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UNA NUOVA ODISSEA...
DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES
Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.
Angelo Gaccione
LIBER
L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

(foto di Fabiano Braccini)
Buon compleanno Odissea

1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)
venerdì 1 agosto 2025
I NEMICI VERI
Intanto chi ha stabilito che
l’uomo fosse un sostenitore della politica genocida del governo di Israele? Su
quali prove? Era un funzionario governativo? un militare? un uomo della destra
fanatica? Non lo era, e una semplice kippah sul capo non autorizza a ritenerlo
tale. Dal cimitero ebraico di Praga, per una visita alla tomba di Kafka, ne
portai via una che ero stato obbligato ad indossare. È l’unico peccato veniale
commesso nella mia vita, indifferente come sono alle cose e al possesso, e da
allora sta dentro un minuscolo cestino su un tavolo assieme ad una delle
pietruzze della tomba dello scrittore boemo. Bisogna evitare di cadere in
queste trappole semplificatorie che danneggiano anche le cause più nobili. Tra
l’altro ce li abbiamo in casa i responsabili del massacro palestinese: stanno
al governo e li conosciamo tutti benissimo. Sono loro che mandano armi a
Israele contribuendo allo sterminio, alla morte per fame e sete di civili
innocenti: bambini, donne, malati, anziani, padri e madri di famiglia. A
fischiare e gridare si dovrebbe andare sotto palazzo Chigi, davanti alle
fabbriche d’armi, sotto il ministero della guerra, dell’Ambasciata americana, delle
sedi di alcuni partiti e dei sindacati, delle abitazioni dei tecnici che
progettano le armi, senza ritegno e senza un minimo di senso di colpa, degli
operai che non si chiedono che razza di merce stanno costruendo e per quali
fini. A tutti costoro bisogna gridare vergogna e di andarsene da questa
nazione: sono loro il nemico interno, il nemico vero della patria.
ITALIA - ISRAELE
Accodo di collaborazione militare tra Italia e
Israele: finalmente pubblico grazie a un’azione legale.
Luigi Paccione, insieme a un gruppo di cittadini e
giuristi, ha ottenuto per via legale la desecretazione dell’Accordo di Sicurezza
Italo-Israeliano siglato il 5 ottobre 1987. Il documento, fino ad oggi
mantenuto riservato, è ritenuto dai ricorrenti in contrasto con i principi
costituzionali e impone all’Italia il silenzio sui rapporti militari con
Israele, Paese al centro di accuse internazionali per crimini di guerra nei
territori palestinesi. Di seguito il comunicato stampa e il testo integrale
dell’Accordo.
Comunicato Stampa
Noi cittadini italiani e giuristi, vincolati alla
vigilanza sul rispetto dei princìpi e dei valori della Costituzione
repubblicana, abbiamo acquisito dal Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, per le vie legali, il testo dell’Accordo
sottoscritto il 05.10.1987 dalle Autorità di Sicurezza d’Italia e d’Israele. Sulla
base di questo “Accordo di Sicurezza”, l’Industria militare e le Forze armate
del nostro Paese sono coinvolte in attività di cui i cittadini italiani non
possono essere messi a conoscenza a insindacabile discrezione del Governo
israeliano. L’Accordo è richiamato quale suo essenziale presupposto dal
Memorandum tra il Governo italiano e il Governo israeliano in materia di
cooperazione nel settore militare e della difesa, ratificato con la legge n.
94/2005. Il nostro Paese è dunque oggi vincolato alla segretezza sui rapporti
militari con uno Stato che è impegnato nello sterminio del popolo palestinese
nella Striscia di Gaza e che, in forza degli accertamenti dichiarati dalla
Corte Internazionale di Giustizia del 19.07.2024 e confermati dall’Assemblea
Generale dell’ONU nel settembre 2024, occupa illegalmente da oltre mezzo secolo
la terra di Palestina. L’Accordo, inoltre, non è stato ratificato dal
Parlamento in sprezzante violazione dell’art. 80 della Costituzione, come
impone la legge allorquando i contenuti dell’intesa internazionale condizionino,
questo è il caso, l’esercizio dei diritti dei cittadini italiani e
l’applicazione della stessa Costituzione e delle altre fonti nazionali,
addirittura favorendo unilateralmente uno Stato estero dichiaratamente ostile
ai valori della pace, al rispetto di qualsiasi persona umana e al principio di
autodeterminazione dei popoli. Poiché tutto questo è inaccettabile per chiunque
sia fedele alla Carta costituzionale della nostra Repubblica [in particolare
agli articoli 1, 2, 3, 10, 11, 21, 28, 54, e 117 c. 1 Cost., oltre che allo
stesso art. 80], noi chiediamo al Presidente della Repubblica, in virtù delle
sue funzioni elencate dall’art. 87 Cost., e al Governo italiano di sollecitare
e promuovere senza indugio le procedure di recesso dall’Accordo di Sicurezza
stipulato il 05.10.1987, facendo legittimo e doveroso ricorso all’articolo 10.2
dello stesso testo.
Accordo Generale di Sicurezza tra Israele e Italia
Premessa
Al fine di salvaguardare la sicurezza delle “Informazioni
Classificate” che saranno scambiate tra le Amministrazioni competenti dello
Stato di Israele (Ministero della Difesa) e della Repubblica Italiana
(Presidenza del Consiglio dei Ministri – Autorità Nazionale per la Sicurezza e,
nei limiti di competenza, Ministero della Difesa), d’ora in poi denominate “le
Parti”, le rispettive autorità convengono quanto segue:
Articolo 1 – Definizioni
Il termine “Informazioni Classificate” indica
qualsiasi tipo di informazione, documento, attrezzatura o materiale di
qualsiasi natura che, nell’interesse di una o entrambe le Parti, è soggetto a
classificazione di sicurezza, a prescindere dal mezzo di trasmissione (orale,
elettronico, scritto o materiale).
Articolo 2 – Ambito di applicazione
2.1 Il presente Accordo di Sicurezza è parte
integrante di ogni futuro accordo tra le Parti riguardante “Informazioni
Classificate”.
2.2 Si applica anche a negoziati o contatti, anche
se non sfociati in accordi firmati.
Articolo 3 – Protezione reciproca
3.1 Le Parti adotteranno, secondo le rispettive
normative, tutte le misure appropriate per proteggere le Informazioni
Classificate scambiate o prodotte.
3.2 Saranno rispettati i diritti di proprietà
intellettuale connessi a dette informazioni.
3.3 Le Informazioni Classificate non saranno
condivise con terzi o con cittadini di paesi terzi senza il consenso scritto
della Parte originaria.
3.4 L’accesso sarà consentito solo a personale
autorizzato e con comprovata necessità.
3.5 Ogni Parte vigilerà sul rispetto delle norme di
sicurezza presso enti e strutture che gestiscono informazioni dell’altra Parte.
Israele - Italia Top Secret - Segretissimo - Secret
- Segreto
Confidential - Riservatissimo
Nessun equivalente Riservato (Italian Restricted)
4.2 Ogni Parte apporrà la propria classificazione
equivalente al ricevimento.
4.3 Non è possibile declassificare senza consenso
dell’emittente.
4.4 Tutte le copie e traduzioni manterranno lo
stesso livello di classificazione.
4.5 I documenti “Riservato” saranno custoditi in
contenitori chiusi e trasmessi con copertura doppia tramite corrieri ufficiali
o posta assicurata.
Articolo 5 – Visite
5.1 L’accesso a luoghi o informazioni classificate
richiede autorizzazione preventiva della competente Autorità di Sicurezza.
5.2 Le visite devono essere notificate con almeno
quattro settimane di anticipo.
5.3 Autorizzazioni multiple possono avere durata
massima di 12 mesi.
Articolo 6 – Disposizioni comuni
6.1 Ogni Parte nominerà un’Agenzia di Sicurezza
incaricata della supervisione.
6.2 Le Autorità competenti emetteranno istruzioni e
procedure specifiche.
6.3 Le Parti si impegnano al rispetto di tutte le
disposizioni dell’Accordo.
6.4 Le Autorità forniranno reciprocamente
informazioni su standard e procedure e faciliteranno visite congiunte.
Articolo 7 – Contratti
7.1 Prima di affidare contratti classificati a
ditte dell’altra Parte, si richiederà conferma che esse dispongano delle
autorizzazioni e capacità di custodia.
7.2 I contratti conterranno clausole e indicazioni
specifiche sulla sicurezza.
7.3 La Parte in cui il contratto è eseguito è
responsabile delle misure di sicurezza.
7.4 Due copie di ogni contratto classificato
saranno inviate all’Autorità competente del Paese in cui avviene l’esecuzione.
7.5 I subappalti devono essere autorizzati
preventivamente.
Articolo 8 – Trasmissione e comunicazione
8.1 Le Informazioni Classificate saranno trasmesse
tramite corriere diplomatico o mezzi concordati.
8.2 Le comunicazioni elettroniche classificate
devono essere cifrate.
Articolo 9 – Smarrimento o violazione
9.1 In caso di smarrimento o incidente relativo a
Informazioni Classificate, la Parte di origine sarà informata immediatamente e
si svolgerà un’indagine.
Articolo 10 – Disposizioni finali
10.1 L’Accordo entra in vigore il giorno della
firma e resta valido a tempo indeterminato.
10.2 Una Parte può proporre modifiche o la
cessazione dell’Accordo con preavviso di sei mesi.
10.3 Le modifiche devono essere concordate per
iscritto.
10.4 In caso di cessazione, le Informazioni
Classificate continueranno ad essere protette secondo le presenti disposizioni.
10.5 L’Accordo è redatto in due originali in lingua
inglese.
Autorità competenti
In ITALIA:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Autorità Nazionale per la Sicurezza
Ufficio Centrale per la Sicurezza, ROMA
In ISRAELE:
Ministero della Difesa
Direttore della Sicurezza del Ministero della
Difesa
Firme
Per Israele:
Direttore della Sicurezza del Ministero della
Difesa
Per l’Italia:
Ammiraglio Fulvio Martini
Vice Ammiraglio, Autorità Nazionale per la
Sicurezza
Roma, 5 ottobre 1987
L’UMILTÀ COME IDEA E PROGETTO
di
Franco Astengo
Terremoto
e tsunami: senza un’idea dell’umiltà il genere umano resterà prigioniero di un’infinita
presunzione e di una colpevole arroganza. Non potrà però servire l’umiltà
necessaria per comprendere la profondità dei fenomeni naturali indipendenti dal
volere umano, anzi favoriti dalla sua cieca arroganza se questa ricerca non
sarà intrecciata al monito marxiano: “Qualsiasi
ipotesi di superamento di una società fondata sullo sviluppo illimitato non
potrà essere condotta al di fuori dal perseguimento dell’uguaglianza tra gli
esseri umani”.
L’umiltà del “senso del limite” anche
se necessaria non sarà però sufficiente.
È indispensabile,
invece, continuare a battersi nel delineare il progetto futuro di una società
diversa da quella dominata dall’egoismo capitalistico, per l’eguaglianza
sociale recuperandone i termini fondamentali al di là dei precipitati politici
e relative applicazioni statuali. Senso del limite ed eguaglianza sociale quali
presupposti di una “società sobria” nelle quale l’umiltà nella concezione dello
sviluppo umano potrà consentire l’individuazione delle vere contraddizioni
della modernità. Non è sufficiente,
neppure, per l’orizzonte di una società diversa, l’applicazione di una
legislazione che miri a realizzare quello che è stato definito come “Welfare
State” che punta all’uguaglianza garantendo a tutti i cittadini i beni primari
e le posizioni di partenza.
In un mondo dove,
assieme al concetto di “finitezza” delle risorse del pianeta si pongono i temi
dell’eguale diritto a essere diversi e a proporre con orgoglio le differenze le mutate condizioni
tecnologiche (diremmo il mutato rapporto tra scienza e società) sembrano
imporre all’insieme delle relazioni sociali e politiche radicali
trasformazioni, al punto da porre in discussione i termini della democrazia
“classica”.
Marx, dopo aver
individuato le rozze tendenze a eguagliare tutto, e aver smantellato l’idea di
un diritto borghese astrattamente livellatore, ha indicato come orizzonte della
lotta la Comunità. Una Comunità nella
quale, attraverso quella che considero davvero la frase più felice dell’intera
opera del filosofo di Treviri: “Ognuno darà secondo le proprie capacità e avrà
secondo i propri bisogni”. Così nell’uguaglianza
l’umiltà farà trovare al genere umano la capacità di esprimersi di fronte alla
tragica immensità dei fenomeni naturali spezzando finalmente l’intreccio
tecnica/potere in una visione di società alternativa da quella dominata dall’individualismo
competitivo.
DANZA: UNA NOTTE CON SERGIO BERNAL
Armonie D’Arte Festival
C’è grande fermento al Parco Archeologico Scolacium di Borgia (Cz),
per l’arrivo di Sergio Bernal, il “Re del flamenco”, star della danza
internazionale, ambasciatore della danza iberica e personaggio di fama
planetaria.
Tra
flamenco, danza classica e spagnola, Bernal concederà al pubblico di Armonie d’arte Festival venerdì 1° agosto
(ore 22) una straordinaria notte danzante, per l’appunto “Una noche con Sergio
Bernal”, ultima data della sua fortunatissima e lunga tournée italiana. Uno
spettacolo di straordinaria fascinazione, ispirato alla cultura gitana, tra
vertiginosi assolo e raffinati pas de
deux e pas de trois, con musicisti e cantante in scena (il chitarrista Daniel
Jurado, il percussionista Javier
Valdunciel e la cantaora Paz de Manuel): un visionario racconto per
quadri del mondo spagnolo in cui si fondono l’eleganza della danza classica con
la passione del flamenco. E, per i 150 anni dalla nascita di Maurice Ravel, non
mancherà anche un’inedita versione del Bolèro.
In scena con lui, anche Carlos Romero e Cristina Cazorla, amatissimi
protagonisti delle scene spagnole, per un’intensa notte di coreografie tanto
affascinanti quanto originali pensate e firmate insieme a Ricardo Cue (co-direttore
artistico della compagnia Sergio Bernal Dance Company).
Acclamato ovunque nel mondo, da Parigi a New York,
da Los Angeles a Londra, da Mosca a Dubai, oltre che in patria, in Italia è da
anni il beniamino dei gala Les Étoiles di Daniele Cipriani, nonché di Las Estrellas, e non è raro trovarlo ospite o giudice
nei più gettonati show e talent show televisivi.
Bernal incarna al contempo il vigore primordiale della danza iberica, alla
ricerca del contatto con la terra, e la raffinatezza estetica della danza
classica, sempre protesa verso il cielo. Il bailaor madrileno porta in
scena il calore rovente del sole spagnolo, ma anche il suo fulgore. Lui è, come
lo descrive Cue, “la forza e la bellezza”.
Dalla danza spagnola tradizionale a sofisticate
rivisitazioni del balletto classico: avremo modo di apprezzare Sergio Bernal
anche sulle celebri note di Camille Saint-Saëns
in El Cisne, rilettura de La Morte del Cigno.
Unico
spettacolo per il Sud, occasione imperdibile per vivere, insieme, una
indimenticabile notte estiva di musica, danza, arte e passione.
“D’altra parte -
commenta il Direttore artistico di Armonie d’Arte, Chiara Giordano - il macro tema di Armonie d’Arte
Festival è “Nuove Rotte
mediterranee”, di triennio in
triennio declinato annualmente in “Transiti,
Approdi, Permanenze”; e
quest'anno è la volta di “Transiti”. In tal senso Italia e Spagna
sono due Paesi che hanno segnato rotte di mare e “transiti” memorabili
lungo il Mediterraneo e soprattutto da esso verso mete lontane e con
viaggi che hanno costruito la civiltà occidentale e non solo. Il meridione
italiano, lo sappiamo, ha una lunga storia anche di dominazione spagnola; ma
oggi il Festival ne celebra l’attuale amicizia attraverso uno spettacolo che
esprime ai massimi livelli la tradizione colta e popolare della Spagna
coniugata nel segno della danza classica e contemporanea globale”.
Ulteriori dettagli, ticketing e
anteprime su www.armoniedarte.com e sui
canali social dedicati.
giovedì 31 luglio 2025
ASPIRAZIONI E DESIDERI
di
Angelo Gaccione
Ho in
uggia molte parole, soprattutto quelle che tutti ripetono a pappagallo e ad
ogni pie’ sospinto. Se dovessi tenere un laboratorio di scrittura, inviterei i
miei allievi a non usare assolutamente parole come solare, resilienza,
distopico, solo perché sono state rese di moda. Tanto più che
altrettanto rapidamente saranno destinate all’oblio, come accade d’abitudine.
Non mi è simpatica nemmeno la parola sogni, soprattutto quando la vedo
usata a sproposito. Sogni d’oro, per esempio, è una locuzione orribile.
Che significa fare sogni d’oro? Una banalità. Abbiamo termini molto più concreti
e precisi a disposizione, se ci occorrono, e la lingua italiana ne è ricca
quant’altre mai: aspirazioni, desideri, finalità, mete da raggiungere,
obiettivi… Porsi degli obiettivi e avere delle aspirazioni sono ottimi
propositi, a patto che non diventino una ossessione e si riconvertano in
patologia. Bisogna mettere in conto anche il fallimento e non considerarlo del
tutto negativo. La saggezza delle massaie ci avverte che si può fare una
pietanza solo con ciò che abbiamo a disposizione, e ci si deve accontentare. Un
amico che ossessionava il proprio figlio (poco più che un bambino) deciso a
farne un corridore velocista sottoponendolo ad allenamenti spropositati, ha
provocato il rigetto in età più adulta nel ragazzo e a sé stesso una forte
delusione. È la forza del carattere e la consapevolezza, che bisogna coltivare,
lasciando che ognuno possa liberamente misurare il perimetro dei propri limiti.
Come ci è fin troppo noto, in ogni persona sono radicate difficoltà che possono
essere di vario tipo: fisiche, psicologiche, attitudinali, di carattere,
relazionali… Ne va tenuto conto sempre e comunque, in maniera che possiamo
correggere le nostre mete e le nostre ambizioni, senza causare dei danni al
nostro amor proprio. Se non ho una voce possente non potrò diventare un tenore,
ma se sono intonato potrò rendermi utile in modo diverso. Se sono troppo bassa
e non mi vogliono al Teatro alla Scala come prima ballerina, nonostante la mia
bravura, posso sempre far parte di un corpo di ballo o aprire una scuola di danza.
Mai perdersi d’animo.
ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA A FIRENZE
Grazie a Idra viene a galla anche l’ultimo disonore
della TAV: l’Osservatorio ambientale è fuori servizio da sette (7) mesi!
Non
vi bastava bucare due volte Firenze senza buttar giù neppure quel piano di
emergenza che la legge prescrive dentro il progetto esecutivo, prima dei
lavori?
Non vi bastava spacciare
per buona terra da parco quelle che si sono rivelate decine e decine di migliaia
di tonnellate di rifiuti portate alla chetichella da mesi in impianti
autorizzati sconosciuti?
Non vi bastava scavare
in una città plurialluvionata nei secoli una fossa enorme accanto al minaccioso
torrente Mugnone, uno dei luoghi più critici di Firenze, classificato a pericolosità
idraulica alta, per ospitare la stazione sotterranea TAV simbolo delle
‘magnifiche sorti e progressive’?
Non vi bastava definire
‘valutazioni’ uno studio approvato per un’altra stazione, lontana e
prudentemente prevista in un’area a pericolosità idraulica opposta: bassa?
Non vi bastava avviare
allegramente i motori prima di aver concordato - fra Ferrovie, Comune e Regione
- cosa ci si farà, dentro e attorno a quella stazione?
Non vi bastava aver
messo in moto le frese con squilli di tromba e retorica a buon mercato quando
non sapete neppure come ci si arriverà, se con tapis roulant, trenini o
tramvia, a quella stazione progettata a danno dichiarato dei viaggiatori
fiorentini e stranieri?
Non vi bastava esser
riusciti a intercettare colibacilli fecali persino costruendo la galleria
artificiale che a Castello aspetta da lustri l’arrivo delle frese da Campo di
Marte?
Non vi bastava aver
continuato a portare avanti il progetto anche dopo che gli era stato negato il
necessario collaudo tecnico-amministrativo?
No. Evidentemente non vi
bastava!

Il torrente
Mugnone
Dal 1° gennaio avete
voluto aggiungere un’altra ciliegina sulla torta: anche la foglia di fico ‘Osservatorio
Ambientale Nodo AV di Firenze’, istituito dal Ministero con (quasi) tutte le
competenze istituzionali e scientifiche ritenute sufficienti e presieduto da un
illustre esponente dell’Amministrazione comunale fiorentina, è fuori servizio! L’ha
scoperto Idra scavando con gli attrezzi poveri della cittadinanza attiva: le
carte, le vostre stesse carte. E così, quando a maggio ha denunciato a questo
Osservatorio la penultima indecenza scovata insistendo e pazientando, e cioè il
silenzioso dirottamento delle terre di risulta degli scavi dal sogno ambientale
di Cavriglia alla dura realtà dei rifiuti, visto che l’Osservatorio non
rispondeva Idra a luglio gli ha riscritto Ma questa volta il messaggio è
tornato indietro: ‘casella piena’. È stato chiamato Palazzo Vecchio: “Non
sapremmo spiegare, provate a chiamare il Ministero’. Al Ministero, sì, lo
ammettono: ‘L’Osservatorio è chiuso. Dev’essererinnovato, è scaduto il 31
dicembre assieme all’accordo procedimentale del 1998 sulla TAV, si sperava di
far prima, ma ancora non ci siamo riusciti”. Facciamo notare che intanto i
lavori procedono più indisturbati che mai (compreso il recente improvviso abbattimento
di un intero filare di splendidi platani al Romito), che nessuna notizia è
stata fornita alla popolazione, che persino sul magrissimo sito
dell’Osservatorio non ce n’è traccia. ‘È vero’, anche questo ammettono
imbarazzati da Roma. E ringraziando aggiungono: ‘Provvederemo ad aggiornarlo’.

Mugnone
Così, in questi giorni, finalmente è comparsa la notizia. Solo lì, beninteso, per
chi proprio volesse andare a cercarla. Questa volta però Idra ha ripreso carta
e penna e, scrivendo anche al ministro, le ha messe in fila tutte, le poco
decorose magagne su cui, come per l’Osservatorio ambientale, forse qualcuno a
Roma si è un po’ distratto. Ci sarà qualche ‘giornalista d’inchiesta’ a Firenze
che voglia verificare, approfondire e sviluppare anche solo qualcuno di questi
temi? Il sito di Idra è una piccola miniera da cui attingere riferimenti,
virgolettati, documenti. Già in questo comunicato sono a disposizione ben undici
collegamenti elettronici utilissimi a chi intendesse assumere questo tipo di
impegno.
Associazione di volontariato Idra

Firenze a rischio idraulico
PS.
“Odissea” gira la sollecitazione degli amici fiorentini di Idra alla Redazione di
Report e a Sigfrido Ranucci. report@rai.it
idrafir@gmail.com - idraonlus@pec.it
Tel. 055.760.27.73 - 320.161.81.05

mercoledì 30 luglio 2025
GUERRA, DAZI, SPAZIO POLITICO EUROPEO
di
Franco Astengo
Per
una Zimmerwald del XXI secolo.
In un
momento di immane tragedia come questo contrassegnato dalla guerra come fattore
discriminante si è aggiunta la cosiddetta vicenda dazi al riguardo delle quale
vogliamo registrare le reazioni dei principali soggetti politici d'alternativa
presenti sul piano europeo: una posizione che accomuna Linke, France Insoumise, PCF, Verdi Francesi
(il cui portavoce Benjamin Lucas chiede il voto dell'europarlamento e
dell'Assemblea Nazionale), Podemos mettendo anche in difficoltà il PSOE di
governo che facendo parte del gruppo S&D a Strasburgo ha votato la
commissione Von der Leyen oltre ai partiti italiani. L'occasione può diventare
buona allora per cercare di oltrepassare remore antiche individuando l'Europa
come spazio politico ed elaborando una posizione di sinistra alternativa sui
punti nodali del confronto in atto superando anche la logica che presiede la
divisione in gruppi al Parlamento Europeo. L'obiettivo dovrebbe essere quello
di costruire una adeguata realtà che da sovranazionale (come adesso) dovrebbe evolvere
in internazionalista.
Il giudizio che si
cerca di esprimere attraverso questo intervento deriva dall’analisi delle
contraddizioni di fondo che sul piano economico, politico e sociale
attraversano lo spazio politico europeo: contraddizioni che possono essere
affrontate soltanto se valutate nel profondo delle loro determinazioni
complessive, prima di tutto al riguardo del ristabilimento delle condizioni
imposte da meccanismi, ben evidenti tra
l’altro nello specifico del “caso italiano” di limitazione nell’esercizio
dell’agibilità democratica.
Si tratta di non
lasciare aperto lo spazio generato dal disorientamento generale e fin qui
appannaggio dei populismi e dell’astensione, cercando di colmarlo - anche
parzialmente com’è ovvio- da contenuti di lotta che possono avere possibilità
di presenza politica ed anche istituzionale soltanto attraverso una precisa
collocazione all'interno del quadro politico europeo nell'ottica di costruzione
alternativa. La questione europea necessita di
un ripensamento al riguardo di determinate posizioni assunte anche nel recente
passato.
Su questo punto va rinnovato l’appello rivolto
al PSE e a Sinistra Europea per un incontro urgente. Debbono essere elaborati elementi di progettualità
alternativa posti sia sul terreno della strutturazione politica, sia al
riguardo della prospettiva economica e sociale e soprattutto della pace. Non è
sufficiente pensare alla green economy e ai possibili relativi modelli di vita:
le fasi di transizione sono diverse e complesse. Abbiamo davanti grandi difficoltà: dobbiamo essere capaci di ripensare i
temi di fondo dello sviluppo e della stessa convivenza civile, delle relazioni
umane, degli interscambi economici, culturali, sociali, ambientali proponendo
il superamento del legame esclusivo alla logica del profitto.
Deve essere aperta
una prospettiva della trasformazione sociale a livello sistemico corrispondente
però ad una adeguata soggettività politica.
il punto di
ripartenza potrebbe essere costituito da un’opposizione alla logica della
guerra il cui senso potrebbe essere riassunto nell’indicazione di una “Zimmerwald
del XXI secolo”. Un incontro tra forze diverse nel corso del quale porre le
questioni fondamentali affrontando anche il tema del deficit di democrazia che
affligge la vita politica del Continente.
ARTISTI E GENOCIDI

Renato Franchi
Il 4 agosto 2025 esce “Pane e piombo”, il nuovo
singolo di Renato Franchi & His Band
L’indignazione
non va in ferie: questa affermazione giustifica la scelta
controcorrente di Renato Franchi di far uscire il suo nuovo singolo il 4 agosto
2025, in un periodo di vacanza e apparentemente non propizio alle nuove
pubblicazioni. Tuttavia le immagini e le notizie del massacro del popolo di
Palestina da parte del governo israeliano, trasmesse quotidianamente, hanno
indotto il cantautore a diffondere il brano poiché l’indignazione nei confronti
di questo dramma non può e non deve andare mai in vacanza.
Per Franchi la guerra, così come la violenza delle armi, è un
atto disumano da respingere in ogni nostro gesto e va contrastata con la
cultura, l’arte, la musica e il confronto di proposte e di idee. E quindi anche
una canzone si può configurare come una doverosa azione politica, soprattutto
quando le trattative per trovare una soluzione pacifica sembrano non andare a
buon fine, come sta accadendo in queste ore.
Il genocidio - Renato non ha remore nell’utilizzare questo vocabolo - che sta
avvenendo nella striscia di Gaza in Palestina è il risultato di criminali decisioni
belligeranti ed è un solco doloroso e profondo in ogni cuore democratico, una
lama tagliente che lacera ogni speranza di pace. È inaccettabile il contrasto
tra le grandi mobilitazioni pacifiste in corso in tutto il mondo ed il silenzio
dei media al servizio dei potenti della Terra, che soffocano la voce di chi
invoca la fine di un conflitto causa di morte per donne, uomini, anziani e
bambini.

Ed è insopportabile l’acquiescenza di chi non prende posizione nei
confronti di questa tragedia.
Da mesi Franchi desiderava fornire un proprio contributo di
denuncia e di riflessione con una canzone che esprimesse sdegno contro questo
massacro. L’ispirazione per la composizione del brano è giunta qualche
settimana fa, dalla lettura di un titolo sulla prima pagina del quotidiano “il Manifesto”:
la scritta “Pane e piombo” lo ha folgorato e da ciò è nata la ricerca di
una melodia e la scrittura di un testo. Nella stesura delle liriche il cantautore ha mantenuto l’impostazione
cinematografica tipica della sua scrittura, creando una sequenza di immagini
evocanti i terribili eventi che stanno avendo luogo a Gaza. Nel cantato delle
strofe finali vengono messe in risalto le responsabilità ed il silenzio
dell’Europa, che sullo sfondo assume un ruolo di complice della mano assassina
che distrugge e nega il diritto alla pace. Nella sua solidità, il brano è un’invettiva esplicita verso i responsabili di
questa tragedia e verso una politica fatta di menzogna e ipocrisia. Un distopico accordo chitarristico in Sol maggiore chiude il pezzo, evocando la
prospettiva di un futuro indefinito e preoccupante, come monito ai distratti e agli
indifferenti.
“Pane e piombo” vuole essere un
contributo alla ricerca di una cultura di pace, senza armi e odio, che si
affianca alla voce delle migliaia di persone che manifestano in tutto il mondo
chiedendo la risoluzione del conflitto, e vuole ricordare le migliaia di morti
causate da questa e da tutte le altre guerre. La speranza è che si interrompa al
più presto il rumore assordante dei proiettili e si possa finalmente sentire
nell’aria il profumo del pane. Questa idea è esplicitata nella copertina,
che evidenzia il contrasto tra la distruzione e le macerie causate dai
bombardamenti e l’immagine del pane appena sfornato, a simboleggiare una
speranza di ritorno alla vita.
Il brano è stato presentato in anteprima lo scorso 20 luglio a
Genova, in piazza Alimonda, in occasione della manifestazione in ricordo di
Carlo Giuliani, e sarà disponibile dal 4 agosto su tutte le piattaforme
digitali.
Il Testo
“Pane e piombo” di Renato Franchi
Etichetta
L’Atlantide - 2025
Sotto il cielo di Gaza
Hanno ucciso l’amore
Nei prati e nei campi
Non cresce più un fiore
Le madri di Gaza
Hanno in braccio un dolore
Un chiodo negli occhi
Per ogni bimbo che muore
Nelle piazze di Gaza
È tornato Re Erode
Con le sue spade di fuoco
A insanguinare le strade
Nei mattini di Gaza
Non volano gli aquiloni
Rombano gli aeroplani
Non giocano più i bambini
Crollano le Scuole
Moschee, Case e Ospedali
Mentre violentano i sogni
Brindano i generali
Sulle spiagge di Gaza
ora brucia anche il mare
In questa sporca guerra
che non vuole mai finire
Carri armati al confine
Piombo e pane al tramonto
Sotto il fuoco assassino
L’umanità sta morendo
Nella striscia di Gaza
Anche Dio non ci sente
In questo massacro
Di gente innocente
Nei mattini di Gaza
Non volano gli aquiloni
Rombano gli aeroplani
Non giocano più i bambini
Crollano le Scuole
Moschee, Case e Ospedali
Mentre violentano i sogni
Brindano i generali
È genocidio a Gaza
Con le bombe israeliane
È genocidio a Gaza
Con le armi americane
È genocidio a Gaza
Lì nel Medio Oriente
È genocidio a Gaza
Nel silenzio dell’Occidente
È genocidio a Gaza
Con le bombe israeliane
È genocidio a Gaza
Con le armi italiane
È genocidio a Gaza
Lì nel Medio Oriente
È genocidio in Palestina
Nel silenzio dell’Occidente
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