GLI AUGURI DI ODISSEA A LORENZA FRANCO
Lorenza Franco |
Lunedì 24 febbraio la poetessa e traduttrice Lorenza Franco compirà 88 anni. “Odissea”
nel formularle i più affettuosi auguri e nel complimentarsi con il suo vigore
fisico e intellettuale, le rende omaggio pubblicando alcuni testi poetici
inediti e un paio di foto che i nostri lettori di sicuro apprezzeranno. I
festeggiamenti, organizzati dal figlio Giovanni, avranno luogo al Centro
Culturale Candide di Milano alla presenza di una selezionata cerchia di amici.
L’UVA
Se
prima di staccarlo con le dita,
un
grappolo accarezzi con la mano,
tu
proverai un sentimento strano,
e
tutta la pienezza della vita.
Gonfio
ogni acino di tanto amore,
che
dalla terra fluì nella pianta,
con
la dolcezza sua ognor t’incanta,
a
baciarlo t’invita il suo turgore.
È
larga e protettiva la sua foglia,
che
fra i sussurri del vento respira.
S'incoronò
di pampini quel dio,
che
ancora a festeggiar ognuno invoglia,
e
con la coppa spumeggiante attira
chi
vuole consolarsi nell’oblio.Lorenza |
IL CORAGGIO
Se il nemico hai il coraggio d'affrontare,
molti alleati fai presto a trovare.
Ma se poi quello passa al contrattacco,
rimani solo a sopportar lo smacco.
Questo, lo so, è un discorso prolisso,
a un Tal già capitò, e fu crocifisso.
quell'Altro invece, è cosa risaputa,
a bere fu costretto la cicuta.
Lorenza |
FEDELTÀ
SÌ, FEDELTÀ NO
“Ciò che va perduto nelle comuni traduzioni,
siano
esse buone o perfino eccellenti, è il meglio”
(Schlegel: Frammenti critici e poetici
Quando
la traduzione è letterale,
il
cuore del poeta non rivive,
nella
tomba del testo originale
lo
lascia scrupoloso chi trascrive.
Di
feticismo è manifestazione
del
traduttore la stretta aderenza
al
testo che non ha più ispirazione,
e
del mistero non coglie l’essenza.
Relegato
in un sonno senza sogni,
il
canto originale resta muto,
della
freschezza tradisce i bisogni,
sottrae
all’arte il debito tributo.
La
silloge è infedele ma attuale,
cambiano
i suoni da una lingua all’altra,
rifiuta
la prigione testuale,
la
penna che il dettato ti ribalta,
ritrovando
la musica nascosta,
facendo
i dovuti arrangiamenti,
cambiando
le parole a bella posta,
ma
rispettando i poetici intenti.
E
senza forzature sia la rima
che,
carezzante, conduce la danza,
facendo
sì che il testo si redima
dalla
banalità dell’osservanza.
Dei
versi il “trasporto” trascendendo
per
inseguir poetici concetti,
mentre
l’orchestra esegue il crescendo,
d’Elicona
trionfano i precetti.