SPIGOLATURE
di Angelo Gaccione

Boris Vian
Il disertore.
Sono passati 71 anni dal quel 27
maggio del 1954 in cui il cantante francese Marcel Mouloudji eseguì, messo
in musica, il testo poetico che Boris Vian aveva composto in quello stesso anno.
La Francia era in guerra con l’Indocina ed il
poeta aveva scritto una poesia di forte impatto dal titolo Le déserteur (Il
disertore), destinata a diventare una celeberrima e orecchiabile ballata famosa
in mezzo mondo. Dopo quella prima esecuzione toccò allo stesso autore, e poi
vennero interpreti del calibro di Serge Reggiani, Richar Anthony, Johnny
Hallyday, Claude Vinci, Dan Bigras, Leni Escudero, Dédé Fortin, e via via fino a Joan Baez che l’adoperò durante le
marce pacifiste, e a tanti altri che la tradussero e l’adattarono alle loro
esigenze vocali. In Italia è stata ripresa per la prima volta da Margot in
lingua originale; erano gli anni di Cantacronache (1958/1960). Successivamente venne tradotta dal cantautore
genovese Luigi Tenco che gli cambiò il titolo in Padroni della terra.
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Boris Vian |

Giorgio Calabrese
La
versione approntata da Giorgio Calabrese, con delle modifiche al testo, ha
ancor più esaltato lo spirito profondo del messaggio in chiave antimilitarista.
A dimostrazione della sua grande fortuna, la quantità davvero numerosa degli
interpreti italiani. Ornella Vanoni la incide nel 1971, Reggiani l’anno
seguente, Ivano Fossati nel 1992, i Marmaja nel 2022, i Folkabbestia nel 2006,
Zibba e Almalibre nel 2013. Nel 2018 Antonella Ruggiero la inserisce nell’album
Quando facevo la cantante, e Luca Barbarossa la canta in piazza San Giovanni
a Roma nel concertone del Primo Maggio nel 2022. Ma l’hanno eseguita anche Ricky Gianco,
Alberto Patrucco, Moni Ovadia, Roberto Vecchioni, Giorgio Conte, Pan Brumisti,
Juan Carlos “Flaco” Biondini, Skiantos, Gerardo Balestrieri, Luis Eduardo Aute,
Paolo Simoni, Milva, Têtes de Bois, Luca Bonaffini, Massimo Ranieri, Peppe
Voltarelli, Joan Isaac, Francesco Baccini, Max Manfredi, e Giovanni Block. Notevole
la versione di Fiorella Mannoia
accompagnata al pianoforte e particolari quelle realizzate in dialetto
piemontese, ligure e in lingua occitana.
Le
tragiche vicende internazionali, con i numerosi conflitti in pieno svolgimento,
hanno ridato a questo testo poetico nuova vita e nuovo vigore, e non è raro
ascoltarla nelle piazze, nei cortei e nei circoli in cui si discute di pace e
di rifiuto della violenza. Negli ultimi tempi la voce e la chitarra del
cantautore Renato Franchi sono tornate ad emozionarmi, perché ogni volta che la
sento non posso fare a meno di meditarla a fondo. In questa, di cui riporto il
link, Renato Franchi la canta accompagnato dalla The Kanzonaccio Band.
https://www.youtube.com/watch?v=QppWUABPECQ
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Giorgio Calabrese |

The Kanzonaccio Band
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The Kanzonaccio Band |
Il disertore è un testo poetico composto da dodici strofe sotto forma di lettera inviata a Monsieur le Président da parte di un uomo che, avendo ricevuto la chiamata alle armi, rifiuta di arruolarsi perché vuole vivere in pace con la sua famiglia senza uccidere ed essere ucciso. Le ultime due quartine sono un vero pugno allo stomaco ed il testo venne più volte censurato. Eccole nella mia traduzione: “Se bisogna donare il proprio sangue/andate a dare il vostro/voi siete un buon apostolo/Signor Presidente/Se mi perseguirete/avvertite i vostri gendarmi/che io non avrò armi/e che potranno spararmi. Diffusa in una molteplicità di lingue è diventata la poesia-ballata simbolo del pacifismo e della nonviolenza internazionale.
La versione italiana di Giorgio Calabrese
Il disertore
In piena
facoltà
egregio presidente
le scrivo la presente
che spero leggerà.
La cartolina
qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest’altro lunedì.
Ma io non
sono qui
egregio presidente
per ammazzar la gente
più o meno come me.
Io non ce l’ho
con lei
sia detto per inciso
ma sento che ho deciso
e che diserterò.
Ho avuto solo
guai
da quando sono nato
i figli che ho allevato
han pianto insieme a me.
Mia mamma e
mio papà
ormai son sotto terra
e a loro della guerra
non gliene fregherà.
Quand’ero in
prigionia
qualcuno mi ha rubato
mia moglie e il mio passato
la mia migliore età.
Domani mi
alzerò
e chiuderò la porta
sulla stagione morta
e mi incamminerò.
Vivrò di
carità
sulle strade di Spagna
di Francia e di Bretagna
e a tutti griderò.
Di non
partire più
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.
Per cui se
servirà
del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro
se vi divertirà.
E dica pure
ai suoi
se vengono a cercarmi
che possono spararmi
io armi non ne ho.
Le déserteur
di Boris Vian
1
Monsieur le Président
je vous fais une lettre
que vous lirez peut-être
si vous avez le temps.
2
Je viens de recevoir
mes papiers militaires
pour partir à la guerre
avant mercredi soir.
3
Monsieur le Président
je ne veux pas la faire
je ne suis pas sur terre
pour tuer des pauvres gens.
4
C’est pas pour vous fâcher
il faut que je vous dise
ma décision est prise
je m’en vais déserter.
5
Depuis que je suis né
j’ai vu mourir mon père
j’ai vu partir mes frères
et pleurer mes enfants.
6
Ma mère a tant souffert
elle est dedans sa tombe
et se moque des bombes
et se moque des vers.
7
Quand j’étais prisonnier
on m’a volé ma femme
on m’a volé mon âme
et tout mon cher passé.
8
Demain de bon matin
je fermerai ma porte
au nez des années mortes
j’irai sur les chemins.
9
Je mendierai ma vie
sur les routes de France
de Bretagne en Provence
et je dirai aux gens:
10
Refusez d’obéir
refusez de la faire
n’allez pas à la guerre
refusez de partir.
11
S’il faut donner son sang
allez donner le vôtre
vous êtes bon apôtre
Monsieur le Président.
12
Si vous me poursuivez
prévenez vos gendarmes
que je n’aurai pas d’armes
et qu’ils pourront tirer.