C’è stato infine appena il tempo di iniziare ad
analizzare - assieme al perito agrario Stefano Barchielli, un veterano della
protezione idraulica pubblica nel territorio attraversato dai torrenti Mugnone
e Terzolle - alcuni dei contenuti della relazione generale di Rfi relativa al
progetto esecutivo del bypass sotto il fascio ferroviario in uscita da Santa
Maria Novella al Romito. Idra ha proposto pertanto di tornare ad
affrontare a un livello più adeguato di approfondimento questo e gli altri temi
posti in evidenza nel dossier, attraverso incontri specifici, anche tecnici,
nelle commissioni di Quartiere, o in audizione in Consiglio.
Nell’accomiatarsi
da Dell’Olio e Barchielli, il presidente Ferraro ha da parte sua assicurato che
visionerà con attenzione l’abbondante materiale fornito - come scrive Idra
nella nota che lo accompagna - “a riprova della serietà e della gravità
delle anomalie che - con nostra viva preoccupazione e giustificato sentimento
di allarme - accompagnano gli scavi per la realizzazione del passante
ferroviario Alta Velocità fra Campo di Marte e Castello, della nuova stazione
Circondaria e delle opere connesse”.
Sembra
dunque essersi aperta un’importante preziosa finestra di dialogo!
I MACELLAI DEL GOVERNO DI ISRAELE
di Franco Continolo
Non ci sono limiti nella discesa di Israele lungo la china
dell’aberrazione e della barbarie. Dopo i primati raggiunti dallo stato ebraico
nel campo del terrorismo, e in quello dello sterminio di massa, ora si apre la
sfida alla mafia. L’attacco ai negoziatori di Hamas potrebbe ispirare una
riedizione del Padrino: solo il non-codice mafioso consente infatti
l’assassinio degli emissari, degli ambasciatori, dei negoziatori.
Dimenticavo un altro crimine del sionismo: l’aver aperto la strada all’uso
della censura in difesa, a protezione della libertà di opinione – oggi un uso
che si è esteso abnormemente. Ciò è avvenuto divinizzando l’ “Olocausto”,
facendone un dogma che rende passibile di condanna penale chiunque osi mettere
in discussione la narrazione ufficiale, la quale non può essere oggetto
dell’indagine storica che, come si sa, è senza fine. D’attualità è anche
l’inizio, ieri, della sessione annuale dell’Assemblea generale delle Nazioni
Unite, e la domanda che tutti si pongono è: farà qualcosa per Gaza? Per Richard
Falk ci sono due strumenti per intervenire con la forza: la risoluzione “Uniti
per la pace” – qui non è necessaria l’approvazione del Consiglio di Sicurezza
(UNSC), che il veto americano impedirebbe –, e la norma nota come
Responsabilità di proteggere (R2P) che però richiede l’approvazione del UNSC.
Da notare che entrambi gli strumenti sono stati introdotti per iniziativa dell’Occidente.
Patrick Lawrence si chiede invece che iniziative prenderanno i 15 volonterosi
che si sono impegnati a riconoscere in sede di Assemblea lo stato di Palestina.
Il suo scetticismo è del tutto giustificato: basta l’esempio del governo britannico, altrimenti detto governo dei pataccari, che riempie le carceri degli attivisti pro-Palestina con la scusa della guerra al terrorismo. Peter Beinart è infine più che scettico: i due stati sono solo un modo per non fare niente, ossia per affermare il suprematismo ebraico sulla Palestina e oltre. Ciò per cui occorre battersi non è la sovranità dello stato di Palestina, che con Israele nel proprio fianco non ci sarà mai, ma l’uguaglianza di ebrei e palestinesi di fronte alla legge, ossia la fine del sionismo.
VE LO DICO IN
VERSI
di
Marcello Campisani
[Chiunque
nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige
associazioni dirette e idonee a sovvertire violentemente gli ordinamenti
economici o sociali costituiti nello Stato, ovvero a sopprimere violentemente l’ordinamento
politico e giuridico dello Stato, è punito con la reclusione da cinque a 10
anni] Violazione art. 270-bis C.P.
Requisitoria
di Saint Just
Qui la prova è d’una tal chiarezza
che
quella norma è corpo di reato
denominata Decreto
Sicurezza,
legittimante
pure l’attentato.
Chi non l’avesse
letto interamente
o non ha
fatto scuole di diritto
può non
capire che “violentemente”
non
implica lesioni, né mandritto.
Basta ad
integrarne la reità
tutto ciò
che contrasta col volere,
piegandone
con ciò la volontà.
E qui s’è
violato ch'è un piacere:
un
disegno di legge trasformato,
stuprandone
tutti i presupposti,
in un
decreto, di poi confermato,
votando
la fiducia i sottoposti.
Era il
sogno d'un dei lor cervelli
quello di
ridurre il parlamento
-mi
riferisco a tale Lucio Gelli-
a contare
men di un paravento.
È uno
sgabello la democrazia
che si
regge su tre gambe uguali.
Se il
Governo due ne spazza via
ci
ritroviamo con i generali.
I vari
attacchi alla magistratura
L’hanno
posta in una condizione
che non
può sanzionar la dismisura,
né
arrestar più manco Al Capone.
La
capacità critica è sventata
imperando
sol tele-meloni
e tutta
la sua stampa prezzolata
coi ceffi
diventati dei soloni.
Il popolo
non deve ragionare!
Pertanto
la scuola sia privata,
con varie
discipline da evitare,
fin tanto
che sia addomesticata.
Bisogna
ch’abbia altro da pensare.
Cioè che
la cosa più importante
diventi
il potersi alimentare.
Ogni
pensiero tacerà all’istante,
nella
testa pur del più accanito,
perché
sta ascoltando l'intestino
l'assordante
tam tam dell'appetito,
togliendoti
la voglia di parlare.
L’anorchide tronfia opposizione,
mentre è
già vietato protestare,
invece di
scaldar l'insurrezione
di ponte
e Gaza ama dialogare,
nonché
delle più varie ruberie,
donde
colgon pure del lor fieno,
quando
non dedita alle nostalgie
di quando
si rubava molto meno.
Col che è
fottuta la democrazia.
E parlo
della punta solamente
ché
campereste sol d’acrimonia,
illustrandovi
l’iceberg totalmente.
A PROPOSITO DI ARMANI
Tutti gli scritti pubblicati, a partire
dal tuo, danno molto da pensare, inducono incertezze e dubbi – benefici spero.
Come sottrarsi alla sensazione di una catastrofe imminente? C’è un “rifugio”?
non atomico beninteso.
Gabriele
Scaramuzza, filosofo
*
“Caro
Angelo vorrei condividere il tuo importante scritto su Giorgio Armani sulla
pagina Facebook, Ci provo? Complimenti per l’importanza fondamentale delle tue
osservazioni che mettono a nudo la nostra malata società”
Bruna
Panella, musicista
*
“Caro
Angelo, ti inoltro i giudizi di due amici relativi al tuo articolo su Armani.
Filippo
Ravizza, poeta e critico letterario
*
“(…) ha
ragione nella sostanza ma mi pare un po’ un Savonarola per veemenza”
Un lettore
anonimo
*
“Io sono
sostanzialmente d’accordo con Gaccione…”
Lettore
anonimo
*
“Come si
fa a non essere d’accordo con Gaccione? Anche a me sembra che abbiano
decisamente esagerato con lo spazio dedicato ad Armani… non è stato ancora
santificato… Quello che non capisco è la presenza di tanta gente… alla camera
ardente: non hanno nulla da fare? Non hanno problemi? Li sublimano così? Del
resto “sono sempre i migliori che se ne vanno” e almeno per il tuo funerale ti
potrai considerare santo… Gaccione invece è un tipo tutto d’un pezzo”.
[Altro
giudizio di altro amico. Non ti dico i nomi perché te li ho “girati” senza aver
chiesto il permesso. Filippo Ravizza]
*
“Complimenti
ad Armani che si è fatto da sé. Detto questo la società di Armani non è stata
processata per aver sfruttato in modo criminale i fragili di cui parli nel tuo
articolo?”
Giuseppe O.
Pozzi, psicanalista
*
“Giorgio
Armani ha dimostrato un forte impegno filantropico, come quando ha convertito
gli stabilimenti per produrre camici monouso durante la pandemia di Covid - 19,
ed ha effettuate generose donazioni, anche se il suo patrimonio verrà ereditato
principalmente dai suoi parenti e dal suo compagno, Leo Dell’Orco. Sinceramente
mi aspettavo una maggiore generosità”.
Emma Atonna,
ricercatrice e interprete della canzone napoletana
*
“Un
discorso vero e amaro. E che dire dei calciatori che sanno solo dare calci al
pallone e a vent’anni non scendono mai dalle prime pagine dei giornali?”
Julia
Pikalova, poeta russa
*
“Desolante
idolatria, quasi ovunque, per il riccone abile e astuto Re Giorgio. Pensa che
l’amministrazione di centro-sinistra di Piacenza ha proclamato per domani il
lutto cittadino per il Re… che miserie”.
Franco
Toscani, saggista
*
“Odio il
mondo della moda tanto quanto quello del calcio”.
Giovanni
Filippo Bonomo, avvocato e direttore del Centro Culturale Candide
*
“Aggiungi
l’immoralità della moda, anticamera della prostituzione e sprone per le donne a
misurarsi sempre sulla base del corpo. Altro che emancipazione. Un articolo densissimo
e colmo di giusta amarezza. L’ho molto apprezzato. Sei vulcanico e come
scrittore e come giornalista. Grazie per essere così”.
Lodovica San
Guedoro, scrittrice
*
“Finalmente
una voce fuori dal coro”.
Cataldo
Russo, scrittore e drammaturgo
*
Caro
Angelo,
Non ho mai avuto la ventura di incontrare di persona il sig.
Giorgio Armani ma le descrizioni e gli aneddoti che da qualche giorno escono
sulla carta stampata in merito alla sua figura come uomo, artista e
imprenditore, mi fanno propendere per considerare il tuo “anti necrologio”
piuttosto ingeneroso. Posso capirlo in funzione antimoda in generale, in quanto
non condividi nulla che abbia a che vedere con quel mondo. Pace; ci sono
persone che non vorrebbero mai avere un quadro di Picasso del periodo cubista,
men che meno pagarlo quanto vale nel mondo delle aste d’arte. Poco male, è
questione di gusti. Però collegare una persona d’ingegno e con un innegabile
talento artistico e imprenditoriale, unicamente alle responsabilità per le
malefatte di qualche sub-appaltante tra le decine di migliaia di suoi
dipendenti in quello che viene definito un impero industriale, mi sembra una
mossa poco elegante. Anzi, in mortem del de cuius, un po’ maramaldesca.
Scusa la
franchezza e la estrema sintesi e parzialità della mia osservazione dovuta al
mezzo. Ma tanto ti dovevo in tutta amicizia. Certo, ho ben letto e capito la
premessa che però non cito nel mio messaggio per brevità. Resta il collegamento
a tutto quanto pensi di male del mondo della moda, soprattutto lo sfruttamento
e la ricchezza ostentata attraverso le “griffe”. Ma queste seppur gravi
manchevolezze civiche non possono essere attribuite direttamente alla persona
da cui parte il tuo racconto. Giustamente non lo coinvolgi di persona nella tua
intemerata contro gli ambienti corrotti e vacui della società, tra i quali la
quintessenza spetta al mondo della moda. Tuttavia, prendendo lo spunto dalla
figura di Armani, ne fai implicitamente un antesignano di quel mondo e gli
attribuisci anche la colpa di non essersi interessato minimamente alle miserie
che affliggono gran parte dell'umanità dall’alto di quel mondo vacuo di
scintillanti esteriorità e ostentata ricchezza. Come dicevo non ho mai avuto
nulla a che fare con Armani né col suo mondo, tuttavia anche dalla tua
descrizione mi appare come una persona gentile, garbata e sensibile ma
altrettanto schiva e sicuramente intelligente e non mi meraviglierebbe se a
posteriori si scoprisse di lui anche un lato filantropico, per quanto
riservato, concretizzato con aiuti e interessamento alle cause dei più
bisognosi ma senza farne troppa fanfara. È solo una mia supposizione, posso
sbagliare ma sarebbe pertinente al personaggio.
Romano
Rinaldi, studioso di mineralogia e docente
*
“Che la
sua celebrata fama dipenda dal fatto di aver fortunatamente disegnato solo
abiti, mi sembra un capolavoro”.
Marcello
Campisani, avvocato
mercoledì 10 settembre 2025
UNDICI SETTEMBRE
di Franco Astengo
Finché i
popoli continueranno a lottare, là ci sarà un’idea di riscatto sociale e di
rivoluzione politica.
Oggi, cinquantadue anni fa l'11 settembre 1973 in Cile il golpe
fascista sostenuto dall'amministrazione USA, dal segretario di stato Henry
Kissinger, col massacro di migliaia di cileni pose fine al Governo di sinistra,
democraticamente eletto, di Unidad Popular guidato dal socialista Salvador
Allende. Un'esperienza politica avanzata di democrazia e socialismo, quella di
Unidad Popular, che avrebbe potuto cambiare il corso della storia del Cile,
avere ripercussioni internazionali, essere d'esempio per diversi altri Paesi
del mondo. La vicenda cilena, che pure diede
origine a un ampio dibattito nel movimento comunista internazionale, deve
rimanere nella memoria collettiva come un esempio e un monito incancellabili,
in particolare in questi tempi dove davvero si sta cancellando tutto quanto è
stato fatto, tra luci e ombre, vittorie e sconfitte, per il riscatto del
proletariato di tutto il mondo. Mai come in
questo momento appare necessario il ricordo di quel tragico fatto: le sinistre
sembrano essersi ritratte dalla lotta politica e dal coltivare tenacemente la
possibilità della trasformazione radicale delle marxiane “stato di cose
presenti” mentre il mondo pare avviluppato da una sindrome di guerra e di
dispregio della condizione umana. L’11
settembre 1973, il giorno della “macelleria americana” resta intatto nella
nostra mente e nel nostro cuore accanto ai grandi passaggi della storia del
movimento operaio internazionale: dalla Comune di Parigi alla Rivoluzione
d’Ottobre, alla guerra di Spagna alla vittoriosa resistenza al nazi-fascismo,
alla rivoluzione cinese, cubana, vietnamita, alla liberazione dei popoli
dell’Africa e dell’Asia dal giogo coloniale, alla fine dell’apartheid in Sud
Africa. L’11 settembre 1973, il giorno della
caduta avvenuta a mano armata con l’assassinio del “Compagno Presidente”
ricorda il giorno di una sconfitta. Per noi
che continuiamo a credere nell’ideale, è uno dei giorni di quell’“Assalto al
Cielo” verso il quale dobbiamo continuare a tendere con la nostra volontà, il
nostro impegno, il nostro coraggio. Finché i
popoli continueranno a lottare, là ci sarà un’idea di riscatto sociale e di
rivoluzione politica.
MACRON, LA TURLUPINATURA E SALVINI
di Luigi Mazzella
Lo scontro verbale tra Salvini e Macron porta alla
ribalta un problema che in un Paese civile e democratico non dovrebbe essere
tenuto nascosto a lungo (o affrontato, in sordina, nelle segreterie dei
partiti facenti parte di una coalizione). Se l’Italia è stata portata
sconsideratamente in guerra contro la Russia, Paese dichiaratosi sempre
amico, il primo problema per una classe politica responsabile è quello di
evitare le conseguenze tragiche e nefaste che potrebbero derivare alla
popolazione da un incancrenirsi del problema: come, in pratica sta avvenendo,
dopo la chiara volontà di Trump di “defilarsi” dalla trattativa di pace. Le iniziative dei cosiddetti “volenterosi di guerra”
Europei (tra i quali emerge Macron) sono molto pericolose e non promettono
nulla di buono. È vero che quando la
“turlupinatura” subita dall’Italia è stata ordita e portata a termine da
Joe Biden e Jens Stoltenberg (con la proposta alla Pulzella della
Garbatella di imbracciare, da novella Jeanne d’Arc, l’ascia di guerra e
dichiarare guerra alla Russia per difendere l’Ucraina e il suo discusso ed
ambiguo Presidente Zelensky) la Presidente italiana non era da sola al
governo, perché c’erano Salvini e altri Ministri (anche della Lega). Se, quindi, Giorgia Meloni poteva essere con
buona probabilità fuorviata dalle sue origini ideologiche (e non rendersi
conto di intervenire dopo l’operato dei battaglioni
cosiddetti “Azov”, in notorio e chiaro odore di neo nazismo
e tendenti al genocidio di russofoni e filorussi contrari al regime
di Zelensky (come gli Ucraini, già nella seconda guerra mondiale, avevano fatto
con gli ebrei da collaborazionisti dei tedeschi e filo hitleriani) quegli
squadroni della violenza, ricostituiti grazie ai finanziamenti di
Ihor Kolomojskvj, oligarca locale ambiguo e triplo-giochista ma grande amico di
Zelensky non avrebbero dovuto piacere al sedicente antifascista Salvini.
È comprensibile che mentre ciò e altro avveniva (per
esempio, secondo alcune voci: certi loschi affari di magnati ucraini nell’italiana
città di Cantù ), né il “burtoniano” Crosetto (da Tim Burton, autore della
“Famiglia Addams”) né l’impettito Tajani (dimentico degli insegnamenti di
Silvio Berlusconi sulle chiare responsabilità dell’Ucraina e memore del suo
goliardico “patriottismo” giovanile) abbiano mai pensato di “tirare” la
svolazzante giacchetta dell’italica pulzella per farla riflettere su ciò che
per (eufemistica) devozione all’America si stava inducendo a fare (e cioè
entrare in guerra violando apertamente una norma del patto atlantico e, al
tempo stesso, la nostra Costituzione) ma Salvini di un tale raggiro,
inganno, presa in giro, imbroglio, frode, abbindolamento, bidone, truffa,
tranello, beffa (tutti sinonimi molto ‘puliti” di “turlupinatura” e meno
volgari di fregatura e minchionatura), da Ministro della Repubblica non era
obbligato ad accorgersi?
Domanda: Possono il Governo e
il Parlamento di uno Stato sovrano (maggioranza e opposizione) essere così
clamorosamente turlupinati, senza che una sia pur minima condanna colpisca
le Autorità somme del Globo, responsabili di avere ideato in malafede o,
quelle locali, anche solo subìto, per iper idiozia, una tale subdola
manovra di possibile portata letale per molti i cittadini? Si può
rendere una popolazione inerme e inconsapevole bersaglio di rappresaglie o
ritorsioni belliche da parte di una colossale potenza, per giunta
nucleare, e non parlare neppure delle responsabilità di chi per callidità
ha turlupinato e di chi per insipienza si è lasciato “minchionare”?
Conclusione:
Nelle “grandi e ineguagliabili democrazie occidentali” se governo e oppositori
sono ingannati da potenze straniere ed in altre, per uguale stupidità,
presi abbondantemente per i fondelli (altro neologismo), vale solo la legge del
Menga che si riteneva abrogata per il disuso del goliardico e licenzioso
“papiello” universitario? O i dissidenti come Salvini hanno ben altri strumenti
per ribaltare una situazione pericolosissima per il popolo
italiano già martoriato dalle guerre del Duce amato dalla pulzella?
TE LO DICO IN
VERSI
di Marcello Campisani
Breve storia della
malavita
(dico quella nostrana
organizzata)
In quel ventennio, “quando
c'era Lui”,
che monopolizzava la
violenza
e non voleva concorrenze
altrui,
vigeva solo la sua
prepotenza.
La mala ebbe peraltro
rilevanza
nei lavori sporchi dello
Stato,
sempre però come
manovalanza.
Andò, man mano, poi
prendendo fiato,
col languire della
democrazia
che, lasciando il sud
abbandonato,
le consentì d'averne la
regia,
quasi parte integrante
dello Stato.
Rimase, fin all'ultimo
Andreotti,
in un ruolo però
subordinato.
Ciò finché, con attentati
e botti,
Il suo potere venne
equiparato.
Di tanto ebbe merito
Marcello
che troncò la lotta
inopportuna,
sposando le due parti
nell'anello
che di Berlusca fece la fortuna.
Pagava costui la
concessione
di far dell'Italia il suo
bordello,
lasciandone l'intero
meridione
a quei vecchi amici di
Marcello.
Tutto quanto filava a
perfezione.
Nulla più turbava
l'armonia
della nostra squallida
nazione
e del suo straccio di democrazia.
Ma una volta Silvio
tramontato,
senza eredi politici
affidabili
capaci d'arginare
l'anti-Stato,
una corte restò di
miserabili
soggetti, faziosi e
squinternati
dei quali i gran
capi-bastone,
trovandoli del tutto
inadeguati,
decisero di farne un sol
boccone.
Era facile egemonizzarli,
attesa la modesta
caratura.
Si diedero perciò a
catechizzarli
con l'impartire questa
dirittura:
nessuno potrà mai più
arrestarci,
senza previo congruo
avvertimento;
se qualcuno prova a
denunciarci
non dovrà dubitar, per
un momento,
che del suo dire
sapremo l'enunciato,
ed ogni altro suo
riferimento;
inoltre dovrà essere
indagato
chiunque voglia aver
l'ardimento
di volerci anche sol
fotografare
ovvero, ancor più
audacemente,
volerci persino
intercettare.
Ed il governo che non sa
far niente,
manco una O con un
bicchiere,
che ci fa sprofondar
continuamente,
sempre prona e ligia col
potere,
ha tosto provveduto
ciecamente.
Iscriviti a:
Post (Atom)