Aforismi per un giorno
solo
di Nicolino Longo
Con questa carrellata di
aforismi, “Lettura/ 33”,
mi avvio a chiudere, per motivi di salute, quel cerchio che, l’anno
scorso, in aprile, Angelo Gaccione mi aveva onorevolmente invitato ad aprire. Nel
farlo, ringrazio lo stesso Gaccione per avermi fornito, durante tutto l’anno,
anche l’incentivo a produrli, e, nello stesso tempo, tutti i collaboratori
della rivista che li hanno, forse, apprezzati o, cosa più probabile, biasimati,
dacché, dopo averli pubblicati, parecchi di essi non me li sono sentiti più corrispondere.
Resterò, tuttavia (dopo aver pubblicato, anche quelli di “risulta”), a
disposizione del prezioso organo di stampa per qualche altro eventuale aforisma
del giorno, della settimana o del mese. Un abbraccio, pertanto, fortissimo, a
tutti i lettori e collaboratori di “Odissea”, a Gaccione in particolare, nonché
a Laura Margherita Volante, mia compagna di viaggio, in quest’iter
aforistico-odisseico), con un sincero augurio di buon proseguimento nel lavoro
di scrittura, che, di molti, ho tanto apprezzato, tesaurizzandone,
proficuamente e gaudentemente, il portato dei contenuti.
Ad maiora, dunque, ab imo pectore.
Nicolino Longo - 31 marzo
2019-Ad maiora, dunque, ab imo pectore.
1.“Ho visto giovani fare i
disoccupati per non perder tempo a lavorare.
Poveri
vecchi bisognosi d’occhiali, accontentarsi delle occhiaie.
E
fiumi, nei propri letti, anziché dormire, camminare”.
2.“Mi piace il rischio, ma
non la morte. Eppur sempre in curva
mi
sorpasso”.
3.“Lei a lui: -Non mi
lasciare, ti prego, voglio vivere al tuo fianco-
Ma
lui le lasciò il fianco, e partì ugualmente”.
4.“I fiumi: sono i capezzoli
della terra, cui i mari, eternamente bimbi,
poppano”.
5.“Il Sole: fiammifero con cui l’est accende il giorno”.
6.“Nel profondo Nord, son
spariti i lupi e rimasti i lupanari.
Nel
profondo Sud, son spariti i lupi e rimaste le lupare”.
7.“Gli Usa: dalla Seconda
guerra mondiale ad oggi, non han fatto che
perdere
il proprio tempo ad acchiappare una Mosca”.
8.“Il
ricco non si cura del povero, e non sa che deve proprio alla povertà
del povero la propria
ricchezza. Il ricco quindi è come la scarpa,
che cammina e non sa che è il
piede che la fa camminare”.
9.“Insonnia: tutta una notte a
fissare il cielo d’una stanza. Il letto
a
russarmi sotto le spalle”.
10.“Cronicità
d’un amore: c’è una donna in me che non tramonta mai.
Quando tramonta in un occhio,
già risorge nell’altro”.
11.“Follia:
lei a volerlo incontrare correndogli dietro. E lui a volerla
raggiungere avendola alle
spalle”.
12.“Sedersi, quando si è stanchi, è come fermarsi ad aspettarsi”.
13.“L’aspirante suicida: è un contabile
che giorno dopo giorno
tira le somme della sua vita. Può
capitare, però, che tutt’a un tratto
più non disponga degli addendi per
farlo. Ed è allora che lui
anziché tirar le somme, tira le
cuoia”.
14.“I
fiori: sorrisi di donna su bocca di pianta”.
15.“Quante
volte, per stanchezza, non potendo passeggiare, mi siedo
e chiamo le strade a passarmi
sotto i piedi”.
16.“Il lavoratore inde/fesso: per il lavoro saltava i pasti; ma,
nel
saltarli, diventò un atleta, primo posto, categoria skeletri”.
17.“I
figli sono come foglie; sono i fogli i veri figli”.
18.“Il
nostro Pianeta viaggia su due ruote: la Luna e il Sole. Ed ha
una motrice sola: la donna, nel
cui quadro entra e gira
una sola chiave: l’uomo”.
19.“L’amore:
è l’unica malattia che ci mette a letto senza essere ammalati”.
20.“La
pazzia di molti alberi: in giacca e cravatta in primavera ed estate.
Spogliarellisti e nudisti, in
autunno ed inverno”.
21.“Una
gazzella: voleva, nella corsa, seminare la propria ombra,
ma non ci riuscì. Vi riuscì,
invece, una lumaca, grazie a una nuvola
postasi davanti al sole”.
22.“Lamento
di un povero: Mi manca il pane. Mi manca
l’acqua.
Mi manca tutto. Ciò che ho, è solo il Mi manca”.
23.“Più
non bado a direzioni. Seguo l’andare. Non più mi premono
traguardi. Né lo starmi alle
calcagna a darmi fretta o retta.
Retta ora do solo al mio
abitarmi accanto”.
24.“Il
vento sfoglia gli alberi. Per leggerne, fischiando, i rami”.
25.“Il
cuore è come un animale feroce. Quando
s’innamora può
combinare qualsiasi cosa. Ecco
perché, dunque, ognun di noi
lo tien chiuso, nella gabbia
toracica”.