È SCOMPARSA ERMINIA BARBISOTTI
Donna retta e onesta, proletaria
e da sempre schierata dalla parte degli sfruttati,
ecco come la ricorda suo figlio
Michele, esponente di punta delle lotte dei lavoratori
che da sempre con il suo
Comitato, si batte in difesa della salute sui luoghi di lavoro
e sul territorio.
Ricordo di mia
madre
Con profondo
dolore comunico la morte – avvenuta il 10 aprile - di Erminia Barbisotti, una
delle prime associate del nostro Comitato fin dal 1997, anno della sua
costituzione stroncata da un ictus a 89 anni che, tra le altre cose, era anche
mia madre.
Erminia, ultima figlia di una famiglia di contadini
poveri che ne avevano messo al mondo 13, non ha avuto una vita facile. Come si
usava allora, ancora bambina fu costretta a lavorare con suo padre nella stalla
e poi messa a servizio in casa di signori come bambinaia. Durante la guerra e
la Resistenza lavorò in una panetteria a Casalpusterlengo, nel Lodigiano: sotto
il pane e la farina che il padrone le faceva portare agli invasori nazisti che
occupavano l’Italia riusciva a portare messaggi e alimenti ai partigiani
nascosti in clandestinità. D’accordo con il fornaio che impastava il pane,
riusciva sempre a dare qualche pagnotta a una famiglia poverissima con molti
figli.
Dopo la guerra Erminia, come molte donne della sua epoca,
fece la mondina, un lavoro duro che spezzava la schiena, piegata a piantare il
riso tutto il giorno nell’acqua. Da proletaria sfruttata ci ha raccontato molte
volte di quando, durante gli scioperi, i padroni organizzavano i carichi di
crumiri (altri affamati che alimentavano la guerra fra poveri) che, scortati
dai carabinieri, sostituivano le scioperanti.
Le pesanti condizioni di lavoro e la scarsità di cibo
data alle mondine suscitò varie proteste. Erminia documentò tutto questo in un
diario in cui descrisse le angherie subite dalle mondine e i furti del cibo che
spettava alle operaie. Il diario, finito nelle mani della Camera del Lavoro e
della CGIL, diventò un formidabile strumento di denuncia contro i padroni ed i
profittatori e diede il via a una grande campagna di denuncia.
Erminia da sempre si è battuta contro lo sfruttamento e
per la giustizia sociale e così ha fatto fino all’ultimo. Anche quest’anno è
stata una delle prime a fare la tessera del Comitato, e sebbene vivesse con una
pensione minima insieme ad un altro figlio e fosse piena di acciacchi, non mancava mai di dare, oltre ai soldi della
tessera, una sottoscrizione per aiutare a pagare la tessera del Comitato a chi
aveva perso il lavoro. Fino all’ultimo è stata piena di curiosità, le piaceva
leggere, interessarsi e discutere di quanto succedeva nel mondo.
Erminia non era una persona famosa, era una donna madre
di 4 figli (Michele, Alberto, Amalia, Oreste) rimasta vedova troppo presto, che
ha sempre dovuto combattere contro le avversità della vita per mantenere la
famiglia, e sono proprio le persone come lei che hanno insegnato ad una
generazione di figli a lottare e che sono un esempio di vita.
Ciao Erminia, un bacio e una carezza da chi ti ha voluto
bene e da chi ha avuto il piacere di conoscerti. Rimarrai per sempre nei nostri
ricordi e nei nostri cuori.
Michele Michelino
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro
e nel Territorio
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PER
RIMANERE UMANI
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