Motivazione della sentenza Eternit:
dopo il danno arriva la beffa.
Lunedì 23
febbraio il pm Guariniello della procura di Torino ha chiesto nuovamente il
rinvio a giudizio per padrone svizzero dell’Eternit, Stephan Schmidheiny, 67
anni,accusato di omicidio volontario aggravato per la morte da amianto, tra il
1989 e il 2014, di 256 persone. Nello stesso giorno, la Corte di Cassazione ha
depositato le motivazioni della sentenza che lo scorso 19 novembre ha
considerato prescritto il reato di disastro colposo annullando la condanna a 18
anni di reclusione inflitta dalla Corte d’Appello di Torino. Per la Cassazione
il processo per le morti da amianto era prescritto prima ancora del rinvio a
giudizio di Schmidheiny perché l’accusa avrebbe dovuto contestare non il
disastro colposo ma l’omicidio e lesioni. Sono stati annullati anche i
risarcimenti ai famigliari delle vittime dei quasi 2000 morti e ammalati degli
stabilimenti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli. Secondo la
Cassazione, inoltre, l'imputazione di disastro a carico di Schmidheiny non era
la più adatta da applicare per il rinvio a giudizio - la condanna massima
sarebbe troppo bassa per chi miete morti e malati, perché punita con 12 anni di
reclusione. In pratica «colui che dolosamente provoca, con la condotta
produttiva di disastro, plurimi omicidi, ovverosia, in sostanza, una strage»,
verrebbe punito con solo 12 anni di carcere e questo è «insostenibile dal punto
di vista sistematico, oltre che contrario al buon senso», e qui al danno si aggiunge
la beffa.
L’ingiustizia continua, come le morti.
Mentre oggi si continua a morire -e succederà anche nel
prossimo futuro per le fibre killer che hanno arricchito i padroni
dell’eternit- per la Cassazione Schmidheiny non deve essere ritenuto responsabile
né rispondere della mancata o incompleta bonifica dei siti produttivi. Per i
giudici il reato di disastro non lo contempla.
Ancora una volta è applicata una giustizia di classe a
favore dei potenti. La vergogna della giustizia italiana è che con la
prescrizione si favorisce il diritto a fare profitti sulla pelle dei lavoratori
rimanendo impuniti e, a parte le chiacchiere, non si fa niente per abolirla per
questi reati. Una società che considera normale che ogni anno migliaia di
lavoratori e cittadini muoiano a causa del lavoro e di malattie non perseguendo
i responsabili è una società barbara in cui il diritto del padrone vale più
della giustizia.
Comitato per la
Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio