MUSICA
di Gabriele Scaramuzza
Nabucco
all’Arena di Verona
La stagione lirica
estiva è stata inaugurata con Nabucco
di Verdi, opera peraltro di casa all’Arena di Verona. Mi riferisco
trasmissione su Rai3 del 21 giugno, Festa Europea della Musica 2025. Tra i
presenti si notavano, oltre al ministro Giuli, Angela Merkel. Ha da subito
colpito il palese nazionalismo della rappresentazione: Fratelli d’Italia, inno nazionale mediocre nella musica e nelle
parole, ha aperto lo spettacolo; sul proscenio c’erano tre gruppi di coristi,
ognuno contrassegnato da un colore diverso: bianco, rosse e verde. Nessun cenno
all’Inno europeo, di ben altra statura musicale e culturale. Quasi in gioco
fossero solo gli italiani.
Ora, Nabucco:
è rappresentato per la prima volta alla Scala nel 1842. Come mi conferma Anna
Foa, in quegli anni “l’emancipazione degli ebrei era in agenda”, un
tema importante per tutti, contrastata dalla Chiesa. Non si può farne
un’opera in cui gli ebrei sono visti solo come pallide controfigure di eroi
risorgimentali o peggio, quasi il loro ebraismo fosse solo un pretesto, una
pennellata di colore, in una storia al cui centro sta solo il popolo italiano.
Che Verdi avesse simpatie rinascimentali, che fosse anticlericale, si sa; ma
non è per nulla tutto lì. Entrambe le cose insieme dovettero portarlo a simpatizzare
per l’emancipazione degli ebrei. Che in ogni caso in Nabucco sono presenti in quanto tali, anche se si tratta di ebrei
di un’epoca lontana.
Che gli ebrei nel Nabucco, mi
scrive Emilio Sala, siano rappresentanti di una “patria perduta”, da essa
esiliati, non risolve il problema del loro “statuto”. L’associazione
“risorgimentale” con il popolo “senza patria” risolve solo metà del problema.
Conclude Fabrizio Della Seta: “Quanto a Nabucco,
non credo che l'alternativa sia Ebrei/Italiani del Risorgimento, e comunque una
interpretazione non esclude l'altra. Penso che ciò che appassionava Verdi
fosse il tema dell'oppressione e della libertà, comunque si ponesse”; “è
innegabile che Verdi abbia sentito e reso il soggetto con una partecipazione
non scontata, quali che fossero le sue motivazioni, che d'altronde non sono
necessariamente esclusive; la causa nazionale e la questione ebraica sono
strettamente collegate.
Nabucco ha da sempre
profonde radici in me. I cori, gli accenti di taluni protagonisti, momenti
quali - ahimè, pochi me lo perdoneranno - la marcia funebre di Fenena, di
sapore bandistico (ripresa se ben ricordo anche da Testori), l’ampio respiro musicale
del dramma, lo fanno emblema di una profonda liberazione. La sua conclusione ne
fa un inno a profondi valori ebraico-cristiani oggi calpestati, sovvertiti con
disprezzo (anche in ambienti ebraici) - assieme ai valori greco-romani che
danno fondamento etico ed esistenziale alla nostra civiltà.
All’Arena la regia, le scene, i costumi, alcuni
momenti musicali (senza nulla togliere alla dignità di taluni interpreti) mi
risultano incomprensibili, “brutti” francamente; e tali da cooperare alla
insensata distruzione di un mondo culturale, non certo alla valorizzazione
dell’opera. Poche cose più indisponenti dell’intento di “rinnovare” le opere
con regie attualizzanti, quasi non avessero in sé una loro sostanza musicale e
culturale sufficiente a tenerle in vita.
Certo, c’è guerra, l’aggressione iniziale
di Nabucco, l’aggressività di Abigaille, il lamento cui segue l’ansia di un
riscatto non affidato alle armi, ma al ritorno a profondi valori ebraico-cristiani.
Ma nessun accento bellicista.
P. S. La recente Norma alla Scala
conferma la pervasività della mania di risorgimentalizzare e nazionalizzare
tutto: ai romani dell’originale sono sostituiti gli austriaci del Risorgimento,
non manca un tricolore che avvolge la salma di un patriota sacrificatosi per la
patria…. La scena è progettata intorno a prospettive della Scala. Le parole del
libretto, le indicazioni sceniche, la musica stessa, restano ovviamente quello
che sono, non si comprende come possano prestarsi a una simile trasposizione di
tempi e luoghi. Certo la musica si salva grazie a Fabio Luisi, taluni cantanti
sono all’altezza del loro compito. Ma l’insieme resta nella mia ottica astruso.
Temistocle Solera - Giuseppe Verdi
Nabucco
allestimento dell’Arena di Verona 2025
regia di Stefano Poda
direttore d’orchestra Pinches Steinberg
tra i molti interpreti che si alternano
Amartushin Enkhbat, Luca Salsi, Francesco
Meli
Anna Pirozzi, Anna Netrebko, Maria José Siri.