In Italia la prescrizione è una farsa: ecco
i casi più eclatanti
Solo gli stupidi
possono dar credito a quello osceno agglomerato chiamato gruppo dirigente del
Pd, e al suo capo: il parolaio di Firenze, oggi presidente del Consiglio. I
fatti, nella realtà, sono questi. Sarà bene prenderne atto.
Solo per
arrivare a una sentenza di 1° grado in Italia occorrono in media 500 giorni.
Il risultato è che si hanno circa 165.000 prescrizioni
all'anno. Si pensi solo ai tantissimi processi per corruzione: solo poche
decine condannati scontano la pena perché tutti gli altri godono della
prescrizione. Un enorme costo per lo Stato, stimato dalla Cassazione in 84
milioni di euro.
Chiediamo una prescrizione vera, che sia garanzia di
tutti e non privilegio di chi sfrutta le pieghe del codice per sfuggire alla
sentenza. La prescrizione è un diritto ed esiste in molti Paesi ma In Italia è
diventata un modo per difendersi dai processi e questo non è tollerabile.
STRAGE DI VIAREGGIO:
A RISCHIO PRESCRIZIONE
Sono passati
quattro anni e mezzo dal disastro ferroviario di Viareggio e a giugno scadranno
per effetto della prescrizione i reati di incendio colposo, disastro
ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose plurime, al quale si aggiungono
i capi di imputazione relativi alla violazione della normativa in materia di
sicurezza sul lavoro.
DISASTRO ETERNIT: 1
PRESCRITTO
È iniziato nel
2009 il processo contro l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, ex
presidente del consiglio di amministrazione della compagnia, che insieme al
direttore dell'azienda negli anni Sessanta, Louis De Cartier de Marchienne
(deceduto nel 2013 a 92 anni), sono ritenuti gli unici responsabili delle morti
per mesotelioma avvenute tra i dipendenti delle fabbriche di Eternit. Nel 2012
il Tribunale di Torino ha condannato di primo grado De Cartier e Schmidheiny a
16 anni di reclusione per "disastro ambientale doloso permanente" e
per "omissione volontaria di cautele antinfortunistiche". Nel 2013 la
pena è stata "parzialmente riformata" e aumentata a 18 anni. Il 19
Novembre 2014 la Corte di Cassazione ha annullato la condanna dichiarando
prescritto il reato.
DISASTRO DI PORTO
MARGHERA: 5 PRESCRITTI
Per decenni le
industrie chimiche della zona hanno riversato sostanze nocive e inquinanti
nella laguna provocando gravi danni all’ambiente e decine di casi di tumore tra
gli abitanti. L’inchiesta è iniziata nel 1996 e ha portato al rinvio a giudizio
vari dirigenti ed ex-dirigenti della Montedison e della Enichem con l’accusa di
strage, omicidio e lesioni colpose multiple. Nel 2001 sono stati tutti assolti
in primo grado ma in secondo grado c’è stata la condanna per cinque ex
dirigenti Montedison a un anno e mezzo di reclusione per omicidio colposo nei
confronti di un operaio morto nel 1999. I cinque hanno però usufruito della
prescrizione per sette omicidi colposi precedenti e altri dodici casi di
lesioni colpose, scarichi inquinanti nella laguna e omessa collocazione di
impianti di aspirazione. Gli stessi ex dirigenti sono stati assolti, "perché
il fatto non costituisce reato", dall’accusa di omissione dolosa di
cautele contro gli infortuni sul lavoro fino a tutto il 1973. In ogni caso, ai
condannati è stata riconosciuta la sospensione condizionale della pena. Nel
2006, la Cassazione ha confermato la sentenza di appello.
CASO LICIO GELLI:
PRESCRITTO
Questa è villa
Wanda, dimora aretina di Licio Gelli. L'ex "maestro venerabile" della
Loggia P2, 95 anni, ha potuto tornare a disporre liberamente dei 32 vani e
degli 11.000 mq di giardino della villa perché i reati fiscali che avevano
portato nel 2013 al sequestro preventivo dell'immobile sono stati da poco
dichiarati prescritti e si è proceduto al dissequestro.
PROCESSO MILLS: 1
PRESCRITTO
Accusato di
corruzione in atti giudiziari per le mazzette da 600 mila dollari versate al
testimone inglese David Mills, in cambio del silenzio su alcuni conti offshore,
l'ex premier Silvio Berlusconi si è salvato proprio grazie alla ex Cirielli
(che ha abbassato da 15 a 10 anni i termini per il reato in questione). La
prescrizione è intervenuta anche nei processi relativi all'intercettazione Fassino-Consorte, della
corruzione giudiziaria della Mondadori e per i falsi in bilancio della
Fininvest (caso All Iberian), che lo vedevano coinvolto.
PROCESSO CASSIOPEA:
TUTTI PRESCRITTI
Una delle più
grandi inchieste mai realizzate in Italia nell'ambito della gestione illecita
dei rifiuti è partita nel 1999 portando a galla un traffico di rifiuti speciali
che da Toscana, Piemonte, Veneto venivano trasportati e illecitamente smaltiti
in Campania, Calabria e in Sardegna. Risultavano coinvolte almeno una
quarantina aziende tra centri di stoccaggio, società commerciali e di gestione
discariche, società di autotrasporto. Nonostante i ben 97 rinvii a giudizio per
imprenditori, faccendieri e mediatori con accuse di associazione a delinquere
finalizzata a disastro ambientale e all’avvelenamento delle acque,
realizzazione e gestione di discariche abusive, il processo, partito nel 2003,
è proceduto con enorme lentezza e nel 2011 è scattata la prescrizione dei reati
ambientali contestati.
PROCESSO PENATI:
PRESCRITTO
Anche l'ex
braccio destro di Bersani, Filippo Penati, è stato oggetto di prescrizione
nell’ambito del processo relativo al "sistema-Sesto" (una rete di
tangenti per la spartizione di alcune aree industriali). Accusato di aver
intascato mazzette per oltre due milioni di euro, aveva in un primo momento
dichiarato di voler rinunciare alla legittima prescrizione, ma poi è tornato
sui suoi passi e il processo è proseguito solo per accuse più recenti, che
sembrano più difficili da dimostrare.
DISCARICA DI PITELLI:
PRESCRITTI
La discarica
di Pitelli (La Spezia) è stata attiva dalla fine degli anni Settanta fino agli
anni Novanta. Poi chiusa e posta sotto sequestro dall'autorità giudiziaria in
seguito al ritrovamento di rifiuti pericolosi. L’inchiesta è stata avviata nel
‘96 e il processo per disastro ambientale nel 2003. Nel 2011, a 15 anni dal
primo sequestro, dopo che la prescrizione ha fatto decadere la gran parte dei
reati ambientali contestati, gli 11 imputati sono stati assolti.
CASO PALENZONA:
PRESCRITTO
Fabrizio
Palenzona, big della finanza, autostrade e costruzioni, ha goduto della
prescrizione nel processo che lo vedeva accusato di aver intascato almeno un
milione di euro su una rete di conti di famiglia tra Svizzera e Montecarlo, mai
dichiarati al fisco e scoperti grazie alle indagini sulle scalate bancarie del
2005.
CASO MOSE: A RISCHIO
PRESCRIZIONE
Nonostante la
cronaca quotidiana non riporti più molti dettagli sulle vicende giudiziarie
dello scandalo, sembra che per la maggior parte dei coinvolti nel caso Mose il
quadro indiziario regga. In particolare il processo all’ex sindaco Giorgio
Orsoni rischia di portare a una scadenza dei termini poiché gli episodi di finanziamento
illecito dei partiti che gli vengono contestati risalgono a oltre cinque anni
fa. Dopo sette anni e mezzo, si sa, scatta la prescrizione e anche se in primo
grado l'imputato fosse condannato, l'appello potrebbe sforare i tempi.
PROCESSO GERONZI:
PRESCRITTO
La
prescrizione è scattata nel 2004 anche per il manager Cesare Geronzi che
insieme a altri banchieri era imputato in un processo per aver rilasciato false
dichiarazioni alla Banca d'Italia, relative ai bilanci proprie società.
PROCESSO ARTEMIDE: 8
PRESCRITTI
Nel 1999 è
iniziato il processo presso il Tribunale di Castrovillari nei confronti di 11
imputati ritenuti responsabili dell’interramento di circa 30mila tonnellate di
rifiuti nella piana di Sibari. Nel 2008 il Tribunale ha assolto i tre
principali accusati “perché il fatto non sussiste”, dichiarando il “non doversi
procedere” nei confronti di altri otto indagati per disastro ambientale per
intervenuta prescrizione.
CASO IORIO:
PRESCRITTO
L’ex
governatore del Molise, Michele Iorio, ha beneficiato degli effetti della
prescrizione solo all’ultimo grado di giudizio, in Cassazione, dove la condanna
a 18 mesi per abuso d’ufficio da parte del tribunale di Campobasso è sfumata.
INTER E JUVENTUS:
PRESCRITTE
Non tutti
sanno che anche due tra le squadre di calcio più amate sono state graziate in
qualche modo dalla prescrizione. In particolare, per quanto riguarda il
processo sul doping che ha coinvolto la Juventus, sono stati prescritti nel
2007 Riccardo Agricola e Antonio Giraudo, il medico e l' ex amministratore
delegato bianconeri, accusati nel ‘98 di frode sportiva. Mentre l’Inter ha potuto mettere una pietra
sopra sulla cosiddetta Calciopoli bis del 2006, quando la società nerazzurra e
l'allora presidente Giacinto Facchetti furono accusati di "condotte
finalizzate ad assicurare un vantaggio in classifica".
Redazione di Libera