di Giuseppe
Bruzzone
Intanto una considerazione generale. Se fino ad
oggi sono scoppiate una serie di guerre, anche fatte compiere da terzi, in
varie parti del mondo, ne scoppiasse una "nucleare" con l'utilizzo di
queste armi, creata, nei fatti, con il risparmio della nostra violenza di
singoli cittadini, capitalizzata e alienata dai vari stati, non sarebbe una
guerra come le precedenti. Potrebbe anche darsi che nessuno potesse registrarla
o averne voglia di farlo. Perché una guerra nucleare sia pure tra due stati,
coinvolge nella morte, anche cittadini di altri stati non in guerra. Si produrrebbe, inoltre un livello di distruzione,
reciproca, mai avvenuta nel passato, anche recente, e una distruzione
dell'ambiente con ripercussioni climatiche che possiamo solo immaginare per la
loro negatività, per tutti. Penso allo studio dei Medici antinucleari
riguardante una potenziale guerra tra India e Pakistan, ad esempio, ancora in conflitto
tra loro per confini regionali, presentatesi anche ultimamente. Da sole, queste
"anomalie", per cui i danni di una guerra riguarderebbero anche altre
persone di stati non belligeranti, sia pure tralasciandone l'aspetto umano,
dovrebbe interessare quei giudici della Corte internazionale dell'Aja sui
crimini contro l'Umanità. Oggi c' è un Trattato, in corso di approvazione,
firmato da 122 stati che in un suo articolo proibisce la detenzione, lo studio,
la trasformazione, il trasferimento delle armi nucleari, cui non hanno aderito
le potenze nucleari che evidentemente si sentono diverse dal resto del Mondo,
in questa palla rotante nell'Universo che non avrebbe nessun problema a ruotare
anche senza i suoi abitanti umani. Chi da il via libera a queste guerre, come
pensa sia la situazione dopo una guerra nucleare? Le persone
"ricomincerebbero" a vivere come niente fosse?
Ci sarebbe un altro
processo di "Norimberga"? Sarebbe un film già visto o invece sarebbe
nettamente un film dell'orrore mai visto così esteso? E noi cittadini che
abbiamo delegato la nostra violenza allo stato perché possa utilizzarla per una
guerra che rivela che la "difesa" non c'è più e che, in fondo, non c'è
mai stata? "Difesa" che distruggerebbe lo stato e te cittadino, non ti
indurrebbe ad altre scelte? Riprendere
la tua violenza, sentirtene responsabile come lo sei all'interno dello stato,
sentirti autenticamente stato, come una sua parte. Aprirti agli altri pensando
alle persone cui vuoi bene e che desideri continuino a vivere anche dopo te,
perché hai già una certa età, perché la vita è questa. E la devi vivere con
intensità perché è anche la tua libertà che non sovrasta quella degli altri. Ma
insieme a loro puoi costruirne una nuova che la esalta e non ne distrugge
nessuna, perché altrimenti distruggeresti te stesso. Capiresti, forse, anche
come la morte si accompagni a te, vivo, e che non sono gli altri che ti
vogliono far morire per costringerti alla "difesa". Questo essere
stato, senza alcuna violenza esercitata su chicchessia, ma con la padronanza di
te stesso, sempre insieme agli altri, sarebbe l'umanizzazione dello stato. Non
un gruppo immateriale di persone capace di accettare omicidi o guerre di
qualsiasi tipo per ragioni di convenienza o dimostrazione di forza che gli si
ritorcerebbero contro.