LIBRI
IL FALCO PELLEGRINO
Una fuga dalla libertà
di Angelo Gaccione
La copertina del libro |
Come l’amore, il tema della
libertà è universale in letteratura, e i narratori vi si sono ampiamente
ispirati e sempre lo faranno: perché l’anelito alla libertà è insopprimibile e
prima che un valore sociale, la libertà è un’esigenza umana connaturata
all’uomo come il suo respiro.
Franco
Celenza che è molte cose insieme, narratore, poeta, saggista e uomo di teatro,
questa volta ci consegna un apologo contemporaneo sulla libertà e la sua
avventura, usando lo strumento della favola. Avrebbe potuto scrivere un dramma
su questo tema e mostrarne drammaturgicamente tutti i risvolti, attraverso la
coralità delle voci, ed invece no. Forse aveva davanti agli occhi le tremende performance dei miei amici del Living
Theatre, che con la loro spietata crudeltà annientavano gli spettatori,
mostrando sui corpi degli attori le bastonate e le sevizie inferte dagli
aguzzini, che della libertà hanno avuto sempre paura. Ha preferito il ricorso
alla favola Celenza, perché trasferendo su un piano più simbolico e astratto,
facendo agire in un unicum umani,
mondo vegetale e mondo animale, il suo discorso diventasse corale, libero,
inventivo, e gli permettesse di oltrepassare ogni limite fissato dalla
effettualità. Com’è noto, la favola è un mondo a sé, un mondo dove tutto è
possibile, dove ad agire possono essere gli elementi più diversi della natura,
possono animarsi, acquisire il dono della parola, ragionare, proporre le
soluzioni più ardite o indicare una possibilità mai sperimentata prima.
Nella favola
di Celenza è una serra ad animarsi, una serra di fiori destinati a vivere lo
spazio di un mattino, perché la loro bellezza, i loro fantasiosi colori devono
far mostra nelle case di città: devono ornare, ingentilire, rallegrare, così
come devono accompagnare gli eventi e le cerimonie degli uomini. Battesimi,
comunioni, matrimoni, anniversari, lutti... per tutti questi, ed altri eventi,
i fiori rivestono un ruolo irrinunciabile, e dunque la loro è un’esistenza
effimera, un’esistenza che non avrà mai la gioia di vedere ciascuno di loro “appassire in pace sul proprio stelo”. A
questa condizione miserabile la zucca cercherà di dar voce e coscienza,
proponendosi come teorica e guida e preparare la rivolta contro le forbici
inesorabili. Preparare la strategia della fuga e la rinascita senza più timore,
in mezzo ai campi liberi e sotto il cielo vivido e lucente che l’esistenza
nella luce artificiale delle serre non consente.
Rompere i
tendoni è ora un obbligo morale. Osare è tutto, e rassegnarsi è essere già
morti. La fuga ci sarà, ma gli esiti non saranno dei migliori. La libertà costa
fatica, sacrifici, dolori. Si mettono in moto dinamiche e pratiche di potere
non dissimili da quelle che la storia delle rivoluzioni ha conosciuto come
perverse. Un crudele e disilluso ritorno all’ordine sancisce l’ineluttabilità
del principio di realtà, contro ogni desiderabilità possibile, contro ogni
aspirazione all’utopia.
Franco Celenza
Il falco pellegrino
Una fuga dalla libertà
Puntacapo
2017
Pagg. 80 €
10,00