DERIVE
di Vincenzo Rizzuto
Il poeta e patriota Vincenzo Padula |
Forse Vincenzo Padula non
avrebbe gradito…
Acri. Forse Vincenzo Padula non avrebbe gradito
che a suo nome si desse un premio per la saggistica a Sgarbi, un personaggio di
bandiera della Destra camaleontica più squallida, che ha costruito la sua
fortuna mediatica attraverso le strategie più spregiudicate, nelle quali il
ricorso allo scandalo rozzo e fastidioso è andato sempre molto più al di là
delle sue pur pregevoli doti di storico dell’arte. Il premio Padula, infatti,
fin dall’inizio è stato sempre connotato da chiara e forte tenuta critica,
fedele alla sua finalità istituzionale: promuovere la cultura, sentita come
impegno civile, declinato soprattutto per il riscatto e la difesa dei più
deboli, così come lo stesso Padula ha sostenuto nei suoi scritti più importanti,
scritti, di coraggiosa denuncia sociale contro i soprusi di sempre, che gli
costarono l’assassinio del giovanissimo fratello Giacomo da parte delle
famiglie più potenti e vessatorie del tempo. Quelle famiglie, come la Destra
neofascista di oggi, non possono essere premiate proprio a nome del Padula: è
un’operazione che stride, che ci procura dolore nel profondo dell’anima, il
tutto detto senza acredine ma con sincero, profondo disappunto. Ci rendiamo
conto che nel tempo odierno la sinistra ha perso la bussola, che la Destra più
becera regna sovrana al Governo centrale e regionale; che anche i vari Calenda
con i ragazzi di Rignano smaniano per essere accolti nei Palazzi dove sguazza
Sgarbi, ma questo non può giustificare uno sbracamento generale, un disarmo
totale di ogni tenuta democratica: pena la pericolosa disperazione, che
spingerà le masse autoconvocate a scendere in piazza come sta avvenendo a Palermo
e altrove.