IL GENEROSO IDEALISMO
NATO DALLA RESISTENZA È MORTO
di Fulvio Papi
L’osceno spettacolo delle
candidature parlamentari, mostra tutto
il degrado della politica.
Lo spettacolo
che i giornali riferiscono intorno a quelle che sono state designazioni per le candidature
parlamentari è apparso sconcertante forse solo per chi, in distratta buona
fede, non abbia seguito il degrado complessivo del ceto politico italiano.
L’immagine che ne deriva è una competizione, comunque mascherata da ridicoli
orpelli ideologici, in cui, ognuno con cordate più o meno omogenee, bada a se
stesso e al proprio felice avvenire. Se poi si mette in primo piano il livello
intellettuale di questi personaggi (che i costituenti davano comunque nel futuro per elevato) in
feroce contesa, si è quasi costretti ad avere un’idea deprimente dello stesso
lavoro politico. Tuttavia ci vuole poco a capire che determinate norme
costituzionali derivano da congiunture politiche e culturali che, con le
mutazioni rapidissime dei nostri tempi (si potrebbe dire variazioni
antropologiche) perdono la loro efficacia originaria. In alcuni casi arriveremo
a dire che il generoso idealismo dello stato antifascista, col tempo ha
favorito (a rovescio) interessi, progetti, desideri e comportamenti che, nel
loro costume e nella loro realtà sono opposti al senso originario della natura
ideale del nostro stato, alla quale ognuno di noi, come poteva, ha cercato di
portare il proprio contributo. È la
notissima eterogeneità dei fini. Questa osservazione non è certo gradevole per
quel “noi” che per anni ha voluto la realizzazione della Costituzione come
politica indirizzata a una dimensione sociale (ed etica) del nostro paese.
Quando fu necessario la difendemmo la nostra Costituzione. Ma, come dicevano
gli insegnanti di un tempo, “amicus Plato sed magis amica veritas”. Ora mi pare
che siamo da capo, anzi peggio perché questa volta è scomparso lo spirito del
futuro lasciando dolorose ombre di nostalgia, e si è affermata una totale
indifferenza del presente, una specie di parodia dell’eterno. Torno, con
un’ipotesi fiabesca che tuttavia conosce tutti gli argomenti realistici secondo
cui, anche se divenisse realtà, avrebbe i sensi della propria corruzione. Il
mago, comunque, decreta che nei futuri parlamenti non sarà più riconosciuto
alcun privilegio monetario o altro. Solo l’onore (onorevoli) di far camminare
il paese il meglio possibile. A che livello scenderebbe il rumore della
disputa? È una di
quelle prove che si dicono “giochi dell’intelletto”. E se invece fosse una
decisione segreta di molti astenuti di costituire, nella loro assenza, se non
il partito più forte, ma una forza potenziale priva di interpreti? Non sarebbe
un bene che gli “interpreti” fossero tutti d’accordo nel sostenere che è un
malanno privo di valore, povero di senso, inutile per una politica attiva che
spetta solo a chi c’è, senza domande che possano essere più imbarazzanti.