CAMBIAMENTI CLIMATICI: NON C’È
PIÙ
TEMPO
di Cristina Garancini
Gli
ultimi eventi di questo giugno 2017 hanno posto tutti noi di fronte
all'inevitabile realtà del cambiamento climatico: temperature oltre ogni record
ed estrema siccità da una parte, bombe d'acqua, grandine, frane e smottamenti
dall'altra. I danni all'agricoltura e alle strutture civili sono già
incalcolabili, e il rischio di salute corso dai membri più fragili della
società come bambini e anziani non è certo da trascurare. Davanti a noi si prospetta
un'intera estate fatta di caldo torrido e incertezza. Perché tutto ciò? Perché
i nostri stili di vita non sono mutati di fronte alla crescita esponenziale
della popolazione mondiale. Cinquant'anni fa, la popolazione mondiale ammontava
a circa 3 miliardi di persone. Oggi siamo più del doppio. Non possiamo più
permetterci di vivere senza cognizione di causa e senza esercitare uno sforzo
collettivo.
I seguenti dati serviranno
a fare chiarezza. Sono studi comprovati dalla comunità scientifica e persino
dalle Nazioni Unite, che vengono però sottovalutati - quando non tenuti
nascosti - in quanto andrebbero a intaccare una larga fetta del commercio
globale e degli interessi personali di milioni di persone.
1.
L'allevamento è la prima causa del surriscaldamento globale. Il 50% delle
emissioni di gas serra è causato dall'allevamento animale e dai suoi
sottoprodotti. E' la prima causa della deforestazione a livello globale,
dell'estinzione delle specie selvatiche, dell'inquinamento acquifero. Il 45%
delle terre emerse è destinato all'allevamento, sia per il pascolo che per la
coltivazione di foraggio. Una fattoria di 2500 mucche produce più scorie di una
città di 400000 persone, scorie che poi hanno bisogno di essere smaltite e
vanno a inquinare l'ambiente. Il 55% dell'acqua disponibile viene utilizzato
per l'allevamento, mentre solo il 5% è destinato all'uso domestico. Per
produrre un hamburger viene utilizzata la stessa quantità d'acqua che una
persona usa per due mesi di docce. 1/3 della desertificazione del pianeta
avviene a causa dell'allevamento. Pensiamo alla nostra Sicilia, e al Sud Italia
in generale, in cui il processo di desertificazione è già in atto e non farà
altro che peggiorare nel corso degli anni.
[http://www.rosenlake.net/cowspiracy.html]
2. Ogni
anno, 80 milioni di tonnellate di pesce vengono pescate dagli oceani. Per ogni
chilogrammo di pesce catturato, vengono uccisi cinque chilogrammi di specie
quali delfini, squali, tartarughe marine, ecc. Pesca e allevamento sono la
prima causa delle zone morte negli oceani. Nel Golfo del Messico, le scorie
provenienti dagli allevamenti e riversate nel fiume Mississippi hanno provocato
la proliferazione incontrollata di alghe con il conseguente squilibrio
ecologico e la formazione di una cosiddetta "dead zone" (zona morta).
Senza andare troppo lontano, gli scienziati hanno individuato una zona morta
nel nostro Mar Adriatico.
3. Il 13%
delle emissioni di gas serra è dovuto ai mezzi di trasporto. Percentuale molto
inferiore rispetto a quella delle emissioni provenienti dall'allevamento,
tuttavia ancora molto alta. Le grosse fette rimanenti sono dovute al settore
industriale (inclusa la "fast fashion", la moda a basso costo), al
riscaldamento, all'agricoltura per la produzione di cibo e alla produzione di
energia.
Nonostante l'evidenza che
un cambiamento radicale degli stili di vita di tutti noi sia necessario, e non
più soltanto auspicabile, le politiche ambientali a livello europeo e mondiale
sono ancora fumose e ipotetiche. Una grande potenza come gli Stati Uniti
d'America, nonché uno dei Paesi più inquinanti al mondo, si è rifiutata di
abbracciare la causa del trattato di Parigi. Come possiamo pretendere che i
nostri figli e nipoti vivano la vita che meritano, quando noi stessi stiamo
causando il loro futuro malessere?
Con questa petizione,
voglio chiedere alle alte cariche del nostro Paese una maggiore severità e una
maggiore cura volta al rispetto dell'ambiente e alla creazione di leggi ad hoc
per sensibilizzare i cittadini e orientarli verso uno stile di vita più etico
ed eco-compatibile. Il che include politiche più severe per contrastare la
deforestazione e la cementificazione, per ridurre il consumo di prodotti
animali e le emissioni di gas serra, per incoraggiare tecniche agricole
naturali e compatibili con l'ambiente, il riciclo, e il consumo intelligente
dell'acqua, il nostro bene più prezioso. In aggiunta, voglio spingere le nostre
forze politiche verso un maggiore impegno a livello europeo e mondiale.
L'Italia può insegnare molto al resto del mondo. La Terra è la casa di tutti
noi e va difesa a ogni costo.