ELEZIONI REGIONALI IN LOMBARDIA:
DELUSIONE
di Vittorio Agnoletto*
Noi continuiamo nel nostro lavoro a
difesa della sanità pubblica.
Con lo
splendido gruppo di Medicina Democratica abbiamo lavorato per oltre un anno per
unire tutta l'opposizione attorno ad una piattaforma in difesa della sanità
pubblica, con l'obiettivo di cacciare Fontana e Moratti. Il primo incontro con
tutte le forze di opposizione, quando tra loro non si parlavano, è
avvenuto il 4 novembre all’Arci Bellezza a Milano, proprio alla presentazione
dei 23 punti sulla sanità pubblica elaborati da “Dico32 - Campagna per il
diritto alla Salute”. Ci siamo impegnati allo spasimo per creare contatti, per
“mettere insieme.” E ce l’avevamo quasi fatta! Successivamente, insieme a
centinaia di operatori della sanità pubblica che si erano detti disponibili a
dare una mano concretamente, abbiamo costruito la rete “Curiamo la Lombardia”.
C’era un grande entusiasmo. Per molti e molte era la prima volta che decidevano
di buttarsi in politica, in nome della difesa di quel Servizio Sanitario
pubblico al quale dedicano la loro vita professionale, e dove hanno operato in
questi due anni terribili, nonostante i disastri causati dal governo regionale.
È stato un percorso complicatissimo, convincere le colleghe e i colleghi
medici, infermieri, operatori socio sanitari, ma anche operatori sociali,
educatori, avvocati, insegnanti, professori… che potevano avere fiducia in un
percorso che si poneva l’obiettivo di garantire davvero a tutte e a tutti
la tutela della salute individuale e collettiva in Lombardia. Poi arriva il
macigno. Ci ritroviamo il direttore sanitario del Galeazzi- Sant'Ambrogio del gruppo
S. Donato, uno dei principali gruppi della sanità privata a livello nazionale,
come capolista della lista del candidato presidente. Non è una cosa da nulla.
Di quel gruppo ci siamo occupati spesso con la trasmissione “37e2” a Radio
Popolare.
Chiedete ai cittadini quanti di loro si sono trovati cancellati -
proprio dalle strutture del gruppo S. Donato, delle quali Pregliasco è
direttore sanitario - da un giorno all'altro visite ed esami fissati con
il Servizio Sanitario pubblico, ricevendo come unica indicazione quella di
riprenotare le visite nel nuovo ospedale del gruppo dove allora erano a
disposizione solo visite private. Chiedete cosa ne pensano i parenti delle
numerosissime vittime decedute al Pio Albergo Trivulzio-PAT che - insieme a
“Felicita” Associazione per i diritti nelle RSA - hanno ascoltato il dott.
Pregliasco, nominato il 24 aprile 2020 supervisore scientifico del PAT,
difenderne l’operato, fino ad arrivare a dichiarare il 7 maggio, a proposito
delle denunce dei familiari: “Credo davvero che sia stata creata una panna
montata legata alla comprensibile sofferenza e angoscia dei parenti...”. Il
giorno della ufficializzazione della sua candidatura Pregliasco dichiara che a
suo parere: “La risposta della sanità lombarda alla pandemia è stata buona…”. Come
diavolo è saltato in mente di candidare un tale personaggio? Abbiamo raccolto
centomila firme per chiedere il commissariamento della regione per i disastri
che la giunta Fontana ha combinato durante la pandemia! Questa candidatura ha
fatto saltare in aria tutto il nostro lavoro di mesi. Un segnale pessimo.
Immediatamente siamo stati sommersi da decine di messaggi di colleghi e
colleghe della rete che avevamo costruito: così non ci stiamo più. Candidano un
simbolo di quelle scelte che quotidianamente, nel nostro lavoro, mortificano i
principi della sanità pubblica. È un errore clamoroso ed inaccettabile, una
scelta sbagliata e anche perdente per i danni che fa, riducendo le possibilità
di coinvolgere molte e molti che a fatica si stavano avvicinando. Ai tanti e
tante che mi dicono: ma tu candidati comunque, nella coalizione o fuori dalla
coalizione, abbiamo bisogno delle tue competenze, rispondo di no. Sono stato
parte di un percorso comune che purtroppo è stato contraddetto, in modo
improvviso e folle. Un percorso che aveva messo a disposizione di tutti
incredibili risorse che potevano rappresentare una grande opportunità per
arrivare ai molti e molte che non credono più alla politica. Inoltre, anche sul
piano personale, non posso essere candidato a fianco di Pregliasco e di chi
sostiene che la Regione Lombardia ha lavorato bene durante la pandemia. Mi
spiace. Io non credo ai salvatori della Patria. È stato un percorso collettivo
e purtroppo è stato bloccato. Io continuerò con il mio lavoro quotidiano a
difesa della sanità pubblica, di denuncia e informazione. Anche da fuori del
Consiglio regionale, come ho fatto in tutti questi anni. Confermo la mia stima
per molti e molte che rimangono impegnati direttamente nella campagna
elettorale, dentro o fuori dalla coalizione. A chi sarà coinvolto in prima
persona nella campagna elettorale contro Fontana e Moratti, continuerò a
mettere a disposizione tutte le informazioni, denunce, ricerche e indagini fatte
in questi anni da tutte le nostre Reti.
*medico,
esponente di Medicina Democratica