di
Angelo Gaccione
La lapide di Pinelli sfregiata |
Lo
scorso dicembre era stata posata in Piazza Segesta a Milano, da parte del
Comune, alla presenza del Sindaco, di varie autorità, dell’ANPI, di
antifascisti milanesi (c’eravamo anche alcuni di noi di “Odissea”), di
cittadine e cittadini fra i più diversi. In quella occasione, come avevamo
documentato su queste pagine pubblicando anche le foto, è stata piantata anche
una quercia rossa in onore di Pinelli. La città medaglia d’oro della Resistenza
lo ricordava degnamente anche per la sua attività di giovane staffetta
partigiana, oltre che per tutto quanto è avvenuto in quelle insanguinate
giornate del dicembre del 1969, passate alla storia come Strage di Stato e che
a Pinelli costarono la vita. Ma c’è un’anima nera che si annida in questa
città; un’anima nera e criminale che non si è riusciti a rimuovere del tutto, e
di tanto in tanto alza la testa ed esce dalle fogne. Ci sono delle forze
politiche che a questa anima nera fanno da sponda; sono le destre salviniane;
senza questa destra becera, i topi da fogna che hanno sfregiato la lapide, non
avrebbero a disposizione la cloaca fetida in cui sguazzare.