ANCORA SU MACERATA
di Franco Astengo
I giornali di questa mattina
tendono a evidenziare le presunte “divisioni nella sinistra” al riguardo della
manifestazione antifascista svoltasi ieri a Macerata.
Sottolineano
anche un presunto “sconcerto”.
Dobbiamo
replicare a questo clima che s’intende creare ad arte, sottolineando prima di
tutto come il distacco da parte di chi non c’era è stato verso i valori che la
Costituzione esprime nel profondo del suo dettato: e si è trattato, soprattutto
da parte del PD, di un distacco logico avendo questo partito tentato, non più
tardi di due anni fa, di stravolgere il senso della nostra Carta Costituzionale
(per fortuna ci hanno pensato elettrici ed elettori).È il caso di riflettere su questo punto: quello che i media
continuano a definire come il maggior partito della sinistra italiana in
un’occasione decisiva come quella referendaria del 2016 si schierò “contro” la
Costituzione nel suo punto essenziale della centralità del Parlamento nella
direzione politica del Paese. Quel momento, del referendum sulla deforma
costituzionale, è stato il vero punto di rottura difficilmente rimarginabile:
poi ci sono le strumentalizzazioni dei politici di mestiere che cercano di
accreditarsi a ogni stagione che volge. Anche questo sarebbe inaccettabile ma è
anche inevitabile per la via della congenita natura di chi coltiva
l’opportunismo come ragione della propria vita politica. Va affermata invece,
con orgoglio di appartenenza, la capacità di coerenza di chi ha continuato a
battersi contro le ferite mortali che si è tentato di infliggere alla nostra
convivenza civile e politica. Questi che
hanno continuato a battersi naturalmente a Macerata c’erano, di persona e
idealmente: per il resto logiche le assenze di chi appartiene a un altro mondo
e di chi, per ignavia e opportunismo, ha ritenuto di compiere, senza ragione e
soltanto per paura, un passo indietro. Nessuno sconcerto, nessuna divisione:
niente di più del giusto e niente di meno.