L’ex IMSA e il
debito ingiusto imposto ai messinesi
di Antonio Mazzeo e Luigi Sturniolo
Il 24.04.2018 è stata
liquidata, dal Comune di Messina, la somma di € 2.034.011,15 (a cui vanno
aggiunti € 80.727,80 al legale dell’ente pubblico Aldo Tigano) alla Società
Gruppo Immobiliare 2R s.r.l., nella disponibilità della famiglia Rodriquez, già
alla guida dell’omonima industria cantieristica peloritana. La determina di
pagamento segue la delibera della Giunta Accorinti n. 861 del 14.12.2017 con la
quale veniva approvata la transazione tra Comune di Messina e “Gruppo
Immobiliare 2R” sui fitti dell’Ex IMSA di via Maregrosso (suo legale Antonio
Saitta, già vicesindaco con l’amministrazione Genovese e odierno candidato a
Sindaco della Città di Messina), transazione poi stipulata il 17.04.2018. In
seguito alla delibera di approvazione della transazione votata dagli assessori
di Accorinti (non tutti, giacché erano assenti alla votazione Antonina Santisi,
Sergio De Cola ed Enzo Cuzzola, nonché il sindaco stesso), ogni cittadino
messinese (neonati compresi) dovrà versare quasi 10 euro senza aver ricevuto
alcun tipo di servizio.
La
vicenda origina dalla decisione della Giunta Providenti, nel 1997, di affittare
i locali dell’Ex IMSA per stabilirvi un mercato cittadino. La successiva
Giunta, quella a guida Leonardi, nel 1999 decideva di sospendere l’efficacia
del contratto. Da questi atti iniziali ne è derivato un contenzioso legale
molto complesso che sembrerebbe concluso dalla transazione siglata nel mese
scorso. E’ evidente come uno sperpero clamoroso di denaro pubblico come questo
abbia attraversato tutte le amministrazioni (di centrodestra, centrosinistra,
“civiche”) ed è singolare che si sia lasciato scorrere un contenzioso legale
così lungo senza che fosse messo in critica il passaggio dalla produzione
industriale alla rendita, un’operazione iniziale di dubbia sostenibilità
economica, l’ingigantirsi del debito causato dal protrarsi del contenzioso, la
richiesta da parte della società di risarcimenti perlomeno discutibili (vedi ad
esempio quella per i lavori di bonifica dall’eternit dei capannoni industriali,
per cui è stato richiesto il “rimborso” di € 40.686).
Come
in una storia che ne contiene altre, in questa vicenda è possibile osservare un
esempio della dismissione della
produzione industriale a Messina. L’IMSA degli industriali Rodriquez produceva
carri merci e carrelli ferroviari, occupava 250 lavoratori e andò in crisi nel
1978 in seguito a ritardi nell’assegnazione di appalti da parte del committente
FS. La famiglia Rodriquez decise di dismettere e i lavoratori, dopo una lunga
lotta con occupazione della fabbrica, vennero salvati dall’intervento della
Regione e delle partecipazioni statali. Lo stabile, dopo aver fruttato in tutti
questi anni senza contenere alcuna produzione, per la posizione strategica in
cui si trova in seguito ai progetti presenti nell’area di Maregrosso (piano
particolareggiato ex ZIR, Via del Mare, ecc.), si candida oggi a generare nuovi
profitti finanziari per i suoi proprietari.
Il
debito che origina dall’affitto dell’Ex IMSA è presente nel piano di
riequilibrio per un totale di € 2.478.000. In occasione del previsionale
2017-2019 la Giunta Accorinti dichiarava di avere a disposizione 14 milioni di
euro per iniziare a pagare i creditori. Nonostante nel discorso pubblico gli
assessori manifestino la volontà di voler pagare i piccoli creditori (“i
fornitori di beni e i dipendenti comunali”), la delibera di Giunta contiene la
variazione di bilancio che consente di espungere dal Piano di Riequilibrio il
debito verso il “Gruppo Immobiliare 2R” e costituire un capitolo per i fondi
necessari a soddisfare la transazione. Da questa azione si vede come la
narrazione della riduzione della massa debitoria contenuta nel Piano di
Riequilibrio si risolva in un travaso
dal Piano al Bilancio. D’altronde la scarsa credibilità dei pronunciamenti
della Giunta in merito alla quantificazione dei debiti è testimoniata dal
balletto delle cifre. Basti pensare che la Delibera di Giunta del 257/2017
(Assessore al Bilancio Enzo Cuzzola) riportava la somma di 252 milioni, mentre
il Piano rimodulato in 20 anni (sempre di Enzo Cuzzola) ne riportava 299.
Addirittura, l’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola è giunto a dichiarare
con eccesso di entusiasmo che l’Amministrazione Accorinti “aveva abbattuto il
debito per 200 milioni...”.
Ma
la domanda che va posta è perché viene fatta questa operazione? Perché si
sottraggono risorse ai servizi per pagare i debiti mentre è in corso la
procedura del Piano di Riequilibrio? E, soprattutto, perché si sceglie, tra i
tanti creditori, il “Gruppo Immobiliare 2R”? Un’attenta lettura della visura
camerale della società a responsabilità limitata, ci fornisce più di una
sorpresa. Costituita nel febbraio 1984 con scopo sociale la “locazione
immobiliare di beni propri o in leasing”, il “Gruppo Immobiliare 2R” ha sede
proprio all’interno dello stabile ex IMSA di via Maregrosso, un capitale
sociale di 2.550.000 euro e appena 3 addetti (2017). Amministratore della
società dal 20 marzo 2017 è Ludovica Rodriquez con domicilio a Roma,
contestualmente amministratore unico di Canard Srl, società attiva nella
compravendita di beni, anch’essa con sede sociale all’ex IMSA. La stessa
Ludovica Rodriquez detiene il 33% delle quote sociali del “Gruppo Immobiliare
2R”; un altro 33% è in mano al fratello Carlo Ruggero Rodriquez, mentre il
restante 34% appartiene al padre Leopoldo, l’ultimo dei Rodriquez a capo
dell’(ex) impero industriale e della cantieristica messinese. Sia lui che il
figlio Carlo Ruggero risultano residenti a Londra, ma nonostante il
trasferimento all’estero di buona parte delle loro attività finanziarie,
Leopoldo Rodriquez attenziona ancora con interesse il mercato immobiliare
peloritano. Egli infatti, come persona
fisica, detiene il 10% delle quote sociali di “Sviluppo Commerciale Rometta
Srl”, società promotrice del controverso progetto di realizzazione di un
megaparco commerciale nel territorio comunale di Rometta (il restante 90% è in
mano a “Euromobiliare Fiduciaria S.p.A.” di Milano, impresa appartenente al
Gruppo CREDEM – Credito Emiliano Holding). Amministratore unico di “Sviluppo
Commerciale Rometta” è Giuseppe Denaro, imprenditore attivo nel settore
bar-ristorazione (il noto ritrovo “Irrera”), coniuge dell’odierna assessora ai
servizi sociali del Comune, Antonina Santisi. Giuseppe Denaro ha pure ricoperto
l’incarico di Presidente del consiglio direttivo del “Consorzio di
Urbanizzazione Due Torri”, altra società interessata alla realizzazione del
megaparco di Rometta; prima di essere dichiarata “inattivo”, il Consorzio aveva
sede sociale proprio all’ex IMSA. Presso lo stesso indirizzo di via Maregrosso
aveva sede pure la “MIPER Srl” (società di gestione supermercati, cancellata
nel 2008 per incorporazione nel gruppo SMA S.p.A.) e il cui presidente del Cda
era sempre Giuseppe Denaro. Dati i rapporti economici tra i proprietari della
società creditrice del Comune e uno stretto congiunto di uno dei membri della
Giunta, sarebbe stato forse opportuno “congelare” l’assai discutibile transazione.
Ma questa storia ne contiene, appunto, tante altre ancora. La transazione ci
dice che, nel corso del lungo contenzioso tra le parti, in data 16.12.2016
l’ipoteca iscritta il 27.03.2013 veniva estesa ai locali di via Salandra che
ospitavano la Caserma dei Vigili del Fuoco. Nelle more, con atto del 23.11.2016
(solo 23 giorni prima, cioè, dell’ipoteca del “Gruppo Immobiliare 2R”) il
Comune aveva venduto intanto la caserma per € 4.300.000 all’Agenzia del
Demanio, che agiva per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze; la
somma sarebbe stata corrisposta solo dopo l’approvazione, la registrazione e la
trascrizione del contratto, atto quest’ultimo formalizzato il 3.03.2017. In
quella data il bene era ipotecato e dunque l’Agenzia del Demanio invitava il
Ministero a soprassedere momentaneamente al pagamento. Da qui la
“giustificazione” dell’ente per la fretta di chiudere la transazione,
nonostante la ventennale querelle di ricorsi e controricorsi non si fosse
ancora conclusa davanti al TAR di Catania.
Non
si può non ricavarne la considerazione dello stato di dissesto di un ente che,
non essendo in grado di pagare i creditori, viene aggredito nei propri beni di
proprietà; non si può non lamentare la prontezza del “Gruppo Immobiliare 2R” ad
inserirsi nella vendita della Caserma dei Vigili del Fuoco; non si può non
pensare che la scelta di espungere quel credito e non altri dal Piano di
Riequilibrio non sia derivato anche dal fatto che la mancata vendita della
Caserma, sbandierata ai quattro venti, avrebbe fatto venire meno una somma
consistente tra le poche recuperate attraverso le misure del Piano di
Riequilibrio.
Le
numerose zone d’ombra e i potenziali conflitti d’interesse di tutta la vicenda
Ex IMSA, meritano ulteriori approfondimenti in tutte le sedi.