NUOVE AVVENTURE MILITARI
ITALIANE IN CORNO D’AFRICA
di Antonio Mazzeo
L’Italia ha
donato all’esercito somalo 54 mezzi da guerra di seconda mano nell’ambito di un
programma di cessione di equipaggiamento che include anche vestiario e altre
dotazioni militari. La consegna è avvenuta a Mogadiscio lo scorso 5 marzo: si
tratta di autocarri e veicoli multiruolo corazzati MAV 5 4x4 prodotti dalla
Carrozzeria Boneschi Srl e da Iveco Spa, in grado di trasportare sino a sei
persone e utilizzati la prima volta dalle forze armate italiane proprio in
Somalia nel 1993, con l’Operazione Ibis. I mezzi saranno utilizzati dalle forze
armate somale in attività di ordine pubblico e contro le milizie
anti-governative degli al Shabaab.
Attualmente l’Italia partecipa alla missione
d’addestramento EUTM Somalia (European Union Training Mission) dell’Unione
europea, con 78 militari impiegati in vari ambiti. “Oltre alla formazione
militare di base, a quella specialistica e a quella finalizzata alla
leadership, EUTM fornisce al ministero della difesa ed alle forze armate
nazionali della Somalia consulenza strategica sullo sviluppo del settore della
sicurezza, anche per quanto riguarda la gestione del personale, la
pianificazione strategica e la legislazione relativa alla difesa”, spiega il
Ministero della difesa. Prorogata dal Consiglio dei ministri degli esteri
europei fino al 31 dicembre 2016, la missione Ue ha contribuito sinora alla
formazione di circa 4.000 militari somali e opera in stretta collaborazione con
il Comando militare statunitense per il continente africano (US AFRICOM) ed
AMISOM, la missione militare dell’Unione africana in Somalia. Dal gennaio dello
scorso anno la base di EUTM è stata trasferita dall’Uganda nel complesso
portuale-aeroportuale di Mogadiscio, mentre tutte le attività addestrative sono
condotte presso il Jazeera Training Camp, sito a una ventina di chilometri
dalla capitale. EUTM comprende a sua volta due missioni Ue complementari:
EUNAVFOR Somalia - Operazione Atalanta contro la pirateria al largo delle coste
somale ed EUCAP Nestor “per lo sviluppo delle capacità nel settore della
sicurezza marittima nel Corno d’Africa e nell’Oceano indiano occidentale”. Dal
6 agosto 2014 al 3 marzo 2015, l’Italia ha dispiegato per EUNAVFOR
nell’aeroporto di Chabelley, Gibuti, i velivoli a pilotaggio remoto Predator A+
del 32° Stormo dell’Aeronautica. I droni sono stati impiegati in ben 28
interventi (con oltre 300 ore di volo) per la raccolta dati d’intelligence, la
ricognizione e la sorveglianza in mare e sulla terra ferma.
Le forze armate italiane guidano da più di due anni le
attività di EUTM in Corno d’Africa. Dall’8 marzo scorso, Bruxelles ha nominato
comandante della missione il generale di brigata degli alpini Antonio Maggi,
che ha sostituito il gen. Massimo Mingiardi. “EUTM Somalia rischia di fallire
nelle sue finalità addestrative e di equipaggiamento del Somali National Army
(SNA) se gli Stati Uniti e l’Unione europea non assicureranno congrui
finanziamenti a lungo termine”, ha dichiarato il gen. Mingiardi, prima di
lasciare il proprio incarico. Nello specifico, il militare ha invitato
Bruxelles ad impiegare i 2,5 milioni di euro stanziati nel 2015 per EUTM,
nell’acquisizione di attrezzature “non letali” e nella costruzione in Somalia
di caserme, alloggi e altre infrastrutture. Intanto, lo scorso mese di
febbraio, i militari italiani di EUTM
Somalia hanno donato una serie di attrezzature ai soldati somali che
hanno frequentato i corsi tenuti a Mogadiscio: blu guns (repliche di armi in
plastica blu, necessarie per l’addestramento di base individuale e di squadra),
scudi e caschi protettivi, maschere antigas e altri accessori per le operazioni
anti-sommossa e di ordine pubblico. Nell’aprile 2014, l’Italia aveva consegnato
alle forze di polizia somale pure 30 veicoli blindati.
Decine di ufficiali somali sono addestrati in questi mesi
a Livorno presso le apposite strutture del Comfose, il Comando Forze Speciali
dell’Esercito, dagli incursori del 9°
Reggimento d’Assalto “Col Moschin”, reparto d’eccellenza della Brigata Folgore.
Le attività rientrano nel programma di cooperazione militare rivolto alla
Somalia, avviato dopo la firma a Roma, nel settembre 2013, di un Memorandum
bilaterale nel settore Difesa e gli accordi messi a punto con la visita a
Mogadiscio, il 10 ottobre 2014, dell’allora Capo di stato maggiore, ammiraglio
Luigi Binelli Mantelli. Contestualmente ha preso il via a Gibuti la missione
addestrativa MIADIT dell’Arma dei Carabinieri, “volta a favorire la stabilità e
la sicurezza della Somalia e dell’intera regione del Corno d’Africa,
accrescendo le capacità nel settore della sicurezza e del controllo del
territorio da parte delle forze di polizia somale”. I moduli formativi per
150-200 agenti somali alla volta, hanno una durata di 12 settimane e sono
curati da un team di 30 militari dell’Arma. L’ultima fase di MIADIT ha preso il
via il 24 febbraio scorso ed è stata estesa pure a 40 elementi delle forze di
polizia gibutine con istruttori provenienti dal GIS - Gruppo Intervento
Speciale (specializzato in operazioni antiterrorismo), dal 1° Reggimento
Paracadutisti “Tuscania” e dai ROS dei Carabinieri. Nell’ambito dell’accordo
sottoscritto tra le forze amate italiane e quelle di Gibuti, nel giugno dello
scorso anno sono stati consegnati al piccolo paese africano pure sei blindati
4x4 “Puma” e una decina di obici semoventi M-109L da 155 millimetri prodotti da
Oto Melara, dismessi in Italia dopo l’acquisto dei nuovi semoventi Pzh-2000.
Il decreto del governo Renzi del 10 febbraio scorso che
ha rifinanziato le missioni militari all’estero fino al 30 settembre 2015, ha
destinato complessivamente 21.235.771 euro a favore di EUTM Somalia, EUCAP
Nestor, al funzionamento della base logistica dell’esercito italiano a Gibuti
(operativa dal 2013) e alla proroga dell’impiego di personale militare in
attività di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane. Altri 29,4
milioni di euro sono stati stanziati per la partecipazione delle unità navali
della Marina alla missione antipirateria “Atalanta” nel Golfo di Aden. Fuori bilancio
la spesa necessaria ad aprire, quest’anno a Mogadiscio, una missione autonoma
italiana di “consulenza e assistenza militare” delle forze armate somale, come
auspicato dai vertici della difesa qualche mese fa.
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PAGINAUNO
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