UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

venerdì 1 agosto 2025

I NEMICI VERI
di Angelo Gaccione



S
ulle pagine di questo giornale siamo stati sempre rigorosamente attenti a non confondere le politiche criminali dei Governi e degli Stati con i loro cittadini, ed evitando di fare di ogni erba un fascio. In Israele ci sono oppositori radicali alla politica di sterminio dei palestinesi che scendono in piazza, e ce ne sono anche fra i tanti che rifiutano di farsi forzatamente militarizzare e preferiscono farsi arrestare. Abbiamo pubblicato un discreto numero di lettere dal carcere di soldati israeliani detenuti. Ho sempre detto e scritto che tutte le generalizzazioni sono false: non sono tutti mafiosi i siciliani, non sono tutti mariuoli i napoletani, come non sono ospitali e pronti ad aprirvi le porte tutti i calabresi della mia regione, come sento dire da una insopportabile retorica. I popoli sono fatti di uomini e di donne con gli identici pregi e difetti, e bisogna prenderne atto senza illusioni. Conosco gente di sinistra di vari luoghi, che si comporta umanamente come qualsiasi stronzo del pianeta; altri che vivono in maniera profondamente incoerente con le idee che dicono di sostenere. Conosco atei con un senso di solidarietà e di compassione maggiore di tanti che vanno nelle chiese a battersi il petto. Il fatto che io non voglia avere niente a che spartire con certi calabresi, e che consideri le politiche di alcune amministrazioni oscene quanto quelle di Milano o di qualunque altro luogo, non significa che sarei disposto ad accettare senza adirami di brutto, se qualcuno osasse in mia presenza offendere indiscriminatamente tutti i calabresi. Capisco, dunque, la reazione del cittadino francese di religione ebraica rispetto agli insulti ricevuti all’Autogrill un paio di giorni fa. 



Intanto chi ha stabilito che l’uomo fosse un sostenitore della politica genocida del governo di Israele? Su quali prove? Era un funzionario governativo? un militare? un uomo della destra fanatica? Non lo era, e una semplice kippah sul capo non autorizza a ritenerlo tale. Dal cimitero ebraico di Praga, per una visita alla tomba di Kafka, ne portai via una che ero stato obbligato ad indossare. È l’unico peccato veniale commesso nella mia vita, indifferente come sono alle cose e al possesso, e da allora sta dentro un minuscolo cestino su un tavolo assieme ad una delle pietruzze della tomba dello scrittore boemo. Bisogna evitare di cadere in queste trappole semplificatorie che danneggiano anche le cause più nobili. Tra l’altro ce li abbiamo in casa i responsabili del massacro palestinese: stanno al governo e li conosciamo tutti benissimo. Sono loro che mandano armi a Israele contribuendo allo sterminio, alla morte per fame e sete di civili innocenti: bambini, donne, malati, anziani, padri e madri di famiglia. A fischiare e gridare si dovrebbe andare sotto palazzo Chigi, davanti alle fabbriche d’armi, sotto il ministero della guerra, dell’Ambasciata americana, delle sedi di alcuni partiti e dei sindacati, delle abitazioni dei tecnici che progettano le armi, senza ritegno e senza un minimo di senso di colpa, degli operai che non si chiedono che razza di merce stanno costruendo e per quali fini. A tutti costoro bisogna gridare vergogna e di andarsene da questa nazione: sono loro il nemico interno, il nemico vero della patria.  

ITALIA - ISRAELE



Accodo di collaborazione militare tra Italia e Israele: finalmente pubblico grazie a un’azione legale.
 
Luigi Paccione, insieme a un gruppo di cittadini e giuristi, ha ottenuto per via legale la desecretazione dell’Accordo di Sicurezza Italo-Israeliano siglato il 5 ottobre 1987. Il documento, fino ad oggi mantenuto riservato, è ritenuto dai ricorrenti in contrasto con i principi costituzionali e impone all’Italia il silenzio sui rapporti militari con Israele, Paese al centro di accuse internazionali per crimini di guerra nei territori palestinesi. Di seguito il comunicato stampa e il testo integrale dell’Accordo.
 
Comunicato Stampa
 
Noi cittadini italiani e giuristi, vincolati alla vigilanza sul rispetto dei princìpi e dei valori della Costituzione repubblicana, abbiamo acquisito dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per le vie legali, il testo dell’Accordo sottoscritto il 05.10.1987 dalle Autorità di Sicurezza d’Italia e d’Israele. Sulla base di questo “Accordo di Sicurezza”, l’Industria militare e le Forze armate del nostro Paese sono coinvolte in attività di cui i cittadini italiani non possono essere messi a conoscenza a insindacabile discrezione del Governo israeliano. L’Accordo è richiamato quale suo essenziale presupposto dal Memorandum tra il Governo italiano e il Governo israeliano in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa, ratificato con la legge n. 94/2005. Il nostro Paese è dunque oggi vincolato alla segretezza sui rapporti militari con uno Stato che è impegnato nello sterminio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza e che, in forza degli accertamenti dichiarati dalla Corte Internazionale di Giustizia del 19.07.2024 e confermati dall’Assemblea Generale dell’ONU nel settembre 2024, occupa illegalmente da oltre mezzo secolo la terra di Palestina. L’Accordo, inoltre, non è stato ratificato dal Parlamento in sprezzante violazione dell’art. 80 della Costituzione, come impone la legge allorquando i contenuti dell’intesa internazionale condizionino, questo è il caso, l’esercizio dei diritti dei cittadini italiani e l’applicazione della stessa Costituzione e delle altre fonti nazionali, addirittura favorendo unilateralmente uno Stato estero dichiaratamente ostile ai valori della pace, al rispetto di qualsiasi persona umana e al principio di autodeterminazione dei popoli. Poiché tutto questo è inaccettabile per chiunque sia fedele alla Carta costituzionale della nostra Repubblica [in particolare agli articoli 1, 2, 3, 10, 11, 21, 28, 54, e 117 c. 1 Cost., oltre che allo stesso art. 80], noi chiediamo al Presidente della Repubblica, in virtù delle sue funzioni elencate dall’art. 87 Cost., e al Governo italiano di sollecitare e promuovere senza indugio le procedure di recesso dall’Accordo di Sicurezza stipulato il 05.10.1987, facendo legittimo e doveroso ricorso all’articolo 10.2 dello stesso testo.


Accordo Generale di Sicurezza tra Israele e Italia
 
Premessa
Al fine di salvaguardare la sicurezza delle “Informazioni Classificate” che saranno scambiate tra le Amministrazioni competenti dello Stato di Israele (Ministero della Difesa) e della Repubblica Italiana (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Autorità Nazionale per la Sicurezza e, nei limiti di competenza, Ministero della Difesa), d’ora in poi denominate “le Parti”, le rispettive autorità convengono quanto segue:
 
Articolo 1 – Definizioni
Il termine “Informazioni Classificate” indica qualsiasi tipo di informazione, documento, attrezzatura o materiale di qualsiasi natura che, nell’interesse di una o entrambe le Parti, è soggetto a classificazione di sicurezza, a prescindere dal mezzo di trasmissione (orale, elettronico, scritto o materiale).
 
Articolo 2 – Ambito di applicazione
2.1 Il presente Accordo di Sicurezza è parte integrante di ogni futuro accordo tra le Parti riguardante “Informazioni Classificate”.
2.2 Si applica anche a negoziati o contatti, anche se non sfociati in accordi firmati.
 
Articolo 3 – Protezione reciproca
3.1 Le Parti adotteranno, secondo le rispettive normative, tutte le misure appropriate per proteggere le Informazioni Classificate scambiate o prodotte.
3.2 Saranno rispettati i diritti di proprietà intellettuale connessi a dette informazioni.
3.3 Le Informazioni Classificate non saranno condivise con terzi o con cittadini di paesi terzi senza il consenso scritto della Parte originaria.
3.4 L’accesso sarà consentito solo a personale autorizzato e con comprovata necessità.
3.5 Ogni Parte vigilerà sul rispetto delle norme di sicurezza presso enti e strutture che gestiscono informazioni dell’altra Parte.
 
Israele - Italia Top Secret - Segretissimo - Secret - Segreto
Confidential - Riservatissimo
Nessun equivalente Riservato (Italian Restricted)
 


4.2 Ogni Parte apporrà la propria classificazione equivalente al ricevimento.
4.3 Non è possibile declassificare senza consenso dell’emittente.
4.4 Tutte le copie e traduzioni manterranno lo stesso livello di classificazione.
4.5 I documenti “Riservato” saranno custoditi in contenitori chiusi e trasmessi con copertura doppia tramite corrieri ufficiali o posta assicurata.
 
Articolo 5 – Visite
5.1 L’accesso a luoghi o informazioni classificate richiede autorizzazione preventiva della competente Autorità di Sicurezza.
5.2 Le visite devono essere notificate con almeno quattro settimane di anticipo.
5.3 Autorizzazioni multiple possono avere durata massima di 12 mesi.
 
Articolo 6 – Disposizioni comuni
6.1 Ogni Parte nominerà un’Agenzia di Sicurezza incaricata della supervisione.
6.2 Le Autorità competenti emetteranno istruzioni e procedure specifiche.
6.3 Le Parti si impegnano al rispetto di tutte le disposizioni dell’Accordo.
6.4 Le Autorità forniranno reciprocamente informazioni su standard e procedure e faciliteranno visite congiunte.
 
Articolo 7 – Contratti
7.1 Prima di affidare contratti classificati a ditte dell’altra Parte, si richiederà conferma che esse dispongano delle autorizzazioni e capacità di custodia.
7.2 I contratti conterranno clausole e indicazioni specifiche sulla sicurezza.
7.3 La Parte in cui il contratto è eseguito è responsabile delle misure di sicurezza.
7.4 Due copie di ogni contratto classificato saranno inviate all’Autorità competente del Paese in cui avviene l’esecuzione.
7.5 I subappalti devono essere autorizzati preventivamente.
 
Articolo 8 – Trasmissione e comunicazione
8.1 Le Informazioni Classificate saranno trasmesse tramite corriere diplomatico o mezzi concordati.
8.2 Le comunicazioni elettroniche classificate devono essere cifrate.
 
Articolo 9 – Smarrimento o violazione
9.1 In caso di smarrimento o incidente relativo a Informazioni Classificate, la Parte di origine sarà informata immediatamente e si svolgerà un’indagine.
Articolo 10 – Disposizioni finali
10.1 L’Accordo entra in vigore il giorno della firma e resta valido a tempo indeterminato.
10.2 Una Parte può proporre modifiche o la cessazione dell’Accordo con preavviso di sei mesi.
10.3 Le modifiche devono essere concordate per iscritto.
10.4 In caso di cessazione, le Informazioni Classificate continueranno ad essere protette secondo le presenti disposizioni.
10.5 L’Accordo è redatto in due originali in lingua inglese.
Autorità competenti
 
In ITALIA:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Autorità Nazionale per la Sicurezza
Ufficio Centrale per la Sicurezza, ROMA
 
In ISRAELE:
Ministero della Difesa
Direttore della Sicurezza del Ministero della Difesa
 
Firme
Per Israele:
Direttore della Sicurezza del Ministero della Difesa
 
Per l’Italia:
Ammiraglio Fulvio Martini
Vice Ammiraglio, Autorità Nazionale per la Sicurezza
 
Roma, 5 ottobre 1987

L’UMILTÀ COME IDEA E PROGETTO
di Franco Astengo


 
Terremoto e tsunami: senza un’idea dell’umiltà il genere umano resterà prigioniero di un’infinita presunzione e di una colpevole arroganza. Non potrà però servire l’umiltà necessaria per comprendere la profondità dei fenomeni naturali indipendenti dal volere umano, anzi favoriti dalla sua cieca arroganza se questa ricerca non sarà intrecciata al monito marxiano: “Qualsiasi ipotesi di superamento di una società fondata sullo sviluppo illimitato non potrà essere condotta al di fuori dal perseguimento dell’uguaglianza tra gli esseri umani.
L’umiltà del “senso del limite” anche se necessaria non sarà però sufficiente.
È indispensabile, invece, continuare a battersi nel delineare il progetto futuro di una società diversa da quella dominata dall’egoismo capitalistico, per l’eguaglianza sociale recuperandone i termini fondamentali al di là dei precipitati politici e relative applicazioni statuali. Senso del limite ed eguaglianza sociale quali presupposti di una “società sobria” nelle quale l’umiltà nella concezione dello sviluppo umano potrà consentire l’individuazione delle vere contraddizioni della modernità. Non è sufficiente, neppure, per l’orizzonte di una società diversa, l’applicazione di una legislazione che miri a realizzare quello che è stato definito come “Welfare State” che punta all’uguaglianza garantendo a tutti i cittadini i beni primari e le posizioni di partenza.
In un mondo dove, assieme al concetto di “finitezza” delle risorse del pianeta si pongono i temi dell’eguale diritto a essere diversi e a proporre con orgoglio le differenze le mutate condizioni tecnologiche (diremmo il mutato rapporto tra scienza e società) sembrano imporre all’insieme delle relazioni sociali e politiche radicali trasformazioni, al punto da porre in discussione i termini della democrazia “classica”.
Marx, dopo aver individuato le rozze tendenze a eguagliare tutto, e aver smantellato l’idea di un diritto borghese astrattamente livellatore, ha indicato come orizzonte della lotta la Comunità.
Una Comunità nella quale, attraverso quella che considero davvero la frase più felice dell’intera opera del filosofo di Treviri: “Ognuno darà secondo le proprie capacità e avrà secondo i propri bisogni”. Così nell’uguaglianza l’umiltà farà trovare al genere umano la capacità di esprimersi di fronte alla tragica immensità dei fenomeni naturali spezzando finalmente l’intreccio tecnica/potere in una visione di società alternativa da quella dominata dall’individualismo competitivo.

DUE CORTEI PER GAZA






DANZA: UNA NOTTE CON SERGIO BERNAL


 
Armonie D’Arte Festival  
 
C’è grande fermento al Parco Archeologico Scolacium di Borgia (Cz), per l’arrivo di Sergio Bernal, il “Re del flamenco”, star della danza internazionale, ambasciatore della danza iberica e personaggio di fama planetaria.
Tra flamenco, danza classica e spagnola, Bernal concederà al pubblico di Armonie d’arte Festival venerdì 1° agosto (ore 22) una straordinaria notte danzante, per l’appunto “Una noche con Sergio Bernal”, ultima data della sua fortunatissima e lunga tournée italiana. Uno spettacolo di straordinaria fascinazione, ispirato alla cultura gitana, tra vertiginosi assolo e raffinati pas de deux e pas de trois, con musicisti e cantante in scena (il chitarrista Daniel Jurado, il percussionista Javier Valdunciel e la cantaora Paz de Manuel): un visionario racconto per quadri del mondo spagnolo in cui si fondono l’eleganza della danza classica con la passione del flamenco. E, per i 150 anni dalla nascita di Maurice Ravel, non mancherà anche un’inedita versione del Bolèro.



In scena con lui, anche Carlos Romero e Cristina Cazorla, amatissimi protagonisti delle scene spagnole, per un’intensa notte di coreografie tanto affascinanti quanto originali pensate e firmate insieme a Ricardo Cue (co-direttore artistico della compagnia Sergio Bernal Dance Company).
Acclamato ovunque nel mondo, da Parigi a New York, da Los Angeles a Londra, da Mosca a Dubai, oltre che in patria, in Italia è da anni il beniamino dei gala Les Étoiles di Daniele Cipriani, nonché di Las Estrellas, e non è raro trovarlo ospite o giudice nei più gettonati show e talent show televisivi.  
Bernal incarna al contempo il vigore primordiale della danza iberica, alla ricerca del contatto con la terra, e la raffinatezza estetica della danza classica, sempre protesa verso il cielo. Il bailaor madrileno porta in scena il calore rovente del sole spagnolo, ma anche il suo fulgore. Lui è, come lo descrive Cue, “la forza e la bellezza”. 


Dalla danza spagnola tradizionale a sofisticate rivisitazioni del balletto classico: avremo modo di apprezzare Sergio Bernal anche sulle celebri note di Camille Saint-Saëns in El Cisne, rilettura de La Morte del Cigno.
Unico spettacolo per il Sud, occasione imperdibile per vivere, insieme, una indimenticabile notte estiva di musica, danza, arte e passione.
“D’altra parte - commenta il Direttore artistico di Armonie d’Arte, Chiara Giordano - il macro tema di Armonie d’Arte Festival è Nuove Rotte mediterranee, di triennio in triennio declinato annualmente in Transiti, Approdi, Permanenze; e quest'anno è la volta di Transiti. In tal senso Italia e Spagna sono due Paesi che hanno segnato rotte di mare e transiti memorabili lungo il Mediterraneo e soprattutto da esso verso mete lontane e con viaggi che hanno costruito la civiltà occidentale e non solo. Il meridione italiano, lo sappiamo, ha una lunga storia anche di dominazione spagnola; ma oggi il Festival ne celebra l’attuale amicizia attraverso uno spettacolo che esprime ai massimi livelli la tradizione colta e popolare della Spagna coniugata nel segno della danza classica e contemporanea globale.
Ulteriori dettagli, ticketing e anteprime su  www.armoniedarte.com e sui canali social dedicati.
 

 

giovedì 31 luglio 2025

ASPIRAZIONI E DESIDERI
di Angelo Gaccione



Ho in uggia molte parole, soprattutto quelle che tutti ripetono a pappagallo e ad ogni pie’ sospinto. Se dovessi tenere un laboratorio di scrittura, inviterei i miei allievi a non usare assolutamente parole come solare, resilienza, distopico, solo perché sono state rese di moda. Tanto più che altrettanto rapidamente saranno destinate all’oblio, come accade d’abitudine. Non mi è simpatica nemmeno la parola sogni, soprattutto quando la vedo usata a sproposito. Sogni d’oro, per esempio, è una locuzione orribile. Che significa fare sogni d’oro? Una banalità. Abbiamo termini molto più concreti e precisi a disposizione, se ci occorrono, e la lingua italiana ne è ricca quant’altre mai: aspirazioni, desideri, finalità, mete da raggiungere, obiettivi… Porsi degli obiettivi e avere delle aspirazioni sono ottimi propositi, a patto che non diventino una ossessione e si riconvertano in patologia. Bisogna mettere in conto anche il fallimento e non considerarlo del tutto negativo. La saggezza delle massaie ci avverte che si può fare una pietanza solo con ciò che abbiamo a disposizione, e ci si deve accontentare. Un amico che ossessionava il proprio figlio (poco più che un bambino) deciso a farne un corridore velocista sottoponendolo ad allenamenti spropositati, ha provocato il rigetto in età più adulta nel ragazzo e a sé stesso una forte delusione. È la forza del carattere e la consapevolezza, che bisogna coltivare, lasciando che ognuno possa liberamente misurare il perimetro dei propri limiti. Come ci è fin troppo noto, in ogni persona sono radicate difficoltà che possono essere di vario tipo: fisiche, psicologiche, attitudinali, di carattere, relazionali… Ne va tenuto conto sempre e comunque, in maniera che possiamo correggere le nostre mete e le nostre ambizioni, senza causare dei danni al nostro amor proprio. Se non ho una voce possente non potrò diventare un tenore, ma se sono intonato potrò rendermi utile in modo diverso. Se sono troppo bassa e non mi vogliono al Teatro alla Scala come prima ballerina, nonostante la mia bravura, posso sempre far parte di un corpo di ballo o aprire una scuola di danza. Mai perdersi d’animo.  

ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA A FIRENZE   



Grazie a Idra viene a galla anche l’ultimo disonore della TAV: l’Osservatorio ambientale è fuori servizio da sette (7) mesi!
 
Non vi bastava bucare due volte Firenze senza buttar giù neppure quel piano di emergenza che la legge prescrive dentro il progetto esecutivo, prima dei lavori?
Non vi bastava spacciare per buona terra da parco quelle che si sono rivelate decine e decine di migliaia di tonnellate di rifiuti portate alla chetichella da mesi in impianti autorizzati sconosciuti?
Non vi bastava scavare in una città plurialluvionata nei secoli una fossa enorme accanto al minaccioso torrente Mugnone, uno dei luoghi più critici di Firenze, classificato a pericolosità idraulica alta, per ospitare la stazione sotterranea TAV simbolo delle ‘magnifiche sorti e progressive’?
Non vi bastava definire ‘valutazioni’ uno studio approvato per un’altra stazione, lontana e prudentemente prevista in un’area a pericolosità idraulica opposta: bassa?
Non vi bastava avviare allegramente i motori prima di aver concordato - fra Ferrovie, Comune e Regione - cosa ci si farà, dentro e attorno a quella stazione?
Non vi bastava aver messo in moto le frese con squilli di tromba e retorica a buon mercato quando non sapete neppure come ci si arriverà, se con tapis roulant, trenini o tramvia, a quella stazione progettata a danno dichiarato dei viaggiatori fiorentini e stranieri?
Non vi bastava esser riusciti a intercettare colibacilli fecali persino costruendo la galleria artificiale che a Castello aspetta da lustri l’arrivo delle frese da Campo di Marte?
Non vi bastava aver continuato a portare avanti il progetto anche dopo che gli era stato negato il necessario collaudo tecnico-amministrativo?
No. Evidentemente non vi bastava!


Il torrente
Mugnone

Dal 1° gennaio avete voluto aggiungere un’altra ciliegina sulla torta: anche la foglia di fico ‘Osservatorio Ambientale Nodo AV di Firenze’, istituito dal Ministero con (quasi) tutte le competenze istituzionali e scientifiche ritenute sufficienti e presieduto da un illustre esponente dell’Amministrazione comunale fiorentina, è fuori servizio! L’ha scoperto Idra scavando con gli attrezzi poveri della cittadinanza attiva: le carte, le vostre stesse carte. E così, quando a maggio ha denunciato a questo Osservatorio la penultima indecenza scovata insistendo e pazientando, e cioè il silenzioso dirottamento delle terre di risulta degli scavi dal sogno ambientale di Cavriglia alla dura realtà dei rifiuti, visto che l’Osservatorio non rispondeva Idra a luglio gli ha riscritto Ma questa volta il messaggio è tornato indietro: ‘casella piena’. È stato chiamato Palazzo Vecchio: “Non sapremmo spiegare, provate a chiamare il Ministero’. Al Ministero, sì, lo ammettono: ‘L’Osservatorio è chiuso. Dev’essererinnovato, è scaduto il 31 dicembre assieme all’accordo procedimentale del 1998 sulla TAV, si sperava di far prima, ma ancora non ci siamo riusciti”. Facciamo notare che intanto i lavori procedono più indisturbati che mai (compreso il recente improvviso abbattimento di un intero filare di splendidi platani al Romito), che nessuna notizia è stata fornita alla popolazione, che persino sul magrissimo sito dell’Osservatorio non ce n’è traccia. ‘È vero’, anche questo ammettono imbarazzati da Roma. E ringraziando aggiungono: ‘Provvederemo ad aggiornarlo’. 



Così, in questi giorni, finalmente è comparsa la notizia. Solo lì, beninteso, per chi proprio volesse andare a cercarla. Questa volta però Idra ha ripreso carta e penna e, scrivendo anche al ministro, le ha messe in fila tutte, le poco decorose magagne su cui, come per l’Osservatorio ambientale, forse qualcuno a Roma si è un po’ distratto. Ci sarà qualche ‘giornalista d’inchiesta’ a Firenze che voglia verificare, approfondire e sviluppare anche solo qualcuno di questi temi? Il sito di Idra è una piccola miniera da cui attingere riferimenti, virgolettati, documenti. Già in questo comunicato sono a disposizione ben undici collegamenti elettronici utilissimi a chi intendesse assumere questo tipo di impegno.
Associazione di volontariato Idra
 

Firenze a rischio idraulico

PS. “Odissea” gira la sollecitazione degli amici fiorentini di Idra alla Redazione di Report e a Sigfrido Ranucci. report@rai.it
 
idrafir@gmail.com - idraonlus@pec.it
Tel. 055.760.27.73 -  320.161.81.05
 

mercoledì 30 luglio 2025

GUERRA, DAZI, SPAZIO POLITICO EUROPEO
di Franco Astengo



Per una Zimmerwald del XXI secolo.
  
In un momento di immane tragedia come questo contrassegnato dalla guerra come fattore discriminante si è aggiunta la cosiddetta vicenda dazi al riguardo delle quale vogliamo registrare le reazioni dei principali soggetti politici d'alternativa presenti sul piano europeo: una posizione che accomuna  Linke, France Insoumise, PCF, Verdi Francesi (il cui portavoce Benjamin Lucas chiede il voto dell'europarlamento e dell'Assemblea Nazionale), Podemos mettendo anche in difficoltà il PSOE di governo che facendo parte del gruppo S&D a Strasburgo ha votato la commissione Von der Leyen oltre ai partiti italiani. L'occasione può diventare buona allora per cercare di oltrepassare remore antiche individuando l'Europa come spazio politico ed elaborando una posizione di sinistra alternativa sui punti nodali del confronto in atto superando anche la logica che presiede la divisione in gruppi al Parlamento Europeo. L'obiettivo dovrebbe essere quello di costruire una adeguata realtà che da sovranazionale (come adesso) dovrebbe evolvere in internazionalista.
Il giudizio che si cerca di esprimere attraverso questo intervento deriva dall’analisi delle contraddizioni di fondo che sul piano economico, politico e sociale attraversano lo spazio politico europeo: contraddizioni che possono essere affrontate soltanto se valutate nel profondo delle loro determinazioni complessive, prima di tutto al riguardo del ristabilimento delle condizioni imposte  da meccanismi, ben evidenti tra l’altro nello specifico del “caso italiano” di limitazione nell’esercizio dell’agibilità democratica.



Si tratta di non lasciare aperto lo spazio generato dal disorientamento generale e fin qui appannaggio dei populismi e dell’astensione, cercando di colmarlo - anche parzialmente com’è ovvio- da contenuti di lotta che possono avere possibilità di presenza politica ed anche istituzionale soltanto attraverso una precisa collocazione all'interno del quadro politico europeo nell'ottica di costruzione alternativa. La questione europea necessita di un ripensamento al riguardo di determinate posizioni assunte anche nel recente passato.
 Su questo punto va rinnovato l’appello rivolto al PSE e a Sinistra Europea per un incontro urgente. Debbono essere elaborati elementi di progettualità alternativa posti sia sul terreno della strutturazione politica, sia al riguardo della prospettiva economica e sociale e soprattutto della pace. Non è sufficiente pensare alla green economy e ai possibili relativi modelli di vita: le fasi di transizione sono diverse e complesse. Abbiamo davanti grandi difficoltà: dobbiamo essere capaci di ripensare i temi di fondo dello sviluppo e della stessa convivenza civile, delle relazioni umane, degli interscambi economici, culturali, sociali, ambientali proponendo il superamento del legame esclusivo alla logica del profitto.
Deve essere aperta una prospettiva della trasformazione sociale a livello sistemico corrispondente però ad una adeguata soggettività politica.
il punto di ripartenza potrebbe essere costituito da un’opposizione alla logica della guerra il cui senso potrebbe essere riassunto nell’indicazione di una “Zimmerwald del XXI secolo”. Un incontro tra forze diverse nel corso del quale porre le questioni fondamentali affrontando anche il tema del deficit di democrazia che affligge la vita politica del Continente.

 

 



ARTISTI E GENOCIDI


Renato Franchi


Il 4 agosto 2025 esce “Pane e piombo”, il nuovo singolo di Renato Franchi & His Band
 
L’indignazione non va in ferie: questa affermazione giustifica la scelta controcorrente di Renato Franchi di far uscire il suo nuovo singolo il 4 agosto 2025, in un periodo di vacanza e apparentemente non propizio alle nuove pubblicazioni. Tuttavia le immagini e le notizie del massacro del popolo di Palestina da parte del governo israeliano, trasmesse quotidianamente, hanno indotto il cantautore a diffondere il brano poiché l’indignazione nei confronti di questo dramma non può e non deve andare mai in vacanza.
Per Franchi la guerra, così come la violenza delle armi, è un atto disumano da respingere in ogni nostro gesto e va contrastata con la cultura, l’arte, la musica e il confronto di proposte e di idee. E quindi anche una canzone si può configurare come una doverosa azione politica, soprattutto quando le trattative per trovare una soluzione pacifica sembrano non andare a buon fine, come sta accadendo in queste ore.
Il genocidio - Renato non ha remore nell’utilizzare questo vocabolo - che sta avvenendo nella striscia di Gaza in Palestina è il risultato di criminali decisioni belligeranti ed è un solco doloroso e profondo in ogni cuore democratico, una lama tagliente che lacera ogni speranza di pace. È inaccettabile il contrasto tra le grandi mobilitazioni pacifiste in corso in tutto il mondo ed il silenzio dei media al servizio dei potenti della Terra, che soffocano la voce di chi invoca la fine di un conflitto causa di morte per donne, uomini, anziani e bambini. 



Ed è insopportabile l’acquiescenza di chi non prende posizione nei confronti di questa tragedia.
Da mesi Franchi desiderava fornire un proprio contributo di denuncia e di riflessione con una canzone che esprimesse sdegno contro questo massacro. L’ispirazione per la composizione del brano è giunta qualche settimana fa, dalla lettura di un titolo sulla prima pagina del quotidiano “il Manifesto”: la scritta “Pane e piombo” lo ha folgorato e da ciò è nata la ricerca di una melodia e la scrittura di un testo. Nella stesura delle liriche il cantautore ha mantenuto l’impostazione cinematografica tipica della sua scrittura, creando una sequenza di immagini evocanti i terribili eventi che stanno avendo luogo a Gaza. Nel cantato delle strofe finali vengono messe in risalto le responsabilità ed il silenzio dell’Europa, che sullo sfondo assume un ruolo di complice della mano assassina che distrugge e nega il diritto alla pace. Nella sua solidità, il brano è un’invettiva esplicita verso i responsabili di questa tragedia e verso una politica fatta di menzogna e ipocrisia. Un distopico accordo chitarristico in Sol maggiore chiude il pezzo, evocando la prospettiva di un futuro indefinito e preoccupante, come monito ai distratti e agli indifferenti.



“Pane e piombo” vuole essere un contributo alla ricerca di una cultura di pace, senza armi e odio, che si affianca alla voce delle migliaia di persone che manifestano in tutto il mondo chiedendo la risoluzione del conflitto, e vuole ricordare le migliaia di morti causate da questa e da tutte le altre guerre. La speranza è che si interrompa al più presto il rumore assordante dei proiettili e si possa finalmente sentire nell’aria il profumo del pane. Questa idea è esplicitata nella copertina, che evidenzia il contrasto tra la distruzione e le macerie causate dai bombardamenti e l’immagine del pane appena sfornato, a simboleggiare una speranza di ritorno alla vita.
Il brano è stato presentato in anteprima lo scorso 20 luglio a Genova, in piazza Alimonda, in occasione della manifestazione in ricordo di Carlo Giuliani, e sarà disponibile dal 4 agosto su tutte le piattaforme digitali.


 
Il Testo


Pane e piombo” di Renato Franchi 
Etichetta L’Atlantide - 2025 


Sotto il cielo di Gaza
Hanno ucciso l’amore
Nei prati e nei campi
Non cresce più un fiore


Le madri di Gaza
Hanno in braccio un dolore
Un chiodo negli occhi
Per ogni bimbo che muore


Nelle piazze di Gaza
È tornato Re Erode

Con le sue spade di fuoco
A insanguinare le strade


Nei mattini di Gaza
Non volano gli aquiloni
Rombano gli aeroplani
Non giocano più i bambini


Crollano le Scuole
Moschee, Case e Ospedali
Mentre violentano i sogni
Brindano i generali


Sulle spiagge di Gaza
ora brucia anche il mare
In questa sporca guerra
che non vuole mai finire


Carri armati al confine
Piombo e pane al tramonto
Sotto il fuoco assassino
L’umanità sta morendo


Nella striscia di Gaza
Anche Dio non ci sente
In questo massacro
Di gente innocente


Nei mattini di Gaza
Non volano gli aquiloni
Rombano gli aeroplani
Non giocano più i bambini


Crollano le Scuole
Moschee, Case e Ospedali
Mentre violentano i sogni
Brindano i generali


È genocidio a Gaza
Con le bombe israeliane
È genocidio a Gaza
Con le armi americane
È genocidio a Gaza
Lì nel Medio Oriente
È genocidio a Gaza
Nel silenzio dell’Occidente
 
È genocidio a Gaza
Con le bombe israeliane
È genocidio a Gaza
Con le armi italiane
È genocidio a Gaza
Lì nel Medio Oriente
È genocidio in Palestina
Nel silenzio dell’Occidente

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