SPIGOLATURE
di
Angelo Gaccione
La Ca’ Brutta
Voi non ci crederete, ma Milano ha
una Ca’ Brutta. Nessuna città ammetterebbe pubblicamente di avere un difetto e
di esibirlo in pubblico, eppure se vi troverete a percorrere a piedi un tratto
di strada della via Turati e non vi farete stordire dal traffico, non potrete
fare a meno di notare una gigantesca arcata a tutto sesto e due oculi
altrettanto grandi di un portale aperto che raccorda due edifici enormi che da
via Turati curva verso via della Moscova. Ad averla definita “Casa Brutta” ci
ha pensato il popolo milanese con il suo dialetto, come fanno tutti i popoli
quando vogliono ironizzare o dissentire in maniera lapidaria e secca. È con
questo appellativo ve la troverete squadernata su un totem che ve la segnala.
Quando a Parigi ci fu la strage dei fanatici musulmani contro la redazione
libertaria del giornale satirico “Charlie Hebdo”, ci trovammo sotto la sede del
loro Consolato per
portare la nostra solidarietà. Nella via Privata Cesare Mangili che affaccia negli interni del
complesso della “Ca’ Brutta”. La Maison Laide la
chiamavano i nostri amici francesi, e a me quel laide mi suonava male e troppo spregiativo,
mentre nel lessico meneghino in questa locuzione c’è un che di affettuoso e di
bonario che altre pronunce non rendono nella sua perfetta efficacia.
Il totem ci informa che si tratta di un edificio dei primi anni Venti del Novecento di stile “modernista” ideato dall’architetto Giovanni Muzio con il contributo di Pier Fausto Barelli e Vittorino Colonnese. Una sorta di “manifesto” di quello che sarà poi identificato come un vero e proprio movimento in architettura e del suo stile. Può darsi che i milanesi non gradissero il gigantismo della costruzione in un’area in cui scorreva il Naviglio e dove c’erano ville e giardini, e la trovassero per molte ragioni eccessiva. Ad ogni modo ora la Ca’ Brutta è lì, con la sua imponenza, le sue nicchie, i suoi archi, i suoi timpani, le sue balaustre e la sua rigidità metafisica. Considerando che nelle sue viscere scorre la Metropolitana e lungo il suo perimetro scivolano tram, autobus e veicoli di ogni sorta, un indiscutibile vantaggio ce l’ha: preserva uffici e abitazioni dal rumore che qui è davvero elevato, ed offre ai corpi interni il privilegio della quiete.