ANCORA
CONSIDERAZIONI SUL GOVERNO IN ITINERE
di Franco Astengo
Di Maio e Salvini |
È difficile in questo
momento fare previsioni sullo svolgimento della trattativa tra M5S e Lega per
la formazione del governo. In questo momento tutto può accadere, anche di fare
un processo alle intenzioni. Quanto trapelato però dalla “bozza” arrivata
(chissà da quale manina o manona?) all’Huffington Post la dice lunga sulle
reali intenzioni dei contraenti, sul loro retroterra culturale soprattutto sul
versante istituzionale.
Riprendiamo
proprio dall’Huffington Post questo passaggio: “La parte più sorprendente, e
per certi versi più esplosiva, del documento cui stanno lavorando come base di
un accordo di governo Lega e M5s, è contenuta a pagina 4 delle 39 di cui il
documento è, al momento, composto: la creazione di una struttura parallela al
Consiglio dei ministri, il Comitato di Riconciliazione, sede in cui regolare i
dissensi nella cooperazione fra le due forze politiche o prendere nuove
decisioni. Un organo consultivo e decisionale (che infatti decide con
maggioranza a due terzi) non previsto oggi dall'architettura costituzionale del
governo e la cui formazione per quanto "informale" rischia di
innescare un conflitto istituzionale fortissimo, o, chissà, magari il sorgere
di un nuovo avvenire.”
Condividiamo
il giudizio riguardante “la parte più sorprendete ed esplosiva”.
Infatti
siamo di fronte ad un esempio di cultura istituzionale autoritaria, quasi di
stampo totalitario: com’era prevedibile analizzando il DNA delle due formazioni.
Un
organismo, questo del “Comitato di Conciliazione” che assomiglia molto al Gran
Consiglio del Fascismo, parallelo e riservato ad alcuni gerarchi, sia rispetto
al Consiglio dei Ministri sia rispetto al Parlamento (del quale si intendeva, almeno
nelle intenzioni del M5S esaltare il ritorno alla centralità dopo gli anni dei
decreti legge).
Una
visione dell’agire politico che non solo discende dall’alto, attraverso
elezioni interne, la piattaforma
Rosseau, impostate in maniera plebiscitaria, ma che si svolge in sede separata
(molti oggi ricordano i tempi dello streaming) e in forma opaca.
È
questa la nuova “forma-partito”, che non solo affianca ma sovrasta gli organi
costituzionali compiendo scelte di governo attraverso organismi non previsti
dalla Costituzione? Un tempo, sui grandissimi temi, intervenivano, è vero, le
segreterie di Partito: con tutti i limiti che il caso presentava ( quello delle cooptazioni, ad esempio)si
trattava comunque di organismi sorti all’interno di partiti di massa e
rappresentativi di una partecipazione politica diffusa attraverso aggregazioni
di effettivo radicamento sociale e quegli incontri non sono mai stati
istituzionalizzati.
Sull’onda
del “decisionismo” e della “Grande Riforma” il Governo Craxi incluse come
ministri i segretari dei partiti e si formò un “Consiglio di Gabinetto” formato
dai titolari dei più importanti ministeri: il tutto però nell’ambito dello
stesso consiglio dei ministri, di conseguenza un organismo non parallelo come
quello del “Comitato di Conciliazione”.
Abbiamo
già percorso nel recente passato passi da gigante sulla strada
dell’autoritarismo della decisionalità: abbiamo avuto crisi di governo risolte
con soluzioni border-line rispetto alla Costituzione, si sono svolti tentativi
di spostare seccamente l’asse dal Parlamento al Governo (respinti dal voto
popolare). Oggi registriamo questo passaggio, per adesso fermo alle intenzioni.
Nelle prossime ore ne sapremo di più ma, come ci capita a volte di ricordare,
sarà bene tenere alta la guardia della vigilanza democratica.