OPINIONI A CONFRONTO
Se del buono c’è nella riforma Costituzionale,
è nell’articolo 117.
di Paolo M. Di Stefano
Cito testualmente da ODISSEA del 19 ottobre
“All’interno del testo della riforma c’è un
articolo che i renziani tendono a tenere nascosto, ad ignorare, a far finta che
non esista: è il numero 117. Dalle parti del PD si tende a minimizzare
l’importanza di questo passaggio della riforma, perché ciò che c’è scritto
potrebbe significare la definitiva perdita della nostra sovranità nazionale: “La potestà legislativa è
esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché
dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea e dagli obblighi internazionali.”. In pratica, se passano i SI al referendum,
all’indomani del voto dentro la nostra Costituzione ci sarà scritto che
l’Italia dovrà eseguire gli ordini di Bruxelles.”
Mi sembra si possa tranquillamente parlare di
un autogoal clamoroso: i sostenitori del NO hanno dato un’ottima ragione per votare
SI ad un qualcosa sostanzialmente tutt’altro che chiaro, quale è il merito di
questo referendum.
Il legiferare, oltre che nel rispetto della
Costituzione, in quello dei vincoli derivanti dagli obblighi internazionali a
me sembra cosa ovvia e attuata da sempre, dal momento che “gli obblighi
internazionali” hanno origine nei trattati e dunque in accordi tra Stati, oltre
che in regole di buon vicinato conosciute e rispettate da tutti.
Per quanto riguarda “i limiti derivanti
dall’ordinamento dell’Unione Europea”, è cosa altrettanto ovvia, null’altro
essendo l’Unione Europea che una unione di Stati costruita su accordi anche
formalizzati in trattati, oltre che su regole di buon vicinato, e dunque su
regole giuridiche e di opportunità.
E’ importante che la Costituzione si esprima
come nell’articolo in esame soprattutto perché si tratta di un modo per
affermare che l’Unione è un unicum e che la legislazione deve essere in grado
di formare la cultura dei cittadini, della gente, nell’ottica di una sempre più
profonda e salda consapevolezza che nell’unione, insieme, meglio si soddisfano
i bisogni di tutti e che una Unione strutturata in modo corretto e dunque
efficiente deve avere un punto di riferimento e di guida. E questo non può che
essere costituito da una cessione di sovranità, come è accaduto in tutti quegli
Stati che si sono costruiti superando le divisioni tra le regioni, per esempio.