PER COSTA SAN GIORGIO
di Abner Rossi*
Ex monastero benedettino
di Monte Oliveto
Dopo quasi due anni di
interruzione dei rapporti sociali, singole e collettive relazioni umane,
come anche economiche e culturali, dovremmo avere la capacità di guardare
davanti a noi non per ripristinare la “normalità” del disprezzo e
dell’interesse, ma per inventare una normalità eticamente e intellettualmente
più valida. Insomma le nostre fronti dovrebbero essere tenute così alte da
permettere ai nostri occhi non di offrirsi ai selfie o a qualsiasi altra forma
di pubblicità istituzionale e politica finalizzata ad una delle tante
competizioni elettorali. Sono da sempre le idee degli individui a qualificarli
e a renderli decisivi per il futuro di una famiglia, di una Città e di un
Paese. Noi tutti abbiamo la complessa fortuna di vivere in una Città d’arte
dov'è museo quasi ad ogni passo. I discorsi e le promesse non solo “lasciano il
tempo che trovano” ma sono una delle peggiori forme di distruttività perché
giustificano la disattenzione verso luoghi che sono fragili e quindi da
proteggere, salvaguardare, mantenere e da lasciare in eredità. Inoltre il
vaniloquio promissorio promuove l’ignoranza, l’uso sconsiderato dei beni, la
manomissione per fini spacciati prima per nobili e subito dopo come necessari
per la modernità.
Anche la modernità necessita di fondamenta, se esse
vengono abbattute (e il disprezzo può farlo) ogni blasone di nobiltà decade.
Basta aprire un quotidiano in un giorno qualsiasi per leggere pessimi esempi di
quanto male si può fare ai beni di una Città d’arte in nome di un futuro dove
il compromesso al ribasso diventa la regola.
Serve che in Costa San Giorgio (dopo tutto ciò
che è accaduto con le soppressioni post-unitarie), gli eventuali
interventi tengano conto della storia del luogo e che si coltivino le
compatibilità necessarie e i controlli. Occorre una mano leggera come deve
necessariamente essere se essa è guidata da un amore per quella meravigliosa
area di Firenze. Certo non può essere la fretta di disfarsene e superare il problema
(per poterlo dimenticare prima possibile) a guidare gli atti del Governo del
territorio.
Altro luogo che voglio sottoporre all’attenzione
pubblica è il “michelozziano” Ospedale militare di Monte Oliveto, già Monastero
Benedettino Olivetano fino al 1870 che, dietro un incomprensibile silenzio del
Governo cittadino, sarà presto riconvertito in lussuosi appartamenti.
[*poeta,
scrittore, regista]
di Monte Oliveto