UNA VERGOGNA
di
Vincenzo Rizzuto
Ancora
in piena pandemia, con gli ospedali sotto pressione per reparti di terapia
intensiva che minacciano di andare in tilt, una masnada di giovinastri senza
memoria e con il ‘cerebro pieno di scurrili indigeste dicerie’, come avrebbe
detto il buon Omero, aveva riempito come un uovo alcuni spazi della nostra
città: stavano a centinaia gli uni addossati agli altri, senza mascherina,
incuranti della pestilenza millenaria, che da due anni ormai miete vittime in
ogni luogo e di ogni età.
Questi
scalmanati, come animali senza ragione, stando attaccati gli uni agli altri,
gozzovigliavano con bottiglie di birra e bicchieri di vodka per festeggiare,
credo, la sofferenza di quanti sono ricoverati nelle corsie degli ospedali a
combattere tra la vita e la morte; o forse per festeggiare il dolore delle
famiglie delle 134.000 vittime, che in due anni abbiamo registrato sulla nostra
pelle.
Quei
giovinastri ieri hanno dato luogo ad uno spettacolo indegno, spregevole, segno
di immaturità, ma soprattutto di insensibilità verso chi ha sofferto e soffre.
C’è
voluto addirittura l’intervento dell’esercito per disperderli mentre si
ribellavano a branchi come lupi affamati: una vergogna, una vera negazione dei
principi fondamentali del vivere civile.
Le
cause profonde di tutto questo sono da ricercare in parte, credo, nell’assenza
di assunzione di responsabilità delle famiglie, nella debolezza dell’azione
formativa della scuola, ma anche in un corpo sociale ormai tutto teso al
consumismo e all’edonismo sfrenato, che hanno eroso in profondità il sentimento
della solidarietà.
Sì,
non c’è più solidarietà, perché quegli stessi giovani che ieri, come lupi
affamati, si accalcavano opponendosi con rozzezza anche alle Forze dell’Ordine
nella nostra città come nelle altre, non erano solidali non solo fra loro
stessi, ma neanche con i loro genitori, con i loro nonni, perché li mettevano
in pericolo esponendoli alla morte.
E
lo facevano alla stregua degli scalmanati che a Pordenone, qualche giorno
addietro, andavano ad assaltare l’ospedale come no-vax.
Non
sono un credente, almeno nell’accezione corrente, ma questo non mi impedisce di
utilizzare l’affondo cristiano verso chi agisce in modo del tutto irrazionale,
perciò diciamo pure, solo, però, entro certi limiti:
‘Perdoniamoli perché non sanno quello che
fanno’.